FORMA
. Arte. - Il sostantivo forma e il verbo formare sono usati in un'accezione tecnica in rapporto a determinate fasi operative della scultura. Per formare s'intende il procedimento con il quale si ottiene di trasferire nel gesso una statua, e per forma il mezzo che a ciò viene usato. S'intende che verbo e sostantivo possono inoltre venir usati in tal senso anche se, invece di una statua, si tratti di qualunque altro oggetto di cui si voglia prender l'impronta per uso industriale, sanitario e così via.
Nel campo artistico, ove l'operazione ha particolare importanza, la sua ragion d'essere sta nel fatto di poter riprodurre la statua da una materia in un'altra con fedeltà meccanica di procedimento. Essa consiste nell'applicare una sostanza che allo stato liquido si modelli facilmente e perfettamente come un involucro sulla superficie plastica dell'opera, e che rapidamente e saldamente si consolidi in modo da ritenere poi, nella forma risultata al distacco, l'impronta di tal superficie.
La materia adoperata generalmente per formare è il gesso, che riunisce in sé tutti i requisiti richiesti in quanto costa poco, si trasporta in polvere, si mescola sul posto con l'acqua in dose maggiore o minore a seconda della consistenza d'impasto desiderata, si rapprende senza mutar di volume, si consolida immediatamente e s'alleggerisce con il tempo per l'evaporazione del liquido sino a diventare come una buccia secca, leggiera, eppur resistente. Per queste qualità il gesso viene usato specialmente per formare dalla creta le statue appena modellate, e in generale per riprodurre marmi e bronzi o qualunque esemplare si voglia replicare. Ma talvolta si adoperano anche colle preparate, dette più propriamente "gelatine", che hanno, in compenso della loro minor durata, il vantaggio d'essere elastiche.
Le forme si distinguono in "forme perse" e "forme buone", altrimenti dette "a tasselli". Le prime sono forme che occorre scalpellare per liberarne il calco desiderato: sicché, dopo averle adoperate una volta, vanno distrutte. Le seconde invece possono servire a parecchi calchi, perché sono fatte in sezioni smontabili. È da queste che si trae il calco in cera della statua, stadio intermedio necessario per la fusione in bronzo, mentre servono ad ottenere il primo calco dall'originale di creta o di plastilina.
Il procedimento per ottenere la forma persa è il seguente. Sulla statua vengono prima infisse delle punte sottilissime d'ottone che determinano altrettante sezioni di superficie. Si spande poi una prima tenue pelle di gesso molto liquido tinto di rosa. Appena abbia fatto un po' presa, si rinforza con un secondo rivestimento di gesso molto più spesso. Infine si dispone ancora una terza corteccia di gesso, murandovi, se necessario, sostegni o rinforzi di iuta impastata, di legno, o di canne, o di ferri. Poi le varie sezioni si staccano una a una, si liberano interamente della creta e si puliscono bene con acqua corrente. Si ha così la negativa pronta per ricavarne la positiva.
Tale operazione di ricavo della positiva si chiama "sformare" e procede in modo inverso. Man mano si applica dentro le sezioni, che prima hanno ricevuto una lieve verniciatura d'ingrasso, il gesso, rinforzato con iuta e sostegni, rimontando le sezioni a poco a poco, sin che tutto l'insieme sia di nuovo chiuso. Allora s'incomincia a scalpellare la forma, menando dapprima colpi più sodi per disfare il grezzo involucro esterno, poi più prudenti quando si trova lo strato rosa che rivela la vicinanza immediata della superficie del calco. E il calco finalmente viene fuori lentamente. Nel caso della forma a tasselli si procede nello stesso modo; solo che per sformare basterà smontare uno a uno i tasselli che la costituiscono.