CHELLERI (Cheler, Keller, Kellery), Fortunato
Incerti sono la data e il luogo di nascita. I biografi moderni (cfr. Eckert) ritengono sia nato nel maggio o nel giugno 1690 (e non nel 1668 o nel 1686 come da più parti sostenuto) a Parma; infatti in molte partiture delle sue opere è indicato come "parmigiano"; solo pochi studiosi si riferiscono a Milano perché il C. è chiamato "milanese" in alcuni libretti. Il padre, di cognome Keller, era tedesco e, stabilitosi a Parma, aveva sposato una Bazzani (o Bassani), appartenente ad una nota famiglia di musicisti (come affermano quasi tutti i repertori, ma F. M. Bazzani sembra l'unico musicista di questa famiglia di cui si abbia notizia: cfr. biogr. in Diz. biogr. d. Ital., VII, s.v.).
Rimasto orfano fanciullo, il C. passò sotto la tutela dello zio materno F. M. Bazzani, maestro di cappella nella cattedrale di Piacenza e con lui studiò canto, organo, contrappunto e composizione; come cantore partecipò a molte funzioni celebrate nella cattedrale di Parma dal 1700 al 1703. La sua prima opera La Griselda (libretto di A. Zeno, rappresentata per la prima volta a Piacenza nel carnevale 1707-1708) ottenne un successo sorprendente tanto che l'anno successivo il C. fu chiamato a Cremona per la messa in scena della sua seconda opera Il gran Alessandro o Alessandro il grande. Nel 1709-1710 soggiornò in Spagna, e a Barcellona conobbe le opere di A. Caldara, G. Porsile e la Dafni di E. d'Astorga. Tornato in Italia, continuò fino al 1722 la sua attività di compositore di opere teatrali, che vennero rappresentate nei teatri dell'Italia settentrionale, soprattutto a Venezia. Nel 1716 fu maestro di cappella alla corte di Firenze presso la vedova dell'elettore palatino, Anna Maria Luisa, figlia di Cosimo III; nel 1719 andò a vivere nella città di Venezia dove rimase fino al 1722. In quello stesso anno egli abbandonò l'Italia per trasferirsi in Germania dove era stato nominato maestro di cappella alla corte del principe vescovo F. F. von Schönborn a Würzburg e in questo periodo compose esclusivamente oratori. All'inizio del 1723 il C., con il permesso del vescovo, si recò a Mannheim, alla corte dell'elettore palatino, per poter preparare le sue opere durante questa vacanza di studi. Alla morte del vescovo, lasciò l'incarico (20 nov. 1724) e, nel 1725, divenne maestro di cappella e direttore della musica a Kassel, al servizio del langravio di Assia-Kassel Carlo I, succedendo a R. Fedeli. Qui riprese l'attività operistica e fece rappresentare la sua opera L'innocenza difesa (23 genn. 1726). Nel 1726-27 risiedette a Londra, venendo a contatto con l'ambiente operistico internazionale e soprattutto con l'arte di Haendel.
Per la stima e per la popolarità che si procurò, fu nominato membro della Royal Academy of music e poté pubblicare, prima del ritorno a Kassel, una raccolta di Cantate e arie con stromenti, dedicate al terzo duca di Queensberry (Charles Douglas), contenente otto arie e tre cantate con orchestra (Londra 1727). Nel 1732 il nuovo langravio di Assia-Kassel, Federico I, dal 1720 re di Svezia, pur confermandolo al suo posto di maestro di cappella, lo chiamò a Stoccolma, dove il disinteresse del pubblico per l'opera italiana e per l'oratorio lo spinsero a dedicarsi alle composizioni strumentali. Il C. rimase in Svezia solo due anni; infatti nel 1734, poiché mal sopportava il clima rigido del Nord, ottenne il permesso di tornare a Kassel, con il titolo di consigliere di corte. Continuò la sua attività componendo soprattutto musiche per clavicembalo.
Morì l'11 dic. 1757 a Kassel.
In Italia la fama del C. è legata alla sua produzione teatrale, in cui lo Eckert distingue due periodi: il primo caratterizzato da opere in stile veneziano, il secondo più vicino alla scuola napoletana di L. Leo, F. Feo, G. B. Pergolesi, in cui il C. trova accenti originali pur senza raggiungere i suoi maestri. La melodia è allegra, piacevole, con molti abbellimenti ma rifugge da tentativi di drammatizzazione, ispirandosi per lo più a schemi di carattere tradizionale. Le opere drammatiche del C. furono rappresentate a Würzburg, Wiesentheid, Mannheim, Kassel, Wolfenbüttel, Dresda, Vienna e Amburgo, città in cui fu conosciuto soprattutto per gli oratori e per la musica strumentale. Gli oratori sono stilisticamente vicini allo stile operistico e negli ultimi la sinfonia introduttiva è sostituita dai cori fugati e da ouvertures francesi secondo il modello di G. F. Haendel e di J. J. Fux. Più rigorosità e severità è riscontrabile nelle sue messe. Il Gerber afferma che nel 1812 molte sonate del C. erano ancora in voga e sostiene che diversi brani dell'opera L'innocenza difesa, in quanto scritti in uno stile "così galante", potevano essere inseriti "senza stonatura" in un'opera moderna di quegli anni. Secondo il Ferrari il C., che era anche poeta, musicò alcuni suoi drammi e fece parte della bolognese Accademia dei Filarmonici.
