forare
Nel significato proprio di " perforare ", " attraversare ", il verbo, usato esclusivamente nella Commedia, ricorre in If XIV 114, detto delle lagrime che sgorgano dalla statua del Veglio, le quali, accolte, fóran quella grotta (la roccia del monte Ida) e danno poi origine ai fiumi infernali. Il vermo reo che 'l mondo fóra (XXXIV 108) è Lucifero, che " passando per lo centro de la terra [dove provoca lo fóro di cui al v. 85], fora il mondo... sì come il vermo fora panno, legno o cosa simile " (Vellutello, Daniello). Così intendono anche Scartazzini-Vandelli e Casini-Barbi, mentre altri commentatori vedono nell'espressione anche un'allusione all'opera corruttrice di Lucifero, simbolo del " vizio indotto nell'umana natura dalla prima istigazione diabolica. Così le ree lagrime umane forano la grotta e fanno i fiumi infernali " (Tommaseo; analogamente Porena, Chimenz, e altri). Ancora nel senso proprio di " bucare ", è detto del fil di ferro, che fóra / e cusce i cigli degl'invidiosi (Pg XIII 70). Scadente è la variante foran l'osso (o forar) della tradizione ß in If XXXIII 78, in luogo di furo a l'osso; cfr. Petrocchi, ad I.
Tale preciso valore si mantiene anche quando il verbo è assunto, estensivamente, a indicare ferite: sostituito al più generico ‛ ferire ' - che d'altronde è usato spesso in senso traslato, o per indicare le ferite di Amore -, f. evoca precise immagini di piaghe profonde, " fori ", appunto (li profondi fóri [" foramina et vulnera ", Benvenuto] / ond'uscì 'l sangue in sul quale io sedea, dice Iacopo del Cassero: Pg V 73): così in If XXVIII 19, dove i feriti delle più sanguinose battaglie sono paragonati ai peccatori della nona bolgia: qual forato suo membro e qual mozzo / mostrasse...: " percussum punctim... percussum caesim ", specifica Benvenuto, e anche il Torraca parla di " tagli, fori, piaghe... ", mentre il Castelvetro osserva: " Sono lodati que' poeti che, nel narrare le battaglie, fanno le fedite l'una diversa dall'altra ". Poco più oltre, nella stessa bolgia, Pier da Medicina, che forata [" cioè divisa ", dice il Buti; " era deciso ", il Lana] avea la gola / ... aprì la canna / ... e disse (XXVIII 64); e ancora forato ne la gola (Pg V 98) sarà Bonconte da Montefeltro. Analogamente per Pd XIII 40, dove si allude a Cristo, forato da la lancia (e cfr. Pg XXI 83 le fóra / ond'uscì 'l sangue per Giuda venduto): si noti anche l'uso del participio passato con funzione predicativa.
Ancora " perforare ", ma in senso figurato, in If XXXI 37 forando [con lo sguardo] l'aura grossa e scura, / … fuggiemi errore e crescémi paura.