FORMOSA (A. T., 99-100)
Vasta isola (35.847 kmq.), compresa fra 120°18′ e 122°6′ di long. E. e fra 21°45 e 25°31′ di lat. N., a 150 km. dalle coste cinesi, chiamata così dai Portoghesi nel secolo XVI per la bellezza delle sue coste. Il nome giapponese è Taiwan, quello cinese T'ai-wan. Fa parte dal 1895 dell'Impero Giapponese: è amministrata da un governatore generale civile, assistito da un consiglio di 25 membri.
Storia dell'esplorazione. - Le più antiche notizie risalgono ai Cinesi, i quali seoprirono la grande isola sul finire della dinastia Sui (589-618 d. C.). Di essa si fa menzione la prima volta negli annali della dinastia Yüan (1280-1367), dove i suoi abitanti vengono chiamati tung-fan (barbari dell'est). I primi Europei ad averne notizia e conoscenza furono i Portoghesi, apparsi già in Cina fin dal 1514; ma né essi né gli Spagnoli, sopraggiunti poco dopo in quei mari, vi si stabilirono. Nella cartografia europea Formosa appare la prima volta nella carta a doppio cuore del Mercatore (1538), e nelle prime carte porta il nome di Lequeo pequeño o Lequeo minor (Lequeo, Liquio, corruzioni portoghesi o spagnole di Liu-ch'iu). Il più antico documento in cui l'isola porti il nome attuale è una carta nautica portoghese della metà del sec. XVI. Primi Europei a insediarvisi (1624) furono gli Olandesi. Nel 1628 vi giunse il missionario Giorgio Candidius, che per primo descrisse l'isola. Agli Olandesi subentrano gli Spagnoli e gl'Inglesi, ma nel 1662 tutti gli Europei vengono scacciati dal condottiero Koxinga (giapp. Kokusenya). Le conoscenze su Formosa subiscono così un lungo arresto.
Nei secoli XVIII e XIX parecchi navigatori europei in quei mari, specialmente il De Lapérouse (1787), il Broughton (1797), il Beechey (1827), il Lindsay con il Gutzlaff (1832), eseguirono rilievi sommarî di varie parti delle sue coste. L'esplorazione idrografica fu iniziata nel 1845 dalla marina inglese con i lavori del Collinson e del Górdon e proseguita nel 1855 dal Richards e da altri. L'esplorazione interna, per le ricognizioni dello Swinhoe, del Guérin (1867), del Morrison, del Bullock (1877) e di altri, fece solo conoscere porzioni limitate di territorio prossime alla costa. Ma con l'annessione al Giappone, nel 1895, le cose mutano radicalmente. L'insediamento del governatorato generale a Taihoku, con l'istituzione di tutti i servizî scientifici e teenici dipendenti, e la costituzione della linea di guardia, che rese sicure le ricognizioni nell'interno, fecero fare grandi progressi - merito degli studiosi giapponesi - alle conoscenze sull'isola, terreno ancora quasi vergine di ricerche e di studî. L'interno, tuttavia, specie nella parte a nord abitata dai feroci Tayal, rimane poco conosciuto; delle numerose spedizioni, poche, come quella (1901) per lo studio del tracciato di una linea da Tainan a Taitō (progetto poi abbandonato), riuscirono felicemente; le altre vennero massacrate dai selvaggi.
Morfologia e geologia. - Il sistema montuoso dell'isola è costituito da tre catene parallele, delle quali la più elevata (Niitaka yama o M. Morrison, 3962 m.) è costituita da un nucleo di terreni scistosi paleozoici. A E. e a O. due catene di minore altezza sono formate in prevalenza di terreni del Terziario. Un vasto territorio pianeggiante si estende sulla parte occidentale dell'isola sino al mare: il declivio complessivo si sviluppa dolcemente da questo lato, mentre scende ripido a est.
