FORLÌ (XV, p. 681)
La città è divisa in quattro rioni che conservano, nell'uso, l'antica denominazione di "Schiavonia", "Cotogni", "Ravaldino" e "S. Pietro", attraversati rispettivamente dai corsi: Giuseppe Garibaldi, Vittorio Emanuele, Armando Diaz e Giuseppe Mazzini, con inizio dalla Piazza Maggiore.
Fra le opere di assistenza va ricordato il centro sanatoriale di Vecchiazzano, dell'Istituto nazionale fascista di previdenza sociale. Sono attualmente in costruzione i grandiosi edificì del R. Istituto industriale e dell'Accademia di educazione fisica femminile. Completato è l'aeroporto Luigi Ridolfi.
La biblioteca comunale conta oggi 130.000 volumi: tra le collezioni speciali si ricorda la raccolta Piancastelli ricca di 8500 autografi. Nello stesso palazzo hanno sede, oltre alla pinacoteca, il museo Angelo Pasini, la raccolta numismatica e archeologica Santarelli, ecc. Notevoli anche le gallerie private Albicini, Merenda, Prati-Savorelli, Paulucci-Ginnasi, Gaddi.
Forlì è sede di importanti mercati settimanali, come centro di una zona agricola fertilissima e di intenso allevamento del bestiame. Recentemente si sono costruiti o stanno per essere terminati il Foro Boario, gli stabilimenti industriali della Soc. it. applicaz. cellulosa, fabbriche di concimi, di carrozzerie per autoveicoli, riparazioni in genere del materiale rotabile della R. Aeronautica, calzaturifici, costruzioni di cemento, lavorazione del feltro, ceramiche, ecc.
Soppresse le antiche tramvie a vapore, Forlì è ora allacciata alla periferia da 17 linee automobilistiche.
Monumenti. - Fra i palazzi più notevoli della città si ricordano il Palazzo Littorio, fatto costruire nella seconda metà del sec. XV dalla famiglia Albertini (probabile opera di Pace Bombace), il palazzo Paulucci e il palazzo Reggiani. Fra gli edifici pubblici di recente costruzione si ricordano il palazzo delle poste e telegrafi, la Casa-stadio della G.I.L., il palazzo dell'Istituto nazionale della previdenza sociale, la Casa dei mutilati (arch. C. Bazzani).
Il campanile di S. Mercuriale è di Francesco Deddi (non Dati). Fra le altre chiese ricordiamo: la cattedrale, restaurata nel 1875; la la SS. Trinità, ridotta alle attuali forme nel 1782; la chiesa del Carmine - ridotta alle attuali forme barocche nel 1735 dall'arch. Merenda - col portale di M. Cedrini, già appartenente alla cattedrale; la chiesa di S. Biagio, del sec. XV; la chiesa dell'abbazia di S. Maria delle Grazie di Fornò. Il cimitero monumentale, neoclassico, fu costruito nel 1867 su disegno di C. Camporese e G. Guerrini.
Storia. - Morto nel 1504 Antonio Ordelaffi, che, dopo la caduta di Caterina Sforza, l'aveva tenuta per breve tempo in signoria come ultimo di sua casa, Forlì ritornò al governo della Chiesa. Non essendo cessate le lotte di fazione, nel 1540 mons. Guidiccioni istituì il magistrato dei XC Pacifici, che tenne la custodia della città fino all'invasione francese. Nel 1793 Bonaparte creava Forlì capoluogo del dipartimento del Rubicone e sede dell'amministrazione centrale dell'Emilia. Al periodo napoleonico Forlì diede largo contributo di combattenti, come pure alle guerre del Risorgimento.
Bibl.: M. T. Fuzzi, L'ultimo periodo degli Ordelaffi, Forlì 1937; A. Pasini, Storia della Madonna del Fuoco, ivi 1936; Forum Livii, rivista di attività municipale, ivi 1926-31; A. Mambelli, Musica e teatro in Forlì, nel sec. XVIII, ivi 1933; id., I Forlivesi nel Risorgimento Nazionale da Napoleone a Mussolini, ivi 1936; G. V. Marchesi, Vitae Virorum Illustrium Foroliviensium, ivi 1726; G. Rosetti, Vite degli uomini illustri forlivesi, ivi 1858.