Vedi FOLIGNO dell'anno: 1960 - 1994
FOLIGNO (v. vol. III, p. 718)
Il recupero di notizie e di dati relativi a varí rinvenimenti e scoperte archeologiche effettuate tra il secolo scorso e il presente ha permesso una nuova localizzazione del sito di Fulginia. Il centro doveva estendersi nell'area pedemontana, attraversata dal percorso della Via Flaminia, dove già la tradizione umanistica poneva il luogo dell'antica città. Si tratta di una zona parzialmente interessata dallo sviluppo urbanistico moderno, compresa tra la stazione ferroviaria a O e l'abbazia di Santa Maria in Campis a E. Resti di una necropoli dell'Età del Ferro, messi in luce nell'area dell'attuale Via Po, fanno ritenere che il sito fu occupato già in età protostorica. Lo confermano vecchi ritrovamenti quali quelli relativi a una grande ambra messa in luce nel 1684 e quello delle anse con figurazioni, pertinenti a un vaso bronzeo, probabilmente un'idria, ora a Berlino.
Con l'apertura della Via Flaminia, questo territorio assunse notevole interesse essendo attraversato dal tracciato della strada che metteva in comunicazione Spoleto con il vicino Forum Flaminii (v.). A tale epoca va certamente riferita un'infrastruttura fatta realizzare dai locali amministratori, i marones, proprio nel territorio di Fulginia, come documenta un'iscrizione redatta in lingua umbra ma in alfabeto latino arcaico. È incerto se si tratti di una fontana o di un recinto, come di recente proposto. Il rinvenimento di questo documento nei pressi di S. Pietro di Flamignano, 3 km a E dell'attuale F., una località che deriva il suo nome dall'antica Flaminia, fa pensare che alcuni apprestamenti furono sistemati localmente proprio per la presenza della Via Flaminia. La documentazione archeologica pertinente al cèntro sembra per lo più attestare fasi di età imperiale, con testimonianze relative in particolare a grandi domus decorate da ricchi mosaici pavimentali a disegno geometrico. Degli edifici pubblici non si conoscono dati, tranne quelli relativi a un complesso termale, messo in luce poco lontano dalla chiesa di Santa Maria del Sasso. In questo edificio fu rinvenuto un mosaico pavimentale che presenta quattro cavalli al galoppo e parte di una quadriga, decorazione frequente in ambienti di carattere termale.
Vari scavi (1970-78) hanno permesso la conoscenza di documenti pertinenti alle necropoli di età imperiale individuate, in particolare, nell'area NE, compresa tra il tracciato della Via Flaminia e l'area pedemontana. Il nucleo più consistente è stato riconosciuto nell'attuale cimitero civico, nella zona di nuovo ampliamento, ai margini dell'antica Via Flaminia. Si tratta di oltre 180 tombe, alcune delle quali a incinerazione in olle e anfore, altre con deposizione in fossa semplice, o con cassa in laterizio e copertura alla cappuccina. I corredi piuttosto semplici erano costituiti soprattutto da oggetti di uso quotidiano e monete. Fa eccezione la tomba n. 160, pertinente verisímilmente a una giovane fanciulla, nella quale sono stati rinvenuti un askòs bronzeo a forma di calzare, un balsamarlo in sardonica e un anello d'oro con perle. La vicinanza alla necropoli dell'antica abbazia di S. Maria in Campis, nei cui pressi venne scoperto anche un singolare sarcofago altomedievale, fa riconoscere in questa fondazione ecclesiastica una probabile origine di tipo cimiteriale, che fu luogo di culto di grande frequentazione nell'ambito della locale chiesa, anche dopo l'abbandono del sito di Fulginia.
In età post-classica è verisimile che gran parte dell'insediamento di F. fosse abbandonato a causa delle difficoltà dovute alla presenza della stessa Via Flaminia e all'assenza di mura, che caratterizzava la città ancora nel II sec. d.C. come ricorda Silio Italico (V, 544-5). È probabile l'esistenza di un insediamento di età tardoantica sulla collina di San Valentino di Civitavecchia - posto nell'area orientale - località dalla quale è facile controllare la viabilità della sottostante valle, in particolare la Via Flaminia nei suoi due percorsi. Da qui provengono vari documenti epigrafici di età classica, reimpiegati nelle strutture di un edificio ecclesiastico, ma anche un testo relativo alla sepoltura di un vescovo di età tardoantica (IV-V sec. d.C.) e un coperchio frammentario di sarcofago, di VI-VII sec., sul quale è incisa anche un'iscrizione.
Intorno alla fine del IX-inizì del X sec. comincia a essere organizzato il nuovo insediamento del Castrum Sancti Feliciani, nato attorno alla tomba di Feliciano, vescovo della vicina Forum Flaminii. La passio ricorda che il presule venne sepolto nelle vicinanze di un ponte, nella zona che sarà poi occupata dalla cattedrale a lui dedicata. È un'area lambita dal corso antico del fiume Topino e del Menotre, che sarà in seguito potenziata e assorbirà sia le competenze amministrative che territoriali dell'antica F., di Forum Flaminii, della più lontana Plestia, nell'area montana appenninica e, probabilmente, di Nuceria Favoniensis, forse identificabile nel sito moderno di Pieve Fanonica.
Museo. - Varie collezioni di antichità sono documentate a F.: già nel XV sec. i Trinci, che reggevano la città in qualità di vicari pontifici, misero insieme nel loro palazzo una ricca raccolta antiquaria, che si conserva per gran parte ancor oggi. Vi sono documentate le collezioni private di Natalizio Benedetti (fine XVI-inizî XVII sec.), dispersa, e quella di Lodovico Jacobilli (1580-1664), parzialmente conservata.
Nel 1762 l'Accademia Fulginia organizzò un primo museo con varí materiali, alcuni dei quali provenienti dall'antica raccolta Trinci. I documenti furono sistemati nel Palazzo dei Priori (attuale Palazzo Comunale), nella sala delle adunanze dell'Accademia. Nel 1878, nell'ambito delle direttive impartite dal nuovo stato unitario, venne organizzato un museo nel Palazzo Comunale e presso l'ex Monastero di S. Maria di Betlem. Soltanto nel 1908 si arrivò a un definitivo allestimento al secondo piano del Palazzo Comunale, che vide anche la pubblicazione di un piccolo catalogo. Verso il 1927, per interessamento di monsignor M. Faloci Pulignani, il materiale archeologico fu trasferito e sistemato in Palazzo Trinci, nel portico che si affaccia lungo il lato NE della corte interna. In questi ultimi anni sono state recuperate anche varie testimonianze di carattere archeologico, tra cui un'interessante serie di mosaici pavimentali rinvenuti in una domus e materiali provenienti da Forum Flaminii e da Spello. Attualmente è in fase di studio un nuovo allestimento degli oggetti nelle sale al pianterreno di Palazzo Trinci.
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