Idrografia e clima. - Nel descritto declivio occidentale si svolge il corso dei maggiori fiumi dell'isola, sette dei quali hanno oltre 100 km. di lunghezza (Dakusui, 165 km.). Ricchi di detrito e soggetti a forti piene dopo le piogge estive, essi recano frequentemen. te danni non lievi alle colture.
Il Tropico del Cancro attraversa quasi nel mezzo l'isola. Questo fatto, e l'altro che l'isola è abbracciata dalla corrente calda del Kuroshio, dànno al clima carattere tropicale. La temperatura vi è perciò generalmente elevata e le cime dei monti di rado sono coperte di neve. Le precipitazioni atmosferiche sono molto abbondanti. Nell'inverno (da ottobre a marzo) piove nel nord dell'isola e nel sud v'è la stagione secca. Nell'estate (da aprile a settembre) la situazione s'inverte e l'isola è visitata spesso dai cicloni, che hanno origine poco distante e causano gravissimi danni.
Flora. - La flora è tropicale fino a 300 m., temperata più in alto fino a 1800 m. La prima è rappresentata da banane, ananas, palmizî, betel, bambù, hego (Cyathea spinulosa), akō (Ficus Wightiana), ecc. La vegetazione della zona temperata comprende la più gran parte delle foreste dell'isola ed è rappresentata da hego, hinoki (Chamaecyparis obtusa, il cipresso giapponese), canfora e altre piante del genere Laurus, querce e alberi ad alto fusto, piante rampicanti di vario genere, di solito avviticchiate ai tronchi e ai rami di shida (Gleichenia glauca), ecc. In questa zona man mano che si procede in altitudine diminuisce il genere Laurus e s'incontrano camelie, mokkoku (Ternstroemiajaponica), yamaguruma (Trochodendron aralioides), ecc. e piante perenni come hainoki (Symplocos myrtacea), mochinoki (Ilex integra) e altre. Le mangrove sono assai comuni lungo tutta la costa meridionale.
Fauna. - La fauna di Formosa appartiene zoogeograficamente alla sottoregione indo-cinese della regione orientale, ed è relativamente ricca in numero di specie e varietà di forme. Vi sono generi peculiari alla fauna dell'isola, ma la maggior parte delle specie è costituita da elementi faunistici comuni alla fauna indocinese e malese.
Nell'isola di Formosa vivono più di trenta specie di Mammiferi, delle quali un terzo circa è costituito da forme proprie alla fauna di detta isola. Esse appartengono ai generi Pteromys, Sciuropterus, Mus fra i Rosicanti e ancora ai generi Talpa, Sus, Cervus, ecc. Notevole è un carnivoro del gen. Helictis del gruppo dei Mustelidi. Frequente l'orso malese (ursus malaymus), il grosso Macacus cyclopis, il leopardo, varî Artiodattili e, fra gli Sdentati, il Pangolino malese (Manis javanica). La fauna ornitologica è ricca di più di 140 specie, delle quali circa 60 sono peculiari alla fauna dell'isola. Tra i Rettili notevole un certo numero di specie di Lacertilî e Ofidî di natura continentale che ricollegano la fauna di Formosa alla fauna hiymalaiano-cinese; mentre il ricco mondo entomologico, notevole per l'abbondanza, la bellezza delle forme, lo splendore dei colori, con le numerose forme di Lepidotteri, Coleotteri delle famiglie più vistose quali Longicorni, Buprestidi, Cetonie, Ortotteri, ecc. ha carattere più distintamente malese anziché indocinese. I Molluschi terrestri sono anche ben rappresentati; molte specie son proprie alla fauna dell'isola. I fiumi e i mari abbondano di pesci di ogni genere; i Crostacei, abbondantissimi, hanno una parte non secondaria nell'alimentazione degl'indigeni.
