GALLO, Fortunato (Fortune)
Figlio di Tommaso e di Zelinda Accetturo, nacque a Torremaggiore (presso Foggia) il 9 maggio 1878.
Compiuti i primi studi, a diciassette anni decise d'intraprendere il lungo viaggio verso gli Stati Uniti. Giunto a New York, vi si stabilì grazie all'aiuto di parenti e, nel 1900, ottenne la cittadinanza statunitense. Dopo aver lavorato per un breve periodo in banca, organizzò una banda musicale di dilettanti appartenenti alla comunità italiana, che nel 1901 compì la sua prima tournée. L'impresa si rivelò un successo e il G., fino al 1909, dette vita a molti complessi consimili, divenendo anche il principale agente di bande italiane in America. Collaborò poi con M. Lombardi, impresario di compagnie d'opera; quando, nel 1910, una di queste venne a trovarsi in gravi difficoltà finanziarie, il G. la rilevò e in breve tempo ne risanò il deficit, dando vita, così, alla S. Carlo, dal nome del prestigioso teatro napoletano.
Nella stagione 1910-11 la S. Carlo compì con ottimo successo, anche economico, una tournée nelle Hawaii, quindi, nel 1912, debuttò a New York, al teatro Thalia. Da allora, per più di quarant'anni (sino al 1955, anno del suo scioglimento), il G. fu presidente e tesoriere della compagnia che divenne una delle più famose degli Stati Uniti, procurandogli lauti guadagni nel corso di una lunga carriera d'impresario in cui egli dimostrò di possedere intuito artistico oltreché talento commerciale.
Intanto nel 1912, a San Francisco, il G. aveva sposato la cantante Sofia Charlebois. Nel 1920 assunse la direzione della Manhattan Opera House, per gestire più agevolmente le rappresentazioni della sua compagnia a New York; col tempo avvertì, comunque, l'esigenza di disporre di un proprio teatro e di fatto, nel 1927, proprio a New York fu costruito, su disegno dell'architetto E. Derosa, il teatro Gallo, capace di 1300 posti. Il G. oltre a seguire la sua compagnia d'opera, si occupò anche di altre forme di spettacolo: concerti, balletti e prosa.
Nel 1920 aveva chiamato in America la danzatrice russa Anna Pavlova con il suo corpo di ballo, organizzando per lei un tour completo degli Stati Uniti; gestì anche la tournée del ballerino L. Massine e, nel 1924, l'ultima tournée teatrale di Eleonora Duse. Nel 1930 produsse la versione cinematografica dei Pagliacci di R. Leoncavallo; tra il 1936 e il 1938, promosse varie stagioni estive d'operetta all'aperto. Per la stagione 1941-42 fu agente della Chicago Opera Company, di cui riassestò la traballante situazione amministrativa; tra il 1947 e il 1948 coordinò la tournée americana del Coro romano delle chiese vaticane. Per il suo contributo alla vita musicale venne più volte decorato dal governo italiano. L'ultima sua fatica fu la stesura di un'autobiografia, Lucky rooster (traduzione letterale del suo nome in inglese), pubblicata a New York nel 1967.
Morì a New York il 28 marzo 1970.
Il G. appartenne alla schiera di impresari italiani che, tra il XIX e XX secolo, favorirono la conoscenza e la diffusione del teatro d'opera negli Stati Uniti e in Canada. Quando egli prese a organizzare le prime tournées americane, l'opera era uno spettacolo ad alto costo, non molto remunerativo, destinato a un pubblico abbiente; il G. si propose di trasformarlo in uno spettacolo popolare ricorrendo al repertorio più noto e accessibile (Aida, Carmen, Faust, Il trovatore, Rigoletto, La traviata e La bohème), riducendo il prezzo del biglietto e, contestualmente, aumentando il numero delle repliche: la sua compagnia arrivò a realizzare anche duemila rappresentazioni nel corso di una tournée. Nel solo 1944 l'incasso di una serata a New York giunse a 61.000 dollari e un successo consimile fu raggiunto nelle altre 42 città toccate in quell'anno, tra cui Boston, Montreal, New Orleans (New York Times). Il G., dal suo ufficio di Broadway, prendeva da solo tutte le decisioni, curando i minimi dettagli, pianificando gli itinerari, badando soprattutto al contenimento delle spese: così gli scenari si limitavano a semplici fondali dipinti e venivano impiegati in opere diverse; il coro veniva a volte integrato con dilettanti locali; i salari erano tenuti bassi. La compagnia, all'inizio composta pressoché interamente da italiani, inserì gradatamente e fece conoscere cantanti di differenti nazionalità, alcuni destinati a ottime carriere, come Queena Mario, R. Bonelli e Dorothy Kirsten, divenuti poi membri della Metropolitan Opera Company.
Fonti e Bibl.: Necr. in The New York Times, 29 marzo 1970, p. 73; A. De Angelis, L'Italia musicale d'oggi, Roma 1928, pp. 97, 193; O. Thompson, The American singer: a hundred years of success in opera, New York 1937, p. 381; Current Biography 1949, New York 1950, pp. 216 s.; Current Biography Yearbook 1970, New York 1970-71, p. 463; The National Union Catalog, Music and phonorecords, 1961-1965, II, Washington 1973, p. 9; Who was who in America, V, Chicago 1973, p. 258; Who was whoin American history-arts and letters, Chicago 1975, p. 178; The New Grove Dict. of opera, II, p. 336; Baker's Biographical Dict. of musicians, New York 1992, p. 792.