fondamento
Termine del linguaggio filosofico, che richiama più volte luoghi di dottrina. E usato spesso nel Convivio a significare l'" elemento basilare ", il " principio costitutivo " su cui poggia una costruzione sia in senso proprio che traslato: in ciascuna cosa, naturale ed artificiale, è impossibile procedere, se prima non è fatto lo fondamento, sì come ne la casa e sì come ne lo studiare: onde, con ciò sia cosa che 'l dimostrare sia edificazione di scienza, e la litterale dimostrazione sia fondamento de l'altre, massimamente de l'allegorica, impossibile è a l'altre venire prima che a quella (Cv II I 12). Il paragone è derivato da Aristotele: " Principium dicitur... unde optime fiet unumquodque, ut doctrinae... Aliud unde primum generatur in existente, ut navis sedile et domus fundamentum " (Metaph. V 1, 1012b 34 - 1213a 5). Ma cfr. anche Isidoro Etym XV VIII 1 " fundamentum dictum quod fundus sit domui ".
Una serie di occorrenze consecutive della parola s'incontra in Cv III II 12-13 dove si parla delle potenze dell'anima, vivere, sentire, ragionare, ciascuna delle quali è f., " base " e quindi " principio e condizione " dell'altra: è manifestissimo che queste potenze sono intra sé per modo che l'una è fondamento de l'altra; e quella che è fondamento puote per sé essere partita, ma l'altra, che si fonda sopra essa, non può da quella essere partita. Onde la potenza vegetativa, per la quale si vive, è fondamento sopra 'l quale si sente... e questa sensitiva potenza è fondamento de la intellettiva. Per il concetto la fonte dichiarata di questo passo è il secondo libro del De Anima (cap. 2) di Aristotele.
Con Pd XXIV 100-102 e XXIX 111 va messo in relazione questo altro luogo: con ciò sia cosa che principalissimo fondamento de la fede nostra siano miracoli fatti per colui che fu crucifisso (III VII 16), che traduce la locuzione del latino cristiano " fundamentum fidei " (cfr. Agost. Civ. XXI 21 titolo; Ambrogio Epist. XV 12) nel senso di " base ", " origine ". La ricerca dei principi e dei fini della vita umana estesa dallo spirituale al temporale detta questo giudizio dell'autorità imperiale: Lo fondamento radicale de la imperiale maiestade, secondo lo vero, è la necessità de la umana civilitade (IV IV 1); qui f. è " principio ", la cui bontà si commisura col fine al quale è ordinato.
Riferito alla ‛ vergogna ', massimamente necessaria al buono fondamento de la nostra vita (IV XXV 3 e 4) f. vale " istituzione ", " fondazione " in quanto ‛ avviamento morale ', ‛ principio educativo ', perché essa nelle forme dello ‛ stupore ', del ‛ pudore ' e della ‛ verecondia ' è considerata necessaria all'adolescenza.
Nella sua unica occorrenza al plurale f. ha senso concreto: quando elli [Dio] appendeva li fondamenti de la terra (III XV 16), ed è traduzione dichiarata dai Proverbi di Salomone: " quando appendebat fundamenta terrae " (8, 29).
La parola ricorre due volte nella Commedia: al fondamento che natura pone (Pd VIII 143); ma diede lor verace fondamento (XXIX 111). Nel primo esempio f. sono le " inclinazioni naturali " provvidenzialmente infuse negl'individui fin dal nascere; nel secondo si tratta del pensiero di Cristo raccolto nel Vangelo e ‛ fondamento ', ossia " fonte ", " origine " della fede predicata dagli apostoli (cfr. Cv III VII 16 qui citato; inoltre Pd XXIV 100 e Mn III X 7 Nam Ecclesiae fundamentum Cristus est, che a sua volta deriva da Paolo I Cor. 3, 11 " Fundamentum enim aliud nemo potest ponere, praeter id quod positum est, quod est Christus Jesus ".