FONETICA
(XV, p. 622; App. II, I, p. 960; III, I, p. 655)
L'oggetto di studio della f. è costituito dai suoni del linguaggio. In realtà il ruolo dei suoni nelle lingue naturali può essere adeguatamente compreso soltanto in relazione ai significati che essi comunicano. Normalmente si assume che le espressioni linguistiche consistano nell'associazione di suono e significato sulla base di regole la cui conoscenza è condivisa dai parlanti di una lingua particolare. Possiamo concepire le lingue naturali come sistemi cognitivi che caratterizzano le espressioni linguistiche assegnando a esse un'organizzazione strutturale che ne determina il suono e il significato (Chomsky 1988).
La f. specifica le condizioni generali del rapporto fra proprietà articolatorie e acustiche dei suoni determinate dalle caratteristiche dell'apparato fonatorio, e su questa base fornisce una classificazione dei suoni possibili nelle lingue naturali. I meccanismi di produzione e percezione della parola implicano inoltre processi come la coarticolazione, la temporalizzazione della sequenza, le restrizioni di tipo fisico sulle configurazioni vocaliche e consonantiche, che costituiscono spesso il punto di partenza di fenomeni di cambiamento studiati dalla f. storica. L'indagine sui dispositivi articolatori e sulle proprietà acustiche dei suoni ha fatto ricorso a metodi sperimentali basati sull'uso di particolari strumenti, per es. lo spettrografo per l'analisi dell'onda sonora. In anni abbastanza recenti l'uso del calcolatore ha reso possibile un ulteriore affinamento dell'analisi acustica e insieme lo sviluppo di tecniche di sintesi vocale. L'indagine strumentale generalmente si combina con prove di riconoscimento e di percezione di proprietà fonetiche.
I suoni del linguaggio vengono rappresentati per mezzo di un sistema di scrittura convenzionale chiamato alfabeto fonetico, basato sulla corrispondenza biunivoca fra suono e simbolo grafico. La procedura che abbina i simboli dell'alfabeto fonetico ai suoni è della trascrizione fonetica. Un alfabeto fonetico di ampio uso fra gli studiosi è il sistema IPA (International Phonetic Alphabet), presentato dalla International Phonetic Association nell'opuscolo Principles of the International Phonetic Association (1949). L'IPA si differenzia in parte dall'alfabeto fonetico tradizionalmente impiegato dai dialettologi e romanisti, che dipende dal sistema di trascrizione elaborato da K.R. Lepsius in Das allgmeine linguistische Alphabet (1854). Le tabb. 1 e 2 riportano la rappresentazione IPA rispettivamente dei tipi vocalici e consonantici fondamentali.
L'apparato fonatorio comprende un insieme di organi la cui funzione primaria non consiste nella produzione di suoni linguistici, anche se alcune caratteristiche, come la struttura della cavità faringea, sembrano specializzate in tal senso (Ph. Lieberman). Di esso fanno parte i polmoni, la trachea, la laringe e il tratto vocale sopralaringeo (la faringe, la cavità nasale, la cavità orale, le labbra). L'insieme dei differenti suoni linguistici è determinato dalla combinazione delle proprietà di sorgente con quelle di tratto sopralaringeo: a) produzione di una corrente d'aria (che generalmente è espiratoria); b) sorgente sonora, cioè la fonte periodica di energia acustica localizzata nella laringe; c) tempo di attacco della produzione di sonorità (il meccanismo che controlla la ''sonorità'' dei suoni consonantici); d) funzioni della cavità sopralaringea: filtro dell'onda periodica di flusso d'aria prodotta dalla vibrazione delle corde vocali, modificazioni del tratto sopralaringeo determinate dalla posizione degli articolatori (in particolare la lingua e le labbra); e) interruzione/riduzione del segnale acustico; f) nasalità.
