PASQUALINO, Fortunato
PASQUALINO, Fortunato. – Secondogenito di quattro figli, nacque a Butera (nei pressi di Caltanissetta) l’8 novembre 1923, da Luigi, carrettiere e mezzadro, e da Laura Giuliano.
Frequentato un asilo di suore nel paese di nascita, nel 1932 si trasferì a Caltagirone con la famiglia, alla quale venne affidato un appezzamento di terreno. Assieme al fratello minore, Giuseppe, fu tra gli allievi della scuola elementare S. Luigi, dove rimase fino alla classe terza, imparando a leggere e a scrivere. Cominciò a lavorare da bracciante nelle campagne; da adolescente scoprì la Bibbia, che lesse anche ai raccoglitori negli aranceti, e Le mille e una notte. Nel frattempo, spinto dai genitori, riprese a studiare, dapprima da autodidatta, poi con l’aiuto di alcuni insegnanti, arrivando a conseguire la maturità classica. Nel 1942, chiamato alle armi, combatté contro gli anglo-americani in Sicilia, presso Partanna, fino all’armistizio, quando fece ritorno a casa. Partito per Milano nel 1947, si ritrovò per un breve periodo «accampato» con altri siciliani, «giovani metafisici e lettori di bibbia», negli orti della Bovisa, condividendo con loro i disagi e la devozione per Gorgia da Lentini (cfr. Pasqualino, Italia metafisica e zingaresca, in Linea nuova, II (1965), 4-5, pp. 193-200). Iscrittosi alla facoltà di filosofia dell’Università di Catania, entrò in contatto con Carlo Carretto, presidente centrale della Gioventù italiana di azione cattolica (GIAC), tramite il quale ottenne un lavoro redazionale a Roma. Frequentò anche, a Bologna, la comunità fondata da Giuseppe Dossetti e il suo Centro di documentazione, rimanendovi per circa un anno; nello stesso periodo conobbe a Firenze Giorgio La Pira. Laureatosi nel 1951, si trasferì per un breve periodo in Sardegna, dove insegnò filosofia, pedagogia e psicologia presso gli istituti magistrali vescovili di Ales e San Gavino, nella provincia di Cagliari. A Roma ottenne per concorso un posto in RAI, che mantenne fino al pensionamento, nel 1988.
Di argomento filosofico furono i primi scritti, composti durante gli anni universitari e nel periodo appena successivo. Nelle opere più complesse, l’opuscolo A proposito della storia come linguaggio (presentato al XV congresso nazionale di filosofia di Messina, 1948), La necessità di esprimersi e la vita come linguaggio (tesi di laurea, Padova 1953) ed Educazione e linguaggio (Roma 1957), scritta nel periodo bolognese, Pasqualino esponeva, in maniera spesso «irruenta e vivace», i risultati di una ricerca basata sulla concezione della vita come «espressione e comunicazione, formazione nel dialogo e attraverso il dialogo» (U. Eco, in Rivista di estetica, III (1958), 2, p. 300) e sostenuta da un originale connubio tra filosofia greca, filosofia del linguaggio, cultura biblica. Traccia di questi interessi era anche nell’edizione da lui curata dell’Encomio di Elena e altri scritti di Gorgia (Milano 1958).
