follore
Corrisponde al provenzale folor, che anche D. adopera per metterlo sulle labbra di Arnaldo Daniello (Pg XXVI 143). Compare col senso di " stoltezza ", " sciocchezza ", in Fiore CLVI 4 (secondo la Vecchia, fa gran follore una donna che ami una sola persona e faccia molti doni), mentre in Detto 253 Amor... / il terrebbe a follore, ha un corrispettivo nell'iterazione sinonimica foll' o re', che assegna al termine una coloritura di colpevolezza. Il vocabolo è d'uso piuttosto frequente nella lirica due-trecentesca (se ne vedano i molti esempi citati in M. Corti, I suffissi dell'astratto -OR e -URA nella lingua poetica delle origini, in " Atti R. Accad. Naz. Lincei " Rendiconti, s. 8, VIII [1953] 304; e cfr. inoltre Davanzati Rime, a c. di A. Menichetti, Bologna 1965, glossario). V. FOLOR.