Le opere composte dal C., oltre a quelle già citate, sono: La Zenobia in Palmira (Milano 1710 0 1711); Atalanta (libr. di A. Zeno, Ferrara 1713); Alessandro fra le Amazzoni (libretto di G. Braccioli, Venezia, teatro S. Angelo, 1715); La caccia inEtolia, pastorale per musica (libr. di B. Valeriani, Ferrara, teatro S. Stefano, maggio 1715); Ircano innamorato, intermezzo eseguito forse insieme alla Caccia in Etolia e poi insieme con altre opere a Venezia, al teatro S. Margherita, nell'autunno del 1729 (libr. di B. Valeriani); Penelope la casta (libr. di M. Noris, Venezia, teatro S. Angelo, carnevale 1716); Alessandro Severo (libr. di A. Zeno, Brescia 1718); Amalasunta regina dei Goti (libr. di G. Gabrieli, Venezia, teatro S. Angelo, carnevale 1719); La pace per amore (libr. di A. Schietti; in collaborazione con G. M. Buini, Venezia, teatro S. Moisè, carnevale 1719); Temistocle (libr.di A. Zeno, Padova, teatro Obizzi, giugno 1720); Tamerlano (libr. di A. Piovene, Treviso 1720); Arsacide (treatti di A. Zaniboni, Venezia, teatro S. Moisè, carnevale 1721); L'amor tirannico (libr. di D. Lalli; il terzo atto è di G. Porta, Venezia, teatro S. Samuele, maggio 1722); L'innocenza difesa(dai Numi), (tre atti di F. Silvani, Venezia, teatro S. Angelo, carnevale 1722); venticinque numeri di questa opera, uniti a tre arie italiane tratte dal Lothario di Haendel e a tre arie tedesche e ai recitativi di Telemann, formarono il centone Judith,Gemahlin Kayser Ludewigs des Frommen (Amburgo, 27 nov. 1732); Zenobia e Radamisto (libr. di M. Noris, Venezia 1722); Pastorale (Würzburg 1722); Serenata (testo di D. Lalli, ibid. 1722). Non sembra certo che l'opera Amore della patria (Venezia 1721) sia da attribuirsi al C. (Serpa).
Il Lipowski indica il C. come compositore dell'opera Lucio Vero ma la notizia non è suffragata da alcuna testimonianza (cfr. Rudhart). Di tutte queste opere rimangono il primo atto e venticinque numeri dell'Innocenza difesa e sette arie dell'Arsacide. Fra gli oratori si ricordano: Il cuoreumano (Mannheim 1722); Annuntiatio Mariae (testo di D. Lalli, Würzburg, 2 luglio 1723); Allegorie (ibid. 1724); Oratorio per il Venerdì Santo (ibid. 1730); Dio sul Sinai a cinque voci con orchestra (Dresda 1731); David umiliato (Würzburg 1732).
Musica vocale: sette arie con basso continuo; otto arie con orchestra; sei cantate con basso continuo; tre cantate con orchestra; Un duetto con orchestra (tutte composizioni prive di luogo e di data). Musica strumentale: Concerto con violoncello obbligato (Würzburg 1742); Trio in re magg. (circa 1735); dodici suites per orchestra presentate anche come ouvertures e sinfonie (senza data e senza luogo); Sonata da camera in re magg. per due violini, due flauti con basso continuo (circa 1740); Rondeau per due flauti e oboe con basso continuo (senza data e senza luogo).
Musica di chiesa: Messa a quattro voci con strumenti in re; Messa a quattro voci con oboe, due violini, viola e cembalo; Mottetto con orchestra (senza data e senza luogo). Inoltre il C. scrisse nove suites per clavicembalo (presentate come sonate), pezzi strumentali. Tra le opere pubblicate, oltre alla raccolta di cantate già citate, ricordiamo: Un libro di Sonate e Fughe per organo e clavicembalo (Kassel 1729); due suites del C. indicate come sonate sono inserite in A Collection of Lessons for the Harpsichord Compos'd by Agrell,Hoppe,Kellery,Kunzen (London 1750 o 1756).
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