Mio padre Adamo (Bologna 1963: premio selezione ‘Campiello’) e La bistenta (Milano 1964) si nutrivano invece di memorie personali, legate principalmente al periodo dell’infanzia siciliana e «rievocate come un mito cristiano» (P. Milano, Gli orecchini d’oro e la speranza suprema, in L’Espresso, 6 dicembre 1964). Con Diario di un metafisico (Roma 1964), «journal intime» (C. Bologna, Il Nostro Tempo, XXXI (1976), 19, p. 3) riscritto e ristampato nel 1975 a Roma, Pasqualino tornava alla filosofia, trovando nella forma narrativa e autobiografica delle opere appena precedenti uno strumento più «umanamente vero» per definire «il problema della decifrabilità […] di questo nostro essere nel mondo» (Pasqualino, lettera privata a Sergio Collura, del 29 settembre 1977): emergeva un io narrante, ‘zingaro filosofo’ e problematico, che trovava, giobbicamente, «nella coscienza del patire […] la conferma dell’esistere» e la possibilità del mutamento (C. Vinci Orlando, in Nuova antologia, 1976, n. 2106, pp. 274 s.). Romanzi filosofici erano molte delle opere successive, La casa del calendario (Milano 1976), Le vie della gioia (Alba 1977), I segni dell’anima (Milano 1982), Lo zingaro di Sicilia (Palermo 1993), nelle quali trovava definizione la «poetica dell’interrogare» di Pasqualino (C. Di Biase, 1983) e il suo «ottimismo cristiano», «punto di raccordo della complessa sua personalità» (M. Pomilio, Le vie della gioia, in Il Tempo, 9 giugno 1978).
Nel 1966 sposò l’americana Barbara Ann Olson, incontrata a Roma qualche anno prima e dalla quale ebbe, tra il 1967 e il 1976, quattro figli: Laura Elizabeth, Linda Maria, Dario Luigi, Francesco Davide. Esito di un viaggio negli Stati Uniti, compiuto in occasione della nascita della prima figlia, fu America baccante (Torino 1968), che documentava il confronto di Pasqualino, divertito e critico allo stesso tempo, con il nascente movimento hippy.
Nel 1968 vinse il Premio nazionale di teatro ‘Città di Pescara’ con l’atto unico Abelardo. Con il ricavato del premio commissionò la realizzazione di dieci pupi a un artigiano siciliano, dando vita alla compagnia «Teatro minimo dei pupi siciliani», divenuta poi «Teatro dei pupi siciliani dei Fratelli Pasqualino». La compagnia, che condusse assieme al fratello Giuseppe e con la collaborazione di altri membri della famiglia, trovò sede stabile presso il teatro Crisogono nel quartiere Trastevere a Roma, rimanendo in vita fino ai primi anni Novanta.
Già oggetto di passione nell’infanzia, il teatro dei pupi divenne fondamentale all’interno della poetica di Pasqualino. Il primo spettacolo a essere rappresentato, nel 1969, fu una rilettura del Don Chisciotte dal titolo Trionfo, passione e morte del cavaliere della Mancia. Affiorava la volontà di sconfinare dal repertorio tradizionale, solitamente ristretto al ciclo carolingio – pur presente tra gli spettacoli del teatro –, con testi inediti, nei quali Pasqualino raccoglieva «un certo spirito europeo», (Pasqualino, in A. Scandurra, Sguainiamo le spade e sfidiamo il mostro, in La Sicilia, 17 settembre 1982), rivelatosi nella figura del paladino, per testimoniare la «volontà di lotta, l’atto di libertà, la ‘storia ideale’ che vichianamente scorre sopra la storia della cosiddetta ‘feccia di Romolo’» (Pasqualino, in L. Pupolin, P. o dell’autobiografia radicale, in Idea, XXXIX (1983), 11-12, p. 44). Si affiancarono presto al cavaliere di Cervantes altri inconsueti personaggi, spesso prelevati dalle pagine delle proprie opere filosofico-letterarie: san Francesco, Sosia e Anfitrione, Gesù Cristo. I testi delle rappresentazioni, apparsi singolarmente in rivista, furono in parte raccolti in Teatro con i pupi siciliani (Palermo 1980). Alla storia di questa forma tradizionale di spettacolo Pasqualino, con la collaborazione della moglie Barbara, dedicò anche il volume illustrato L’arte dei pupi: teatro popolare siciliano (Milano 1983). Il resto della produzione scenica di Pasqualino, non destinata al teatro dei pupi, fu raccolto in La danza del filosofo (Treviso 1992), silloge che ospitava il testo vincitore del premio Ennio Flaiano 1978, Socrate baccante, «colta variazione» in tono di commedia della morte del filosofo (G. Prosperi, in Il Tempo, 16 luglio 1978).
