PINTOR, Fortunato
PINTOR, Fortunato. – Secondo di cinque fratelli, nacque a Cagliari il 24 settembre 1877 da Giacomo, medico-chirurgo, e da Antonia Leo.
La famiglia, appartenente alla buona borghesia isolana, investì molto nella formazione intellettuale dei figli e nel loro inserimento presso l’Amministrazione statale. Fortunato svolse una brillante carriera nelle istituzioni culturali; Pietro (nato nel 1880) fu militare di carriera; Luigi (nato nel 1882) ricoprì un ruolo di assoluto rilievo al ministero delle Colonie; Giuseppe (nato nel 1889) fu funzionario di enti pubblici. Quattro fratelli, preceduti da una sorella maggiore, uniti da un continuo scambio di lettere, che ebbe nella moglie di Giuseppe – Adelaide Dore – un sicuro punto di riferimento e in Fortunato un attento conservatore. Una ‘casa’, questa dei Pintor, il cui mondo di affetti è raccontato nelle lettere, di straordinaria qualità letteraria, di Adelaide Dore e negli scritti autobiografici dei suoi figli: Giaime e Luigi (cfr. Da casa Pintor, 2011). E Fortunato volle sacrificare a ‘casa Pintor’ la sua felicità personale: in una intensa lettera del 24 agosto 1925 a Giovanni Gentile si chiedeva se dovesse rinunciare a sposare una collega per non dispiacere alla sorella. A prevalere fu l’affetto verso quest’ultima, con la quale sempre convisse a Roma, in una casa dove si formò intellettualmente, tra il 1935 e il 1939, il giovane Giaime, del quale lo zio curò nel 1956 una ristampa dell’edizione del Saggio sulla rivoluzione di Carlo Pisacane.
Allievo fra il 1894 e il 1898 della Scuola normale superiore di Pisa, Pintor maturò una rigorosa formazione culturale e solide amicizie: tra queste, la più forte con Giovanni Gentile. Dopo essersi laureato in Lettere nel 1898, nel 1900 cominciò la sua carriera alla Biblioteca nazionale di Firenze, dove avviò una ricerca sul teatro comico fiorentino del Cinquecento, di cui sono testimonianza molti lavori, in gran parte pubblicati in occasioni di nozze di amici o in onore di maestri e colleghi. A riprova, ha scritto Carlo Dionisotti di come «solo in questo rapporto di confidenza e di gentilezza umana gli riuscisse di vincere il pudore di una ostentazione pubblica di sé, della sua dottrina e del suo privato lavoro» (1960, 1998, p. 464). Collaborò con Giuseppe Mazzatinti ai volumi XI, XII e XIII dell’Inventario dei manoscritti delle Biblioteche d’Italia. Nel luglio del 1903 fu trasferito alla Biblioteca del Senato, della quale fu nominato direttore nel 1904.
Nel giugno del 1915 Pintor fu arruolato nel CCIV battaglione di milizia territoriale. Finita la guerra ottenne il grado di capitano e una medaglia d’argento al valore. A Pintor e ad Alessandro Casati, «che hanno lasciato i libri per le armi» Gentile dedicò il suo Guerra e fede. Frammenti politici (Napoli 1919).
Alla Biblioteca del Senato rimase fino al dicembre del 1928, quando chiese il pensionamento in coincidenza con il cambio di presidenza della Camera alta da Tommaso Tittoni a Luigi Federzoni: ufficialmente per ragioni di salute, in realtà perché non si ritrovava nell’ambiente del Senato fascistizzato e perché, inflessibile nei suoi principi e convincimenti di difesa dello Stato liberale, non intendeva iscriversi al Partito nazionale fascista (PNF; cfr. Verga, 2003). Ricevette allora l’offerta di collaborare al Dizionario biografico degli Italiani che Gentile, direttore dell’Istituto Giovanni Treccani, aveva avviato insieme con l’Enciclopedia nel 1925 (Verga, 2003). Pintor accettò la proposta di Gentile a condizione che il suo nome non comparisse nell’intestazione dell’opera «per molte ragioni che ti dirò a voce» (Carteggio, 1895-1944 Gentile-Pintor, 1993, pp. 366 s.).
