FEDERICI, Fortunato
Figlio del nobile Francesco e di Antonia Guadagnini, nacque ad Esine, villaggio della Val Camonica, in provincia di Brescia, l'11 ag. 1778 e fu battezzato col nome di Paolo Evangelista. Ricevuti i primi insegnamenti nella casa paterna, nel 1796 entrò nel convento di S. Giustina in Padova, dove prese l'abito benedettino cassinese assumendo il nome di Fortunato, e si dedicò agli studi filosofici e teologici e al diritto canonico. Durante gli anni del noviziato coltivò anche l'interesse per gli scrittori classici, le opere storiche e le ricerche bibliografiche.
Nel 1801, fu assegnato alla biblioteca del monastero in qualità di aiutante dell'abate D.I. Liruti, al quale era affidata la direzione. La frequentazione della biblioteca - insigne per copia di volumi, eccellenza di edizioni, rarità di manoscritti e, soprattutto, per l'indice ragionato delle opere, contenente anche un loro accuratissimo sunto - fu determinante per la formazione della sua erudizione bibliografica (alla celebrazione dell'importanza di questa biblioteca nel 1815 il F. dedicò una Dissertazione storica della Biblioteca di S. Giustina di Padova, con note biografiche, Padova 1815). Ricevette il sacerdozio il 17 sett. 1802.
Nel 1805il governo austriaco assegnò al F. il posto di coadiutore nella I. R. Biblioteca dell'Università di Padova, ufficio che poi gli venne confermato dal governo del Regno d'Italia.
Nel 1809 il nome del F. divenne noto presso gli eruditi a seguito della pubblicazione, dopo lungo periodo di gestazione, degli Annali della tipografia Volpi-Cominiana, colle notizie intorno la vita e le opere de' fratelli Volpi (Padova 1809).
L'opera fu accolta con molto favore dagli ambienti accademici e non solo per il fatto che le produzioni della tipografia Volpi-Cominiana - fondata a Padova nel 1717 dai fratelli Giannantonio e Gaetano Volpi e da loro diretta fino al 1756 - erano state tra le più lodate e ricercate. Il F., nella ricostruzione cronologica del catalogo, fornì un esempio di rigore metodologico fino ad allora sconosciuto, compiendo accurate ricerche in raccolte pubbliche e private: si trattò di una vera e propria fondazione degli annali della tipografia. Egli, inoltre, corredava il suo lavoro di pertinenti osservazioni critiche e bibliografiche, di importanti notizie sulla vita e sugli studi degli autori, e di utili riassunti delle opere.
Nel 1817 pubblicò anche una Appendice agli Annali della tipografia Volpi-Cominiana (Padova 1817), nella quale illustrava il catalogo dei libri stampati dopo il 1756 dagli eredi dei Volpi e di G. Comino.
La passione per la letteratura classica, greca e latina, si tradusse nella stampa di vari opuscoli, contenenti per lo più versioni poetiche di operette classiche, alle quali premetteva lettere dedicatorie ai suoi amici. Queste pubblicazioni sono espressione della sua adesione alla corrente letteraria del classicismo, in virtù della quale si oppose al romanticismo. È il caso della pubblicazione di Due odi di Orazio. Versione poetica per la laurea Poli-Grandini (Padova 1812); della stampa di L'Encomio della mosca di Luciano. Versione in terza rima di Vincenzo Rota, pubblicato per le nozze Ascari-Rusconi (ibid. 1818); di La noce di Ovidio. Versione in terza rima di Vincenzo Rota, pubblicata per la prima volta per le nozze Venezze-Mocenigo (ibid. 1819). Pubblicò inoltre la Prefazione per la edizione del volgarizzamento di L. Valeriani delle opere di Tacito (ibid. 1820) e le Cornelii Nepotis Vitae (ibid. 1820, con prefazione latina del Federici).
Il F. dedicò alcune pubblicazioni anche alla letteratura italiana. Fu infatti l'editore delle Poesie di Alessandro Guidi (ibid. 1818) e delle Poesie scelte da un canzoniere inedito del secolo sestodecimo, pubblicate per le nozze Venezze-Mocenigo (ibid. 1819). Nel 1820 collaborò all'edizione in due tomi, con una prefazione e lunghe annotazioni, de La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso (ibid. 1820).
A partire dal 1821 il F. ottenne l'incarico di vicebibliotecario, al quale affiancava l'impegno di consulente della Minerva, società tipografica alla quale affidò, a partire dal 1819, la stampa di quasi tutte le sue opere. Dalla tipografia della Minerva uscì infatti in cinque volumi l'edizione della Divina Commedia di Dante Alighieri col commento del padre Baldassarre Lombardi, ora nuovamente arricchito di molte illustrazioni edite ed inedite (ibid. 1822), curata dal F. insieme con G. Campi e G. Maffei e dedicata a V. Monti.