Collaborò alla realizzazione di opere scritte da Roberto Rossellini per la televisione (lo sceneggiato Atti degli apostoli, 1969) e da Ermanno Olmi (La genesi, 1994), per il quale nel 1971 scrisse soggetto e sceneggiatura del film Durante l’estate. Sua fu anche la sceneggiatura del film Turi e i paladini di Angelo D’Alessandro (1978).
Insegnò per alcuni anni sociologia sturziana presso il Centro italiano di studi politici della Camilluccia e filosofia dello spettacolo presso l’Università Pro Deo (poi LUISS). Collaborò con diverse riviste specializzate di filosofia, teologia e letteratura (tra le quali Famiglia cristiana, Jesus, Messaggero di s. Antonio, Davide, Humanitas, Nostro Tempo, Studi cattolici, La Fiera letteraria) e con alcuni quotidiani (tra i quali L’Osservatore romano, L’Avvenire, La Stampa, Il Tempo); parte di questa produzione fu riunita in L’orecchino del filosofo (Padova 1979).
Negli ultimi anni si dedicò alla composizione di un’opera sulla figura di Gesù Cristo, letta alla luce dei quattro vangeli canonici, Chiunque tu sia. Con Gesù a passo d’asino (Caltagirone 2005). Ispirata dal Concilio Vaticano II e da un colloquio con Paolo VI, l’opera tentava di risalire all’essenza del messaggio cristiano, spogliato dei riti e dei dogmi, rinvenendovi una «sfida d’amore, più che non di fede» (p. 42).
Morì a Roma il 14 settembre 2008.
Opere. Fra quelle non citate nel testo: Il Filosofo ignorante o de la ragion d’essere delle cose, Caltagirone 1949; Filipso. Commedia filosofica, Caltagirone 1949; Discorso immaginario del capo del governo di un’Italia immaginaria, Caltagirone 1955; Discorsetto di metafisica, Roma 1959; Caro buon Dio, Milano 1970; Il ragazzo delle Cinque Isole, Brescia 1971, ed. scolastica de La Bistenta; Il giorno che fui Gesù, Milano 1978, Sant’Antonio racconta, Brescia 1985; L’uomo di Argo, Cosenza 1986; Confidenze di Barbara, Milano 1988; Gli orecchini di Dio: l’assurdo tra noi, Torino 1996. Per il teatro: Un cavallo per sua maestà, Frascati 1978; La locanda del Vangelo, Roma 1978.
Fonti e Bibl.: Manca a tutt’oggi una bibliografia critica aggiornata: in Narratori di Sicilia, a cura di S. Collura, Catania 1991 (e Milano 2009), sono contenute una biografia dell’autore (ricostruita con brani dei suoi libri), una lettura critica e, in chiusura, una bibliografia essenziale; si veda inoltre la Nota bibliografica in coda a La danza del filosofo, cit.; per un quadro complessivo dell’opera, sebbene parziale, si rimanda a C. Di Biase, in Letteratura religiosa del Novecento. Sondaggi, Napoli 1995, pp. 135-160; S. Spartà, Narratori italiani d’ispirazione cristiana (1950-1980), in Città di vita, L (1995), 1, pp. 45-54; V. Arnone, in Eventi e simboli del Novecento letterario, Firenze 1994, pp. 111 s.; G. Occhipinti (in L’ultimo Novecento. Poesia, narrativa e questioni di critica letteraria …, Foggia 1993, pp. 240-243) si occupa della produzione di Pasqualino degli anni Settanta. Si vedano, inoltre, la voce F. P. in Wikipedia.it, curata dal figlio di Pasqualino, e il sito www.pupisiciliani.com, contenente alcune informazioni essenziali sulla storia della compagnia dei fratelli Pasqualino e sul loro repertorio.