FORTORE (A. T., 27-28-29)
Fiume dell'Italia meridionale, chiamato dai Romani Frento (-onis), tributario dell'Adriatico, formato da due piccoli corsi d'acqua, uno dei quali ha origine dal versante orientale del colle Difesa di S. Luca presso Monfalcone di Vallo Fortore, l'altro raccoglie le acque del M. Stillo (1013 metri) sopra Roseto. È dapprima un torrente a forti pendenze, ma di scarsa portata, accresciuto lievemente dal tributo del torrente Catola. Dopo la confluenza col Tappino, il corso si rallenta, la valle, scavata per la maggior parte nelle formazioni argillo-scistose del terziario, molto facilmente erodibili, si fa sempre più larga; ma il fiume, che divaga con numerose serpentine, dividendosi in fili sottili, non occupa, in tempi normali, che una minima parte del fondo, e nei mesi estivi, quando l'acqua è adoperata per irrigazione, è spesso asciutto in prossimità della foce. La foce stessa ha più volte cambiato di posto. Sembra che un tempo almeno un ramo si gettasse nella laguna di Lesina, ma la bocca principale era presso la Punta delle Pietre Nere, dove il fiume andava a finire dopo aver corso per alcuni chilometri quasi parallelo al mare. Ora anche questo ramo (Fiume Morto) è interrato, e la foce presentemente attiva (Bocca Nuova) si trova molto più a ovest. Il corso del Fortore, misurato sull'asse della valle, è lungo 86 km., la superficie del bacino è di 1687 kmq. Nell'inverno il Fortore è soggetto a piene improvvise e irruenti: le acque riempiono allora il fondovalle, nel quale rimangono poi acquitrini e pozze, focolari di malaria. È in corso la bonifica di una parte della bassa valle. Le località abitate sono di solito in alto, sui fianchi della valle, come S. Bartolomeo in Galdo e Celenza, o addirittura sui dossi spartiacque, come S. Elia a Pianisi e Serracapriola.