fonetica
Il suono delle parole
Solo gli esseri umani, rispetto a tutti gli altri animali, usano le parole per comunicare: con la voce emettono suoni che, combinandosi fra loro, formano le parole di una lingua. La fonetica, parola che deriva dal greco phonè "suono, voce", si occupa di descrivere i suoni di ogni parola nelle diverse lingue in cui l'uomo si esprime
Per parlare utilizziamo l'aria che abbiamo dentro il nostro corpo, mandandola verso l'esterno. Il processo di produzione dei suoni avviene prima nella nostra mente, quando cioè scegliamo le parole da pronunciare, e poi attraverso l'apparato fonatorio, cioè l'insieme degli organi che ci consentono di parlare (polmoni, bronchi, trachea, laringe, bocca, lingua, labbra, denti, cavità nasali). Per articolare i diversi suoni tali organi si dispongono in modi diversi. Per esempio, il suono f di festa si articola accostando i denti al labbro inferiore e lasciando passare l'aria, o il suono d di dente mettendo la punta della lingua sui denti (all'interno). I singoli suoni servono poi a formare le parole. Una parte della fonetica, detta fonetica articolatoria, studia appunto il modo di articolazione dei suoni.
Naturalmente, i suoni si muovono attraverso l'aria: la descrizione materiale dei suoni linguistici e della loro propagazione nell'aria si chiama fonetica acustica.
Ma le parole servono per comunicare con gli altri, e dunque i loro suoni viaggiano attraverso l'aria per giungere all'orecchio di chi ascolta. Dall'orecchio poi le parole arrivano alla mente dell'ascoltatore che le interpreta. La fonetica uditiva o percettiva studia appunto come i suoni vengono percepiti dall'apparato uditivo.
Solo gli esseri umani, tra tutti gli animali, sono in grado di usare le parole. Talvolta in senso metaforico diciamo che anche gli animali parlano (per esempio gatti, cani, delfini), ma in verità, al massimo possiamo dire che gli animali comunicano. E lo fanno in modi molto vari: con danze, movimenti del corpo, rilasciando tracce chimiche, e anche con suoni. Ma i suoni che producono gli animali sono versi, cioè intere sequenze di un unico suono che non possiamo dividere. Ciascuna parola, invece, è divisibile nei suoni che la compongono e che ritroviamo con altre combinazioni in altre parole. Per la parola cane, per esempio, è necessario articolare quattro suoni c-a-n-e. Tali suoni poi li ritroviamo anche in altre parole. Infatti in casa, i due suoni iniziali sono gli stessi di cane, e il suono consonantico n si trova in molte parole, così come anche la vocale e. In fonetica ciascun suono linguistico si chiama fonema.
Ogni lingua ha una sua fonetica: i fonemi dell'inglese, per esempio, sono diversi, e si combinano in modo diverso, rispetto ai suoni del francese o dell'italiano, e così via. La fonetica consente di descrivere le particolarità di ciascuna lingua.
Spesso si pensa che le lettere dell'alfabeto descrivano fedelmente i suoni di una lingua. In realtà, i segni alfabetici sono solo rappresentazioni imperfette dei suoni di una lingua, poiché non esiste una corrispondenza precisa tra suoni e lettere.
Per esempio, in italiano lo stesso suono /k/ è rappresentato in quattro modi diversi: con la c nella parola casa; con ch nelle parole che, chicco; k in kiwi, Katia; q in quadro, questo. Allo stesso modo con una stessa lettera, la g, si rappresentano due suoni diversi come in gatto e genitore. Ancora più complesso è il rapporto tra suoni e lettere in altre lingue, come il francese o l'inglese. In realtà in nessun alfabeto, di nessuna lingua, a un suono corrisponde una sola lettera.
Gli studiosi di fonetica hanno elaborato uno speciale alfabeto per rappresentare i suoni di tutte le lingue nel mondo: l'alfabeto fonetico internazionale, nel quale a ogni simbolo grafico corrisponde sempre un solo suono. Per esempio, con l'alfabeto fonetico la parola sciacquare (che si scrive con dieci lettere ma ha solo otto suoni) si trascrive così: /Sakkware/.
La rappresentazione dei suoni si trova spesso nei dizionari bilingui e consente di conoscere, dunque, la corretta pronuncia delle parole. A patto, ovviamente, d'imparare a riconoscere i simboli dell'alfabeto fonetico, che spesso sono descritti nei dizionari e nelle grammatiche, oltre che naturalmente nei libri di linguistica e di fonetica.