FONTEMAGGI
Famiglia di compositori e organisti attivi a Roma nel corso dei secoli XVIII e XIX.
Antonio nacque a Roma nella seconda metà del sec. XVIII. Non sappiamo con chi intraprese gli studi musicali; nel testo del libretto S. Elena al Calvario del 1784, da lui musicato, è indicato quale "Maestro di cappella romano e virtuoso dell'Eccell.ma casa Albani e dell'Eccell.ma casa Gaetani". Il 7 marzo 1773 era stato aggregato alla Congregazione e Accademia di S. Cecilia in qualità di maestro compositore e fino al 1807 fu esaminatore degli allievi della stessa accademia. Il 26 ag. 1795 ottenne il posto di vice maestro di cappella nella basilica di S. Maria Maggiore in Roma quale coadiutore di R. Lorenzini, divenendo maestro di cappella effettivo dal 1806.
Morì a Roma il 4 maggio 1810.
Compose prevalentemente musica sacra, conservata manoscritta per la maggior parte nell'Archivio della Basilica di S. Maria Maggiore. Tra le sue composizioni si ricordano: Il cavaliere bizzarro (testo di A. Schiantarelli), intermezzi in musica a 4 voci, teatro della Pace, carnevale 1774; Giuseppe riconosciuto, componimento sacro per musica, collegio germanico-ungarico, 1782; S. Elena al Calvario (testo di P. Metastasio), componimento sacro per musica a 6 voci, ibid., 1784; Dixit a 16 voci in 4 cori con organo; Litanie a 4 voci con istromenti; Messa da requiem a 4 concertata (Münster, Diözesanbibliothek); Miserere a 4 voci concertato (ibid.); Messa a 4 voci concertata breve; Te Deum a 4 voci e orchestra; inoltre graduali, mottetti, offertori, responsori e salmi.Domenico, figlio di Antonio, nacque a Roma nel 1780. Il 2 genn. 1795 fu aggregato alla Congregazione e Accademia di S. Cecilia in qualità di organista e dal 5 maggio 1807 come maestro compositore. Il 16 dic. 1807 fu eletto organista presso la basilica di S. Giovanni in Laterano a Roma in seguito a pubblico concorso indetto per sostituire il defunto organista F. Corelli. La protezione e la stima conseguite nell'ambiente della Curia romana lo favorirono nella successiva elezione a maestro di cappella nella basilica di S. Maria Maggiore, avvenuta il 15 giugno 1823. Conservò questo ruolo fino al 1856, svolgendo anche quello di direttore di musiche proprie e altrui in varie chiese romane, tra cui S. Maria in Campo Carleo, S. Giovanni dei Falegnami, S. Marco, Ss. Apostoli, S. Maria della Concezione. S. Giovanni dei Fiorentini. La sua abitudine di servirsi in tali circostanze di professori - cantanti o strumentisti - non soci della Congregazione di S. Cecilia, contravvenendo così all'articolo XXI dello statuto di Clemente XI, gli provocò varie controversie giudiziarie. Il 5 nov. 1829 divenne socio accademico onorario dell'Accademia filarmonica romana. Intensa fu la sua attività per la Congregazione e Accademia di S. Cecilia: dal 1828 fu esaminatore dei maestri di cappella e dal 1832 esaminatore dei maestri compositori; favorì inoltre l'atteggiamento più cosmopolita che l'Accademia ceciliana adottò a partire dal 1835 verso gli artisti e l'ambiente musicale in genere. Nel dicembre 1838 fece parte della commissione della Congregazione di S. Cecilia incaricata di provvedere alla riforma della musica da chiesa e di redigere il successivo "rapporto Spontini" da presentare al pontefice Gregorio XVI; il 17 ag. 1850, quale "decano dei maestri e rappresentante i soci esercenti" della congregazione, partecipò insieme con L. Rossi ed E. Angelini a un'udienza con il papa Pio IX per discutere le necessità più impellenti del momento.
Ebbe una vita privata difficile, travagliata da disgrazie e lutti familiari, problemi di salute, difficoltà finanziarie, debiti e controversie di varia natura.
Domenico morì a Roma il 24 dic. 1856.
La sua produzione musicale comprende prevalentemente musica sacra; la maggior parte delle composizioni è conservata manoscritta nell'Archivio della Basilica di S. Maria Maggiore e nella Biblioteca del conservatorio di S. Cecilia a Roma. In particolare si ricordano: cantata Dov'è il mio bene per soprano solo con strumenti (Bologna, Bibl. del Museo bibliogr. musicale); Messa in pastorale a 3 voci concertata e organo (1823); Messa a 3 voci concertata e organo (1855); Miserere (1828); i mottetti Bonum est confiteri a 4 voci con organo; Caro mea per soprano, tenore e organo, Expectans expectavi Dominum a 4 voci con organo; Recordare mei a 3 voci e pieno (Münster, Diözesanbibliothek); Salve Regina a 2soprani con accompagnamento d'organo (1827); inoltre antifone, graduali, inni, responsori, salmi, sequenze.
