Vedi FORMIA dell'anno: 1960 - 1994
FORMIA (v. vol. III, p. 722)
L'incontrollato sviluppo dell'abitato moderno, soprattutto negli anni '60-'70, ha completamente stravolto e in parte cancellato l'importante documentazione archeologica della città antica, purtroppo poco nota e pochissimo tutelata. Nessun resto archeologico è attribuibile con certezza alla fase aurunca, forse non necessariamente coincidente con quella romana. Si conservano ampi tratti della cinta muraria in opera poligonale di III maniera, a facciavista esterna accuratamente lisciata e giunti molto precisi, che dall'altura del Castellone si sviluppa, con forma approssimativamente triangolare, fino alla costa, con una superficie di c.a 10 ha. L'acropoli, in corrispondenza del punto di massimo rilievo, è definita da una cinta più interna, in opera poligonale meno accurata. La costruzione delle mura è probabilmente da porsi in relazione con un primo impianto urbanistico, contestuale all'organizzazione amministrativa effettuata dopo il 338 a.C. Nel corso del II sec. a.C. buona parte delle mura furono sopraelevate e integrate in òpera incerta e le porte furono modificate e rinforzate; l'evidenza archeologica trova conferma in due importanti documenti epigrafici (edili costruttori di mura e porte - CIL, X, 6105, 6108), uno dei quali iscritto su uno stipite della porta N. Allo stesso periodo devono probabilmente essere riferiti una serie di terrazzamenti interni connessi evidentemente a una ristrutturazione urbanistica e alcuni edifici esistenti quali un tempio, una cisterna pubblica sotto l'acropoli, o noti da epigrafi: c[u]riam, tabul(arium), armament(arium), portic(um). La mancanza di ricerche regolari impedisce una buona lettura dei rinvenimenti di strutture e materiali, rilevanti specie nella fascia lungo l'Appia (attuale Via Rubino), e di conseguenza dell'assetto della città nelle diverse fasi: di particolare significato sono un grande edificio con serie di nicchie su un'area scoperta, visto a tratti in epoche diverse, che ha restituito materiale scultoreo ed epigrafico (basi iscritte, statue di personaggi togati oppure in posa eroica e statue femminili, in parte di membri della famiglia giulio-claudia), un grande portico, probabilmente pubblico, intravisto e in parte smontato nel 1967, edifici colonnati lungo la Via Appia. A fasi successive sono riferibili il teatro, probabilmente di età augustea, inglobato dagli edifici dell'abitato medievale, e l'anfiteatro, di piena età imperiale, identificabile in base alla fotografia aerea a valle dell'attuale stazione ferroviaria.
A partire dai primi decenni del II sec. a.C. la fascia litoranea venne occupata da una serie ininterrotta di ville, con imponenti terrazzamenti, spesso dotate di grandi peschiere, che si svilupparono in maniera sempre più articolata con fasi diverse durante tutto il I sec. a.C. Tra i complessi più evidenti quello della villa in proprietà Rubino, tradizionalmente identificata con la villa di Cicerone, presso la quale l'oratore trovò la morte, con fronte a mare di oltre 400 m; inoltre quello sotto Piazza della Vittoria e le strutture scavate nel 1928 in proprietà Di Fava, con grande piscina natatoria nella quale furono rinvenute in situ le due sculture di nereidi su animali marini, oggi al Museo Nazionale di Napoli, una statua di Apollo, un torso di Afrodite tipo «Doidalsas», un architrave col nome di Μ. Cocceio Nerva. In generale, oltre agli esempi citati, il materiale epigrafico, scultoreo e architettonico rinvenuto a F. è abbondante e di qualità mediamente elevata: è conservato parte in loco, nella Piazza della Vittoria e del Comune, nell'Antiquarium, parte al Museo Nazionale di Napoli e al Museo Nazionale Romano.
Al territorio di F. appartenne il porto naturale di Gaeta (portus Caietae) e il centro abitato connesso che non ebbe un ordinamento proprio. Cicerone definisce il porto «celeberrimus et plenissimus navium» (Manil., 33); si ricorda un restauro fatto eseguire da Antonino Pio (SHA, Pius., 8). Nel settore meridionale del golfo di Gaeta il promontorio di Gianola è in buona parte occupato dalle strutture di una grande villa marittima, con fasi che vanno dalla tarda età repubblicana alla piena età imperiale. Essa è dotata di porticciolo privato, ancora parzialmente in uso.
Sono in rapporto alla Città una serie di tombe monumentali situate lungo la Via Appia (di particolare evidenza il sepolcro detto di Cicerone, in realtà del I d.C.) e in punti diversi nel territorio (Mausoleo di Munazio Planeo sulla sommità del promontorio di Gaeta, Tomba di L. Sempronio Atratino e molti altri). Appena a Ν della città, a lato dell'Appia, si conserva una fontana monumentale, in parte di restauro.
Bibl.: Di grande utilità per la ricostruzione della topografia di F. sono i manoscritti e i disegni di Pasquale Mattei - pittore e studioso di antichità formiane, operante intorno alla metà dell'800 - conservati nella Biblioteca Vallicelliana; v. anche P. Mattei, Poliorama pittoresco, 1836, II, p. 279 ss.; XLI, p. 319 ss.; 1839, XI, p. 184 ss.; 1845, XIII, p. 106; XIV, p. 115; XV, p. 119 ss.; XVI, p. 128 ss.; XVII, p. 133 ss.; XVIII, p. 142.
Per la storia della città, i ritrovamenti, i monumenti: C. Pascal, Formiae, in Athenaeum, VII, 1919, p. 153 ss.; S. Aurigemma, Recenti scoperte in Formia, in BdA, XV, 1921, p. 309 ss.; id., Restauri di statue formiane, ibid., XIX, 1925, p. 424 ss.; id., in NSc, 1926, p. 309 ss.; id., Ritratti femminili dell'età di Augusto e statue iconiche muliebri scoperte in Formia, in BdA, XXIV, 1930, p. 211 ss.; AA.VV., Formia, in Latina gens, 6-7, 1930, p. 262 ss.; F. Tonetti, Formia romana, in Atti del II congresso nazionale di Studi romani, Roma 1930, I, Roma 1931, p. 128 ss.; S. Aurigemma, A. De Santis, Gaeta Formia Minturno (Guide M.P.I.), Roma 1955; M. Zambelli, Due iscrizioni inedite di Formia, in PP, XV, 1960, p. 450 ss.; A. Colombini, Un edile costruttore di alcuni edifici cittadini, in Athenaeum, XLIV, 1966, p. 137 ss.; M. Zambelli, Iscrizioni di Formia, Gaeta, Itri. II Miscellanea greca e romana, Roma 1968, p. 335 ss.; id., Iscrizioni di Formia, in Epigraphida, XXXII, 1970, p. 72 ss.; C. F. Giuliani, M. Guaitoli, Il ninfeo minore della villa detta di Cicerone a Formia, in RM, LXXIX, 1972, p. 191 ss.; M. Guaitoli, Un tempio di età repubblicana a Formia (QuadTopAnt, VI), Roma 1974, p. 131 ss.; L. Gasperini, Le scoperte epigrafiche sotto S. Erasmo a Formia, in Scritti storico epigrafici in memoria di M. Zambelli, Roma 1978, p. 123 ss.; B. Conticello, Antiquarium di Formia, Formia 1978; F. Coarelli, Lazio (Guide Archeologiche Laterza, 5), Roma-Bari 1982, p. 353 ss.