Popolazione e centri abitati. - Secondo un censimento del 1926, la popolazione dell'isola ammonta a 4.241.759 ab., dei quali 4.010.485 indigeni, 195.769 Giapponesi e 35.505 stranieri. La popolazione relativa è di 118 ab. per kmq. Taihoku, al nord, è oggi la città principale (191.135 ab.), dove ha sede il governatorato generale di Formosa (Taiwan Sōtoku-fu). Tainan, al sud-ovest (84.519 ab.), fu in antico capitale: ambedue sono ora i centri commerciali più importanti. Kagi (43.427 ab.), all'ovest, è centro dell'industria del legname e dello zucchero.
Prodotti e industrie. - Il principale prodotto agricolo di Formosa è il riso, che si raccoglie due volte all'anno, nel giugno-luglio e nel novembre-dicembre. Dopo il riso le patate dolci sono abbondantissime, specie nella parte meridionale, e costituiscono il principale alimento dei contadini. I più notevoli prodotti d'esportazione sono il tè e lo zucchero. Le maggiori piantagioni di tè sono situate nell'estremità NO. dell'isola; particolarmente pregiate sono le qualità di tè di Oolong e di Pouchong, delle quali si esportarono, nel 1926, oltre 10.000.000 kg., pari a un valore di 12.325.000 yen. Lo zucchero, che si estrae dalla canna, assai diffusa nell'isola, è il principale prodotto d'esportazione per la parte SO. di essa. Esistono in Formosa 44 raffinerie moderne e altre 186 attive già da molti anni meno perfezionate, quindi, ma capaci, nondimeno, di fornire 49.926 tonn. annue di prodotto. Inoltre il clima dell'isola si presta alla coltivazione del tabacco e della canfora, che fornisce il 50% della produzione mondiale. L'oppio, il sale, la canfora e il tabacco sono monopolio dello stato. Le foreste occupano il 70% circa della superficie dell'isola: il prodotto principale è lo éinoki, che fornisce un legno pregevolissimo e assai adatto per costruzioni di ogni genere. I prodotti marini dell'isola sono costituiti dal sale e dal pesce. Le saline sono abbondanti lungo la costa meridionale. Al sud è attiva e redditizia la caccia alla balena. I prodotti minerali più importanti sono l'oro, l'argento, il rame, il carbone, il petrolio e lo zolfo. Le miniere d'oro più rinomate sono quelle di Kinkwaseki e di Zuicō (nel Nord). Il valore medio dei prodotti minerali è di 16.763.256 yen annui.
Commercio e comunicazioni. - Si esporta annualmente per 49.315.487 yen; s'importa per 62.007.666 yen. I paesi con i quali Forrmosa ha i maggiori scambî commerciali sono la Cina, gli Stati Uniti, le Indie Olandesi, le Indie Orientali, l'Inghilterra e la Germania. I porti principali sono Keelung (Kürun, giapp. Kiryū) e Tansui, al nord, Takao e Anping (nome del porto di Tainan), nelle parte meridionale. La rete ferroviaria (2112 km.) è molto vasta, soprattutto in conseguenza dell'esportazione attivissima dello zucchero.
Istruzione pubblica. - L'istruzione pubblica è diffusissima. L'isola ha 566 scuole elementari per Giapponesi, per indigeni e per aborigeni; scuole medie, normali, commerciali, istituti di studî superiori per l'agricoltura, per la medicina e il commercio. Nel 1928 è stata aperta a Taihoku un'università.
Etnologia. - La popolazione indigena di Formosa appartiene a due razze distinte: la cinese e la malese. I Cinesi sono elementi immigrati, i Malesi costituiscono la popolazione originaria dell'isola e vivono in maggioranza allo stato primitivo o selvaggio nel suo interno. I Cinesi appartengono a due gruppi nettamente distinti, chiamati dagli studiosi giapponesi Binzoku (tribu dei Bin) e Kanzoku (tribù dei Kan). I primi provengono dalla provincia del Fu-kien, in Cina, e immigrarono nell'isola prima degli altri, provenienti invece dal Kwang-tung. Tutti hanno come occupazioni principali l'agricoltura, la pesca e il commercio.