I suoni del linguaggio (foni) si suddividono in due classi fondamentali, consonanti e vocali: nelle consonanti viene realizzata un'ostruzione radicale in un punto del tratto vocale in modo da interrompere il flusso d'aria o da produrre rumore. Dal punto di vista articolatorio, le vocali si possono classificare in base ai parametri di localizzazione e di grado di ampiezza della cavità orale (tab. 1), le consonanti in base al punto dell'articolazione, al grado della costrizione realizzata dagli articolatori e al tempo di attacco della fonazione (sonorità/sordità) (tab. 2). Vi sono suoni consonantici, come le nasali e le liquide, che presentano proprietà di tipo vocalico. Dal punto di vista acustico, dalle diverse configurazioni del tratto sopralaringeo dipendono, in particolare nel caso delle vocali, le formanti, zone di concentrazione di energia sonora visualizzate dall'esame spettrografico, il cui studio ha fornito la base per l'analisi in tratti distintivi elaborata da R. Jakobson, C.G.M. Fant e M. Halle nel 1952 (il diagramma in fig. riporta i valori di frequenza per la prima e la seconda formante, F1 e F2, delle vocali italiane). L'opposizione fra consonanti e vocali è riflessa dalle condizioni di occorrenza nella catena parlata e in particolare nel diverso ruolo che questi elementi hanno nella sillaba. Si noti che la catena parlata è dal punto di vista fisico un flusso continuo di suoni la cui segmentazione in suoni e sillabe coinvolge capacità cognitive complesse correlate con processi percettivi, col controllo motorio dell'articolazione e col riconoscimento delle parti significative della sequenza (Ladefoged 1975; Lieberman 1975; Lieberman e Blumstein 1987).
Gli studiosi concordano nel considerare la sillaba CV una struttura universale, sia in base ai dati interlinguistici sia in base alla sua funzione nel processo di acquisizione linguistica (Jakobson 1966 [1962]). Possiamo concepire la sillaba come un'unità costruita intorno a un ''picco'' di sonorità (un elemento di tipo vocalico), con elementi consonantici ''facoltativi'', e con restrizioni specifiche nelle singole lingue. Nella catena parlata alcune posizioni sillabiche (toniche) presentano maggiore rilievo rispetto ad altre sillabe (atone): tale caratteristica è chiamata accento. L'accento coinvolge le tre funzioni: intensità, altezza melodica, durata. Nelle lingue naturali il susseguirsi di sillabe toniche e atone è tendenzialmente regolare e dipende sia da restrizioni di tipo universale sia da restrizioni specifiche alle singole lingue, costituendo il ritmo. La successione di posizioni accentate e atone è controllata da due tipi possibili di arrangiamento temporale, su base sillabica e su base accentuale (vi è così una tendenziale divergenza fra lingue come l'inglese, con sillabe atone fortemente ridotte, e lingue come l'italiano, con sillabe atone conservate). Nelle lingue naturali inoltre hanno funzione linguistica, caratterizzando alcuni aspetti dell'informazione, anche le variazioni della frequenza fondamentale che si estendono sulla frase, ciò che chiamiamo intonazione. Il gruppo espiratorio costituisce la segmentazione del flusso di parole dovuta all'attività respiratoria su cui si estende la configurazione delle variazioni di frequenza fondamentale. Vi sono lingue nelle quali, oltre al meccanismo dell'intonazione, che interessa la frase, variazioni relative nell'altezza melodica, dette toni, sono associate a singole sillabe o parole. Le lingue tonali (a contorno o a registro) utilizzano le differenze di tono esattamente come le altre differenze fonetiche, cioè a fini distintivi. Le proprietà relative a sequenze di unità (sillaba, gruppo di respiro, accento, ritmo, tono, intonazione) costituiscono gli aspetti soprasegmentali o prosodici del linguaggio.
Bibl.: R. Jakobson, C. G. M. Fant, M. Halle, Preliminaries to speech analysis, Cambridge (Mass.) 1952; R. Jakobson, Saggi di linguistica generale, trad. it., Milano 1966 [1962]; I. Lehiste, Suprasegmentals, Cambridge (Mass.) 1970; W. H. Chapman, Introduzione alla fonetica pratica, trad. it., Roma 1972; E. Magno Caldognetto, Introduzione all'interpretazione articolatoria dei dati spettrografici, Bologna 1973; B. Malmberg, Manuel de phonétique générale, Parigi 1974; P. Ladefoged, A course in phonetics, New York 1975; Ph. Lieberman, On the origins of language: an introduction to evolution of human speech, ivi 1975; Language production I: Speech and talk, a cura di B. Butterworth, ivi 1980; Ph. Lieberman, S. Blumstein, Speech physiology, speech perception and acoustic phonetics, Cambridge 1987; N. Chomsky, Language and problems of knowledge, ivi 1988. Per quanto riguarda la fonetica dell'italiano si tengano presenti il volume di AA. VV., Studi di fonetica e fonologia, Atti del Convegno internazionale di studi della Società di Linguistica italiana, Roma 1976, nonché i Quaderni del Centro di Studio per le Ricerche di Fonetica del CNR di Padova.