Con quest'ultimo peraltro il F. intratteneva relazioni amichevoli sin dal 1807 (come rivelano otto lettere del Monti indirizzate al F., la prima delle quali risale appunto al 27 genn. 1807). All'edizione promossa dalla Minerva, d'altra parte, il Monti diede il suo apporto, insieme con il conte G. Perticari, attraverso suggerimenti circa la scelta delle opportune chiose ed emendazioni. La dedicatoria, la prefazione e varie delle note aggiunte al commento di B. Lombardi sono del F., il quale in seguito pubblicò anche una Lettera intorno ad alcune nuove varianti nel testo della Divina Commedia di Dante di confronto colla lezione di Nidobeato (ibid. 1836).
Il F. fu a lungo impegnato, insieme con L. Carrer, anche nella cura dell'edizione di un Dizionario della lingua italiana (ibid. 1827-1830), in sette tomi, con varie aggiunte, pregevole per le numerose voci relative alle arti e alle scienze e per la precisione nelle definizioni. Desiderio dei due editori era di tentare un rifacimento del Dizionario della Crusca, giudicato imperfetto. Egli inoltre continuò le pubblicazioni bibliografiche, stampando Degli scrittori greci e dell'italiane versioni delle loro opere (ibid. 1828), opera nella quale discute intorno al pregio tipografico e letterario di ciascuna versione; seguì Degli scrittori latini e delle italiane versioni delle loro opere (ibid. 1840).
Nel 1836 il F. successe all'abate D. Francesconi nella direzione della Biblioteca dell'Università di Padova. Il 28 genn. 1837 conseguì la laurea in teologia.
Al suo predecessore il F. dedicò una pubblicazione dal titolo Notizie intorno la vita e gli studi dell'ab. Daniele Francesconi (Venezia 1836). Egli inoltre suggerì al conte P. Tosio, al momento della morte dell'abate, l'acquisto del carteggio A. Canova-Francesconi (oggi conservato quasi integralmente nella Biblioteca Queriniana di Brescia e comprendente duecentoventotto lettere, delle quali trentacinque sono autografe del Canova, altre scritte in suo nome dal fratello minore di questo, Giambattista Sartori, e da Antonio D'Este, ma con la sua firma o con sue postille, altre infine scritte dal Sartori al Francesconi dopo la morte dello scultore). La raccolta fu disposta dal F. in ordine cronologico e divisa in fascicoli di anno in anno, con alcune brevi annotazioni nella copertina, e inviata a Brescia al Tosio.
Divenuto bibliotecario, il F. si impegnò nell'opera di riordinamento della biblioteca: compilò il catalogo dei libri non ancora ordinati, iniziò la trascrizione a schede del grande catalogo alfabetico in volumi, esaminò e catalogò a schede i manoscritti - i postillati di sua mano sono ventiquattro - e avviò la formazione di un archivio. Fu proprio durante i lavori di riordinamento che rinvenne un codice pergamenaceo, scritto all'incirca verso la metà del XIV secolo, contenente il Simbolo apostolico di D. Cavalca, del quale approntò una nuova edizione a correzione della lezione di monsignore G. Bottari. Il F. però non arrivo a vedere la pubblicazione in due volumi, edita con il titolo La esposizione del Simbolo degli apostoli di fra Domenico Cavalca... secondo la lezione del codice ms. n. 1106 della Biblioteca delle I. R. Università di Padova ora la prima volta pubblicata per cura dell'ab. F. Federici (Milano 1842). Egli infatti morì a Padova il 12 maggio 1842, quando l'opera era ancora in corso di stampa.
Fonti e Bibl.: V. Monti, Epistolario, a cura di A. Bertoldi, III-VI, Firenze 1928-30, ad Indicem; G. Bologna, Carteggi ottocenteschi nell'Archivio storico civico di Milano, in Libri e documenti, 9/3, 1983, pp. 86-110; G. A. Moschini, Della lett. veneziana del sec. XVIII fino ai nostri giorni, IV, Venezia 1808, p. 16; V. Peroni, Bibl. bresciana, II, Brescia 1823, p. 42; L. Menin, Elogio funebre dell'abate F. F., Padova 1842; M. Girardi, Relaz. storico-descrittiva sulla Regia Bibl. univ. di Padova, Padova 1872, pp. 32-34; A. Avetta, Contributi alla storia della R. Bibl. univ. di Padova, Padova 1908, p. 27; P. Guerrini, Il carteggio canoviano della Queriniana di Brescia, in Archivio veneto-tridentino, II (1922), pp. 151-177; G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano 1934, p. 661; F. L. Maschietto, F. F. benedettino (1778-1842), bibliotecario dell'Università di Padova, Esine 1988; C. Frati, Diz. bio-bibl. dei bibliotecari e bibliofili ital. ..., p. 219.