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forsennato

di Vincenzo Valente - Enciclopedia Dantesca (1970)
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forsennato

Vincenzo Valente

Unicamente in If XXX 20 forsennata latrò sì come cane, detto di Ecuba la quale, avendo visti uccisi i figli Polissena e Polidoro, tratta " fuori di sé " dal dolore, ruppe in ululati ferini.

Il Buti chiosa: " Forsennata, cioè fuori di senno, cioè insanita, diventata furiosa; questo è vocabolo fiorentino ". In realtà si tratta di un gallicismo (antico francese forsener, provenzale forsenar), ma già bene ambientato nel fiorentino (se ne trovano esempi anche nel Mare amoroso 79 " che mi fa forsenar quando vi miro ", e nel Novellino XXVIII 3 " Lancialotto, quand'elli venne forsennato, per amore della reina Ginevra ").

L'aggettivo, mentre concentra in un punto diversi tratti dell'episodio ovidiano (Met. XIII 545-571 " exarsit... furit... exaestuat ira... "), segna il vertice e il compimento di una diversa progressione nella serie trista, misera, cattiva, dolorosa.

Vocabolario
forsennato
forsennato agg. [dal fr. ant. forsené, comp. di fors «fuori» e sen «senno»]. – 1. Che è uscito di senno: forsennati e caldi di vino (G. Villani); si dice soprattutto di chi, essendo fuori di sé, dà in smanie o agisce in modo violento, furioso:...
forsennatàggine
forsennataggine forsennatàggine s. f. [der. di forsennato], raro. – Condizione di forsennato, forsennatezza.
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