La popolazione malese comprende otto gruppi principali: i Tayal (Atayali, Saisett), gli Ami, i Bunun, gli Tsuu, i Piyuma, gli Tsarisen, i Paiwan, differenti per il dialetto e i costumi, e ostili tra loro. Sono circa 130.000 e abitano sulle alture in villaggi separati, ciascuno dei quali ha un capo ereditario o elettivo. La tribù più feroce e restia al progresso è quella dei Tayal (circa 30.000), che usa ancora il tatuaggio e la caccia alle teste. Le altre tribù sono oggi meno selvagge: si occupano di caccia, di pesca e di agricoltura alla zappa. In gran parte sinizzati, anche nella lingua, sono i Pe-pohuan (barbari della pianura), nome dato agli aborigeni delle varie tribù sottomessisi alla civiltà cinese.
Fin dai primi tempi della loro colonizzazione dell'isola i Cinesi ebbero molto da fare per difendersi dalle incursioni dei selvaggi dell'interno. Nel periodo Chien-lung (1736-1795) fu escogitato quel sistema di difesa e di sorveglianza che, ripreso e perfezionato dai Giapponesi, costituisce oggi il sistema dell'aiyūsen o linea di guardia sorvegliata da milizie apposite e da posti di guardia. Ogni anno l'aiyūsen viene spostato in avanti per alcuni tratti, in maniera da restringere sempre più il territorio abitato dalle tribù malesi, o con il consenso delle tribù stesse, le quali possono uscire così dalla linea e venire a far parte della popolazione civile dell'isola, o superando con la forza la loro opposizione. La politica del governo giapponese verso le popolazioni selvagge dell'interno tende a un'azione pacifica di penetrazione e di civilizzazione.
Lingua. - I dialetti parlati nell'isola di Formosa (il principale dei quali è il formosano, che altrimenti è detto Sideia) appartengono al gruppo delle lingue indonesiane, (v. indonesia: Lingue). È molto diffuso anche l'uso del cinese (dialetto di Amoy).
Storia. - Si è già accennato (vedi sopra: Esplorazioni) come gli Olandesi fossero i primi Europei che ponessero piede stabile nell'isola. Essi, nella loro lotta con la Spagna, sbarcarono nell'isola e vi costruirono, per assicurarvisi, il forte di Zelandia (1624). Alla loro volta gli Spagnoli dalle Filippine - molestati dai pirati giapponesi e cinesi, che a Formosa facevano scalo - tentarono di stanziarsi in alcuni punti dell'isola e di diffondervi, com'era loro costume, il cattolicesimo. Infatti nel 1626 si dedicarono alla conversione degl'indigeni sei domenicani spagnoli, ai quali nel 1636 si aggiunsero i frati minori della stessa nazione, ma gli Olandesi nel 1643 li fecero prigionieri, poi, distrutte le chiese, li scacciarono dall'isola. Il dominio olandese ebbe non lunga durata: un capo indigeno, Koxinga, riuscì a liberare l'isola dagli Europei (1662), per cadere a sua volta sotto il dominio della Cina, che aggregò l'isola alla provincia di Fu-kien (1683). Più volte i governatori delle Filippine fecero spedizioni navali contro Formosa, nido di pirateria.
