FORDICIDIE
Festa romana che si celebrava il 15 aprile, immolando una vacca pregna nell'Arce Capitolina e nelle Curie, in onore della dea Tellure (Tellus), ossia della terra fertile, per averla propizia col sacrificio di un animale fecondo. Il nome Fordicidia (o Hordicidia) fu derivato appunto da bos forda "vacca gravida" (quae fert in ventre) e da caedere "immolare".
Era cura del sacerdote celebrante di estrarre il feto dal fianco della vittima, di bruciarlo e di serbarne le ceneri per la solenne lustrazione delle Palilie (21 aprile), insieme con il sangue del cavallo immolato a Marte nelle idi di ottobre dell'anno precedente. La tradizione attribuiva l'istituzione di questa festa a Numa, in tempi difficili per l'agricoltura e la pastorizia, interpretando così l'oracolo di Fauno, che aveva sentenziato doversi placare Tellure immolandole due esistenze in una sola vittima. Ma certo il rito aveva in origine un valore magico inteso a provocare per simpatia il parto della terra (cioè la vegetazione e il bestiame), mediante il sacrificio di un'animale effettivamente fecondo, le ceneri del cui feto venivano poi sparse nei campi a scopo fecondativo. Il sacrificio continuò a celebrarsi nelle Curie e nell'Arce anche quando a Tellure fu dedicato un tempio nelle Carine, nell'anno 271 a. C.,
Bibl.: G. Wissowa, Religion u. Kultus d. Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 192; G. Vaccai, Le feste di Roma antica, 2ª ed., Torino 1927, p. 76.