Alla fine di ottobre del 1929 Gentile e Pintor facevano il punto dei lavori fino allora compiuti. Convenivano sul «carattere scientifico» del Dizionario, sulla «possibilità di usare materiale dell’Enciclopedia»; sulla rinuncia a un apparato di illustrazioni perché avrebbero fatto lievitare i costi e «non aggiungono nulla». Per tutto, comunque, Gentile si affidava all’amico che, riflettendo sui rapporti tra Enciclopedia e Dizionario, affermava che quest’ultimo non avesse «interesse meno universale», «perché l’Enciclopedia può essere sostituita e il Dizionario no» (Archivio centrale dello Stato, Carte Fortunato Pintor, b. 10). Il Dizionario doveva avere un aperto «carattere scientifico e largo» e, in margine a un nuovo colloquio con Gentile: «Il Dizionario ha diverso carattere [rispetto all’Enciclopedia]. Dell’Enciclopedia si può perfino prevedere prossima una seconda edizione: del Dizionario no!» (Verga, 2003, p. 22). Nel luglio del 1933 una bozza di Avvertenze ai collaboratori chiariva che «il Dizionario vuole offrire agli studiosi e alle persone colte di ogni nazione sicure notizie, in forma sintetica, delle vite e delle opere di tutti gli italiani comunque memorabili dal 476 ai giorni nostri, non esclusi i viventi e per essere uno specchio fedele della civiltà italiana nei secoli accennati dovrà comprendere anche quegli uomini insigni, sebbene nati fuori dai confini d’Italia, la cui attività siasi svolta in Italia».
Gli anni Trenta furono anni di intenso lavoro in preparazione dell’onomasticon e di fiducia nella possibilità che, terminata l’Enciclopedia, si avviasse la stampa del Dizionario che avrebbe compreso 180.000 voci di dimensioni ridotte, in trenta volumi. A partire dal 1939 Pintor fu chiamato a occuparsi della Enciclopedia minore, voluta da Gentile; tuttavia, in una lettera del 20 marzo 1941, Pintor difendeva con forza il progetto del ‘suo’ Dizionario per tornare a occuparsene già dal 1942: nel maggio 1943 venivano pubblicate le Avvertenze ai collaboratori e «le prime bozze del saggio d’opera e del Repertorio biografico» (1925-1975. La Treccani compie 70 anni…, 1995, p. 274). Si ribadivano i limiti cronologici delle biografie, si insisteva sul ‘valore’ del Dizionario e sull’«identità di storia e biografia».
Il nuovo Consiglio di amministrazione dell’Istituto, il 4 dicembre 1948, confermò l’interesse per il completamento del Dizionario. Nel giugno del 1953, a casa Pintor, si teneva un’importante riunione della nuova redazione (Archivio centrale dello Stato, Enciclopedia Italiana, Dizionario biografico degli Italiani, c. 2) sulla lunghezza delle voci e su un programma editoriale che si assestava sui 27 volumi, riprendendo, in larga parte, il piano concordato nel 1932. Le Avvertenze ai collaboratori, stampate nel 1956, con la prefazione del nuovo presidente, Aldo Ferrabino, si limitarono a riprendere per larga parte il testo delle Avvertenze edite nel 1943. Tra il 1958 e il 1959 il progetto di Pintor ricevette dure critiche da parte di Ferrabino e del caporedattore dell’Istituto, Umberto Bosco, cui seguirono dibattiti e polemiche che ebbero ampia eco nella stampa nazionale (Verga, 2003). Alla fine di marzo del 1959 Pintor si vide costretto a dare le dimissioni, rifiutando l’offerta del presidente di firmare il primo volume: «il mio nome non può né deve figurare in fronte di un Dizionario che per motivi indipendenti dalla mia volontà e dal mio giudizio si propone diverso da quello di cui a suo tempo avevo, come direttore effettivo, assunto la responsabilità» (Roma, Archivio centrale dello Stato, Carte Fortunato Pintor, b. 10: lettera del 21 novembre 1959).
