folle
Il significato fondamentale è quello di " insensato ", " stolto ", quale del resto emerge non tanto dalla stereotipa opposizione i folli e i savi (Pd V 71), quanto piuttosto da Pg XIII 113, ove Sapia (che il suo nome doveva indicare come savia) si dichiara folle nella realtà del suo dissennato esultare per la rotta subita a Colle Valdelsa dai ghibellini senesi e da Provenzan Salvani nel 1269, che la spinge a gridare rivolgendosi a Dio: Omai più non ti temo! (v. 122).
Questo senso generale compare in molti altri luoghi: Vn XIII 8 4, Cv IV XVI 6, Fiore X 8, XXII 6, XXVII 10, CXXXV 4, CLXXXII 9, CCII 13, Detto 87 e 254, Rime XCI 103; f. è anche l'anima di chi, ritornando sempre col pensiero sulla bellezza dell'amata, in realtà al suo mal s'ingegna (Rime CXVI 19). In Fiore LXXI 2 s'incontra nel nome di Folle-Larghezza (v.).
Più propriamente " dissennato " è il volere di chi ha la mente cieca (Rime CVI 71), dunque di chi soggiace all'ira folle (If XII 49), al folle amore (Pd VIII 2), che è tale infatti in coloro che la ragion commettono al talento (If V 39); sopraffatti da altri vizi capitali, nella fattispecie dalla superbia, sono Edoardo II re d'Inghilterra e Robert Bruce re di Scozia, ognuno dei quali è infatti detto folle (Pd XIX 122); dall'avidità è soggiogato il cuore dei monaci che si appropriarono delle elemosine destinate ai poveri (Pd XXII 81; e cfr. Pg XX 109). Priva addirittura della luce divina era la gente folle (Pd XVII 31) vissuta prima che discendesse nel mondo l'Agnel di Dio che le peccata tolle.
Significa " dissennato ", " pazzesco ", in If II 35, ove D. resiste alla proposta di Virgilio d'intraprendere un viaggio nell'oltretomba perché egli non si sente né Enea né s. Paolo: se del venire io m'abbandono, / temo che la venuta non sia folle: cfr. infatti VIII 91, ove dai diavoli guardiani di Dite è chiamata folle strada il viaggio che ha intrapreso; eguale senso ha il folle volo (XXVI 125) ricordato nel varco / folle d'Ulisse di Pd XXVII 83. " Audace ", " temerario ", dubita invece il poeta di essere stato allorché si è lasciato andare a pronunciare nella sua requisitoria contro la simonia parole... gravi nei riguardi di un papa: I' non so s'i' mi fui qui troppo folle (If XIX 88). Cfr. anche Pg XII 43 folle Aragne.
Significato parecchio più blando gli assicura l'accoppiamento con musardo (" stordito ", " leggiero ", secondo il Parodi) in Fiore XXIII 8 e LII 4, mentre in LXXI 13 compare il sintagma folle musaggio a indicare l'impegno distratto con cui le sentinelle fanno la guardia al castello ov'è chiusa Bellaccoglienza; e proprio " distratto ", anche se colpevolmente (quindi " scortese ", Contini), significa in Rime CIV 57: gli occhi di Amore non hanno subito riconosciuto tutte e tre le donne che sono andate a fargli visita nel lacero abbigliamento cui le costringe l'esilio.
In Fiore CXLVIII 1 I' era bella e giovane e folletta, il senso di " spensierata ", " pazzerella " (Parodi) si desume anche dalla corrispondenza di rima e opposizione di significato con savietta del v. 5.
Bibl. - Per una diversa interpretazione dell'aggettivo e del sostantivo ‛ follia ', che nell'ambito della Commedia sarebbero collegati al concetto di chi devia dalle leggi imposte da Dio o da una norma morale umana, v. U. Bosco, D. vicino, Caltanissetta-Roma 1966, 55-75.