follia
Sinonimo generico di malattia mentale, nella nosografia psichiatrica anglo-americana della fine del 19° sec. indicava un quadro psicopatologico largamente sovrapponibile alla schizofrenia (➔). Una diversa pregnanza assume invece il termine nella sua accezione socioculturale: grazie soprattutto agli studi del filosofo francese Michel Foucault (Storia della follia nell’età classica, 1961), la coscienza contemporanea coglie nel concetto di f. non soltanto il particolare stato mentale di determinati individui, ma più in generale l’espressione di una condizione di ‛diversità’, rispetto a modelli di ‛normalità’ socialmente stabiliti, che è imputabile non tanto a un disturbo interno a un soggetto sofferente, quanto a un’interazione squilibrata tra il soggetto stesso e il suo ambiente, creatasi ‒ secondo Foucault ‒ in base a differenze di potere e di autodeterminazione a sfavore dell’individuo, considerato perciò ‛folle’.