FORMOSA (XV, p. 703)
Secondo l'ultimo censimento eseguito dalle autorità cinesi (1946), la popolazione ammonta a 6.083.617 ab., oltre a 4318 stranieri. Tornata alla Cina (v. appresso), questa ne ha costituito una provincia amministrativamente a sé e sta facendo tentativi per rialzare l'economia locale, duramente danneggiata dalla guerra. La produzione del tè, nel periodo 1935-40, è stata in media di 10.900 t. annue riducendosi a 450 t. nel 1944 per risalire a 5000 t. nel 1947. Fra le industrie più colpite la maggiore è quella dello zucchero, che forniva in media 1,5 milioni di quintali l'anno di prodotto, ma che nel 1945, quando F. tornò alla Cina, produsse solo 85.000 quintali nella ventina, circa, di zuccherifici rimasti, sui 50 prima esistenti. Un'altra è quella dell'alluminio, cessata del tutto negli ultimi anni di guerra ma oggi in via di rinascere, i cui impianti, accentrati a Kwarenkō (oggi Hua-lien) e a Takao (oggi Kao-hsiung), producevano circa 200.000 t. di metallo l'anno. La produzione carbonifera ha già raggiunto invece la metà delle cifre di anteguerra, che erano di circa un milione e mezzo di tonnellate.
Storia. - Formosa, con la base navale di Makō nelle isole dei Pescadores, rappresentò per i Giapponesi un trampolino di grande importanza strategica per l'invasione delle Filippine nel 1941. Dal 25 novembre 1943 fu soggetta a continui attacchi aerei americani e anche cinesi. Con la capitolazione del Giappone (2 settembre 1945) tornò, dopo 50 anni, sotto sovranità cinese, in conformità alle decisioni della conferenza del Cairo (26 novembre 1943).