fortificazione
Opera o insieme di opere che mirano a diminuire l’efficacia offensiva degli avversari. Col fissarsi degli abitati sorsero le prime cinte murarie di pietre a secco, che si perfezionarono a mano a mano con contrafforti, torri, fossati, avancorpi; un tipo simile di f. si riscontra in tutte le popolazioni mediterranee. In Egitto rimangono resti di fortezze della II dinastia. Al 4° millennio risalgono anche le più antiche f. in mattoni crudi, con mura molto spesse, talvolta con basamento di mattoni cotti o di pietra, di Babilonia. Simili a quelle babilonesi, ma con più esteso uso della pietra, erano le fortezze della Siria, della Palestina, degli ittiti, e dall’architettura militare ittita e assira derivò la forma di quella più evoluta dei persiani. In Grecia particolare sviluppo assunsero le f. delle cittadelle micenee, ma in età storica le città si cinsero di mura, sempre più perfette tecnicamente, a blocchi squadrati. Con il perfezionarsi dei mezzi di assalto (torri mobili, arieti, catapulte) nel 4° sec. e nell’ellenismo la tecnica di f. si sviluppò. I romani usarono costruire un vallo con fossa e palizzata, rinforzato da castella. Da molti accampamenti fortificati romani (castra) nacquero città che conservano ancor oggi le tracce dell’antico impianto. Contrariamente all’uso divenuto bizantino, i popoli germanici elaborarono un tipo di f. a blocco, una grande torre dalle muraglie spessissime e con poche e strette aperture. È questo il «maschio», centro ultimo di difesa di quasi ogni f. medievale. Con l’introduzione delle armi da fuoco (sec. 15°) si modificarono le mura e le torri abbassandole (bastioni a pianta pentagonale) e si munì il fossato di muri di scarpa e controscarpa (fossati asciutti o acquei). Già nei secc. 17° e 18°, e sempre più con i perfezionamenti delle artiglierie, la necessità di tenere lontano il nemico portò all’uso di opere più esterne o avanzate (forti, torri, formanti i campi trincerati). L’impiego di mortai e obici a canna rigata, il progresso degli esplosivi, risalenti alla seconda metà del sec. 19°, richiesero il rafforzamento delle opere di difesa (costruzioni di calcestruzzo e ferro), e si ebbero casematte corazzate, torri girevoli, torrette mobili, affusti corazzati per artiglierie mobili, mentre si modificarono i profili delle opere di difesa. Nella Prima guerra mondiale assunse grandissima importanza la f. campale perché più efficace ed elastica. In un primo tempo essa consistette essenzialmente in una linea di centri di resistenza collegati da trincee di limitata profondità protette da reticolati di filo di ferro. In seguito le trincee divennero più profonde e aumentarono le difese passive. Dopo l’esperienza della Prima guerra mondiale, in seguito al grande sviluppo balistico delle artiglierie pesanti e del progressivo affermarsi dell’offensiva aerea, le opere si sono interrate dando vita alla nuova tecnica delle f. ipogee.