folgore
Presente una volta nel Convivio e quattro nella Commedia, sempre nel significato di " fulmine ". A parte il caso di If XIV 53 Se Giove stanchi 'l suo fabbro da cui / crucciato prese la folgore aguta, in cui si allude alle mitiche " saette " di Giove, in tutti gli altri passi la parola è in costrutti comparativi.
In Cv IV XXII 15 Matteo disse: " L'Angelo di Dio discese di cielo, e vegnendo volse la pietra e sedea sopra essa. E 'l suo aspetto era come folgore, e le sue vestimenta erano come neve ", pur nell'ambito di un passo tradotto (Matt. 28, 2-3 " Angelus enim Domini descendit de caelo et accedens revolvit lapidem et sedebat super eum. Erat autem adspectus eius sicut fulgur, et vestimentum eius sicut nix "), l'attenzione del poeta pare concentrata sull'idea d'intensa luce connaturata al fenomeno chiamato in causa per analogia, ben diversamente dalla Commedia, ove domina il parallelo con la concomitante immagine di guizzante rapidità: Come 'l ramarro sotto la gran fersa / dei dì canicular, cangiando sepe, / folgore par se la via attraversa (If XXV 81); mi parea [l'aquila] che, poi rotata un poco, / terribil come folgor discendesse / e me rapisse (Pg IX 29, da rapportare a Ep V 11 sublimis aquila fulguris instar descendens, oltre che a Deut. 32, 11; Luc. 10, 18; Iob 9, 7, e Gregorio Magno [Patrol. Lat. LXXV 884]); folgore parve quando l'aere fende, / voce che giunse di contra (Pg XIV 131); folgore, fuggendo il proprio sito, / non corse come tu (Pd I 92).
Ricordando la precisione scientifica con cui D. stesso ci parla della f. in Pd XXIII 40 foco di nube si diserra / per dilatarsi si che non vi cape, / e fuor di sua natura in giù s'atterra, non sarà inutile ricordare i testi canonici in certo senso impliciti nel campo semantico della parola: accanto a Cicerone (Divin. II 19), Isidoro da Siviglia (Etym. XIII IX 1-2), Alberto Magno (Meteor. III 2) e Ristoro d'Arezzo (Composizione del mondo II 7), merita una segnalazione un passo del Tresor di Brunetto Latini nel volgarizzamento attribuito a Bono Giamboni (in Segre-Marti, Prosa 323): " Aviene molte volte che i venti s'incontrano di sopra le nuvole, e si fegono e percuotono sì duramente e sì forte i.lloro venire, che fuoco ne nasce nell'aire. E allora, se questo fuoco truova là ad alti questi vapori montati e ingrossati, sì li infiama e li fae ardere; e questa è folgore. Ma 'l forte dibattimento de' venti li distrigne e caccia sì duramente ch'ella fende e passa le nuvole e fa tonare e balenare e cade giù da tal forza per li grandi venti che la cacciano, che niuna cosa può durare contra di lei ".