Giacomo, figlio di Domenico, nacque a Roma nel 1810. Intraprese gli studi musicali nel conservatorio di Napoli sotto la guida di N.A. Zingarelli e a Roma con G. Baini. Nel 1826 fu organista della chiesa di S. Maria in Cosmedin a Roma. Il 27 nov. 1828, in seguito a pubblico esame, ottenne dall'Accademia di S. Cecilia il titolo di maestro compositore. Successivamente fu maestro di cappella nelle chiese di S. Maria sopra Minerva e S. Salvatore in Lauro a Roma. Nel 1834 divenne organista della Cappella Giulia in S. Pietro in Vaticano, succedendo al defunto S. Pascoli, dove rimase per oltre un ventennio componendo tutto l'annuale del servizio feriale (oltre cento brani di musica). Il 26 genn. 1835 andò in scena al teatro Valle di Roma l'opera La testa di bronzo, che ebbe esito infelice. Presso l'Accademia di S. Cecilia fu nominato il 21 giugno 1839 maestro esaminatore degli allievi dell'accademia; l'8 nov. 1855 esaminatore degli organisti; il 9 giugno 1856 coadiutore degli esaminatori della classe dei maestri compositori e il 4 febbr. 1857 loro maestro esaminatore effettivo, succedendo in tale incarico al defunto padre Domenico e mantenendolo fino al 1859. Sottoscrisse azioni per l'istituzione di beneficenza a vantaggio dei poveri e dei bisognosi, iniziativa promossa dalla Congregazione di S. Cecilia nel 1841; sostenne a lungo, senza successo, un progetto per l'istituzione di una scuola privata di musica a Roma, comprendente gli insegnamenti di canto, pianoforte e contrappunto. Nell'autunno del 1835 fu tra i sostenitori del ripristino della disciolta Accademia filarmonica romana. Svolse attività concertistica sia come organista sia come pianista accompagnatore e direttore di coro per concerti privati dell'Accademia filarmonica romana. Le sue musiche vocali (arie, duetti, romanze) ricorrono spesso nei programmi dei concerti da camera sulla metà dell'Ottocento accanto a composizioni di G. Donizetti, G. Verdi, G. Rossini.
La sua produzione musicale comprende musica da camera e soprattutto musica sacra, la maggior parte della quale è conservata manoscritta nella biblioteca romana dell'Accademia di S. Cecilia e nella Biblioteca apost. Vaticana.
Giacomo morì a Roma il 24 giugno 1859 e fu sepolto nella chiesa di S. Maria sopra Minerva.
Tra le sue composizioni si ricordano: La testa di bronzo ossia La capanna solitaria, melodramma eroicomico in 2 atti (libr. di F. Romani, Roma, teatro Valle, 26 genn. 1835); Jefte, azione sacra per musica (testo di V. Petrosellini, Roma, oratorio di S. Maria in Vallicella, 1832; ed. Roma 1832); messe (intere e parti) a 3, 4, 5, 6 voci; Messa da requiem a 4 concertata con organo; 2 Credo a 4 e 5 voci e grande orchestra (1854, 1858); Inno a Pio IX a coro (Roma s.d.); 2 Magnificat a 4 concertati (1854, 1855); Sette parole di Nostro Signore Gesù Cristo sulla croce a 3 voci e coro (1853); circa 100 graduali tra cui quelli per diverse feste Salve Regina a tenore e basso con coro ed istrumento a piena orchestra (1857); inoltre offertori e mottetti a 2, 3, 4 voci e coro tra cui Salvum fac pium per tenore e coro (Roma s.d.); litanie; antifone per il vespero dell'Immacolata concezione (1850); Responsori; 5 Profezie e Tratto; Sequenze a 3 e 4 voci tra cui Veni sancte spiritus a 3 voci e Stabat Mater a 4 voci; Salmi a 4 voci e altre composizioni sacre; Vedi, o Nice, alla riva del mare (testo di F. Mazzocchi), romanza per contralto e pianoforte (Roma s.d.); Le corone del tempio della gloria (testo di P.E. Visconti), cantata in musica (Roma 1842); Brindisi di marinari per tenore, basso e coro; 4 ariette per camera per soprano o tenore e pianoforte; La lontananza, romanza per voce (basso) e pianoforte (Roma s.d.), e ancora ariette, cavatine, romanze, duetti, terzetti.
Fonti e Bibl.: Bibl. apost. Vaticana, Sala Manoscritti 211: Indice dei mss. musicali della Cappella Giulia (datt.), a cura di E. Boezi, I, pp. 110 s.; Ibid. (R. G. datt.), G. Salvatori, Notizie... sulla... Cappella Giulia ... e i suoi maestri organisti..., 1976, II, p. 306 (per Giacomo); Roma, Arch. storico della Accademia naz. di S. Cecilia, Categoria terza e Atti delle Congregazioni; Raccolta di esami, I; II (per Giacomo); Roma, Archivio di S. Giovanni in Laterano, Cappella Pia Lateranense, 1766-1866; Roma, Arch. della Basilica di S. Maria Maggiore, Cappella musicale, Atti capit. e Miscellanea (ad nomen); Roma, Arch. della Accad. filarmonica romana, Carteggi, verbali, programmi, 1829-1859; Strenna musicale romana, I, Per l'anno 1870, Roma 1869, p. 44; J. Killing, Kirchenmusik Schätze d. Bibl. des Abbate F. Santini, Düsseldorf 1910, ad Ind.; R. Giazotto, Quattro secoli di storia dell'Accademia nazionale di S. Cecilia, Roma 1970, II, ad Ind.; L.M. Kantner, "Aurea Luce": Musik an St. Peter in Rom 1790-1850, Wien 1979, pp. 17, 30, 44, 137, 140, 173, 178, 181; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, p. 290; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Suppl., p. 314; R. Eitner, Quellen-Lexikon, XI, Nachträge, u. Miscellanea, pp. (56), (180); Encicl. della musica Ricordi, II, p. 216; Diz. encicl, univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 798; C. Sartori, I libretti ital. a stampa dalle origini al 1800, cfr. Indici, I (per Antonio).