FOLLETTO (fr. lutin; sp. duende; ted. Poltergeist; ingl. hobgoblin)
Essere favoloso, raffigurato di solito come piccolo, con viso di fanciullo dalla capigliatura bionda e ricciuta, coperta da un berrettino rosso o nero, e vestito d'un saio scarlatto. Ha varî nomi, per es., in Italia: salvanello o massariol (Veneto), mazapégolo (Romagna), linchetto (Toscana), lauro (Puglie), monacello o faietta (Calabria), farfareddu (Sicilia), mazzemarelle (Abruzzo). È il genio familiare, che frequenta le case e le stalle; servizievole e sollazzevole, scherza in tutti i modi, strappa le coperte a chi dorme, intreccia la criniera ai cavalli, salta sui carri e sui campanili, donde manda a notte alta il suo canto, ecc.; ma è generalmente benevolo e di buon augurio (onde l'epiteto di auguriello). Fortunato dev'essere ritenuto chi riesca a strappargli il berrettino, perché con quel pegno potrà costringere il folletto a rivelare il luogo del tesoro. Ma alcune tradizioni gli assegnano un carattere mostruoso (piede biforcuto o speronato) e insegnano a difendersi dalle sue bizzarrie più pericolose. Gli studiosi moderni considerano questo genio della casa un ricordo degli antichi Lari.
Bibl.: A. Santulli, in La Calabria, VII (1894), p. 1; J. Rossi, Il mazapegolo, in Arch. trad. popol., XIV (1897), p. 330 seg.; R. Nerucci, Credenze popolari toscane, ibid., XVIII (1899), p. 459; F. Babudri, Fonti vive dei Veneto-giuliani, Milano 1926, p. 313 seg.; Sadoul, Le sortret, Nancy 1930; Singer, Hausgeist, in Handwörterb. d. deutsch. Abergl., III, Berlino-Lipsia 1931, p. 1569 seg.