Nel 1858, il porto di Tainan, come alcuni altri della Cina, fu aperto al commercio europeo. Nel 1874 i Giapponesi, cogliendo a pretesto il massacro dell'equipaggio di una loro nave naufragata, fatto dagli abitanti della costa, fecero una spedizione punitiva, s'impadronirono di alcuni porti, che però, ottenuta da Pechino un'equa soddisfazione, abbandonarono. Durante la guerra cino-francese, la squadra francese, dopo un primo tentativo non riuscito di occupare il porto di Keelung (agosto 1884), riprese le operazioni contro l'isola in seguito alla notevole vittoria navale di Fu-chow. L'ammiraglio Courbet, dopo quattro giorni di combattimento, metteva piede a Keelung; ma a Tansui le milizie di sbarco furono respinte (ottobre). Si ricorse allora al blocco dell'isola, snervante e faticoso, agli ordini del contrammiraglio Lespès, mentre il Courbet molestava la squadra cinese e la faceva assalire dalle barche torpediniere a Shei-pu. Stipulata la pace, l'isola restò ai Cinesi: ma, scoppiata la guerra cino-giapponese, fu occupata dai Giapponesi e con il trattato di Shimonoseki fu ceduta, insieme con le Pescadores, al Giappone (1895). Quanto alla religione cattolica i domenicani scacciati, come s'è detto, nel 1643 vi tornarono soltanto nel 1859. Nel 1913 Formosa fu eretta in prefettura apostolica indipendente.
Opere e monografie di carattere generale e particolare su Formosa si trovano elencate in: H. Cordier, Bibliographie des ouvrages relatives à l'Île de Formose, Parigi 1893 (fino all'anno 1892), e nella recente opera di O. Nachod, Bibliography of the Japanese Empire, 1906-1926. Being a Classified List of the Literature issued in European Languages since the Publication of Fr. von Wenckstern's Bibliography of the Japanese Empire, up to the Year 1926, Londra 1928, voll. 2. - Fra le opere più importanti vanno notate principalmente: N. Perkins, Report on Formosa (con bibliografia), Londra 1896; Imbault-Huart, L'Île Formose, Parigi 1893; A. Fischer, Streifzüge durch Formosa, Berlino 1930; J. W. Davidson, The island Formosa, Londra 1903; Y. Takekoshi, Japanese Rule in Formosa (trad. ingl.), Londra 1907; M. C. Salwey, The island Dependencies of Japan, Londra 1913; W. Campbell, Sketches from Formosa, Londra 1915; P. Bigelow, Japan and her Colonies, Londra 1923; J. Mac Govern, Unter den Kopfjägern auf Formosa, Stoccarda 1923; O. Ritter, Through Formosa, Londra 1923; J. M. Alvarez, The aboriginal Inhabitants of Formosa, in Anthropos, XXII, Mödling (Vienna) 1927); Y. Takenobu, The Japan Year-Book, annualmente edito dal The Japan Year-Book Office, Tōkiō. - Sull'esplorazione dell'isola: R. Kann, Travaux d'exploration et de topographie accomplis par les Japonais dans l'íle de Formose, in La géographie, XV (1907), pp. 46-49; P. Teleki, Atlas zur Geschichte der Kartographie der japanischen Inseln, Budapest 1909. - Per le statistiche sull'isola: Statistical Summary of Taiwan, annualmente edito dal governatorato di Formosa. - Per le condizioni delle popolazioni selvagge dell'interno e le loro relazioni con i Giapponesi è importante: Report on the Control of Aborigines in Formosa, edito dal Bureau of Aboriginal Affairs, Taihoku (Formosa), 1911. - Per la geologia: The geology and Mineral Resources of the Japanese Empire, edito dalla Imperial Geological Survey of Japan, Tōkiō 1926. - Sulla lingua: Klaproth, Sur la langue des indigènes de l'íle de Formose, in Journal Asiatique, I (1822), pp. 193-202; id., in Mémoires relatifs à l'Asie, I, Parigi 1824, 354 segg. - Per il cinese di Formosa cfr. W. Campbell, A dictionary of the Amoy vernacular spoken through the prefectures of Chin-Chiu, Chiang-Chiu and Formosa, Shanghai 1913; Colomer, Diccionario tónico sino-español, del dialecto de Emuy, Chiang-Chiu, Choan-chiu y Formosa, Emuy 1900.