Ritiratosi a vita privata, Pintor morì a Roma il 5 aprile 1960.
Opere. Delle liriche di Bernardo Tasso, Pisa 1899; Un’antica farsa fiorentina. Per le nozze Salza-Rolando e Gentile-Nudi, Firenze 1901; Bibliografia degli scritti di Alessandro d’Ancona, in Raccolta di studi critici dedicata ad A. D’Ancona festeggiandosi il XL anniversario del suo insegnamento, Firenze 1901; La libreria di Cosimo dei Medici nel 1418, Firenze 1902; Nuovi documenti celliniani, Firenze 1904; Rappresentazioni romane di Seneca e Plauto nel Rinascimento: Due documenti pubblicati da F. P., Perugia 1906; Annuario bibliografico della storia d’Italia dal secolo IV dell’era volgare ai giorni nostri, diretto da A. Crivellucci - G. Monticolo - F. Pintor, IV (1905); VI (1907); VII (1908); ibid., diretto da A. Crivellucci - F. Pintor - G. Goggiola, VIII (1909); Da Lettere inedite di due fratelli umanisti (Alessandro e Paolo Cortesi): Estratti ed appunti, Perugia 1907; Umberto Marchesini, Firenze 1911; Un repertorio manoscritto di erudizione toscana (Il ‘Poligrafo Gargani’) della Nazionale di Firenze, s.n.t. [ma 1912]; Indice decennale, I-X, (1893-1903), con prefazione di M. Barbi, Firenze 1912; Bibliografia degli scritti di Alessandro D’Ancona, a cura di G. Manacorda - F. Pintor - L. Ferrari, Firenze 1915; Opere generali, sussidi bibliografici, riviste, in Un cinquantennio di studi sulla letteratura italiana…, saggi raccolti… e dedicati a Vittorio Rossi, Firenze 1937; Intervista sul Dizionario biografico degli Italiani e sull’Enciclopedia dell’arte, Roma 1954; C. Pisacane, Saggio su la rivoluzione, a cura di G. Pintor, nuova ed. riv. sull’autografo da F. Pintor, Torino 1956; Per la storia della libreria Medicea nel Rinascimento: appunti d’archivio, Padova s.d. [ma 1960?]; Carteggio, 1895-1944. Gentile - P., a cura di E. Campochiaro, Firenze 1993; Giovanni Gentile e il Senato: carteggio (1895-1944), a cura di E. Campochiaro - L. Pasquini - A. Millozzi, Soveria Mannelli 2004.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Carte Fortunato Pintor, b. 10; Enciclopedia Italiana, Dizionario biografico degli Italiani, cc. 1, 1 bis, 2, 12; C. Dionisotti, F. P., in Giornale storico della letteratura italiana, CXXXVII (1960), pp. 488-493, poi in Id., Ricordi della scuola italiana, Roma 1998, pp. 461-470; G. Natali, F. P., in Ricordi e profili di maestri e amici, Roma 1965, pp. 333-337; F. Gabrieli, Vecchi bibliotecari, in Almanacco dei bibliotecari italiani, 1968, pp. 21-25; Da casa Pintor. Un’eccezionale normalità borghese: lettere familiari, 1908-1968, a cura di M. Pacini, Roma 2011, ad indicem.
C. Violante, Un secolo di studi storici alla Scuola normale superiore di Pisa (1860-1963), in Novità e tradizione nel secondo Ottocento italiano, a cura di F. Mattesini, Milano 1974, pp. 415-450; D. Chiomenti Vassalli, San Fortunato: un intellettuale laico. P., il direttore della biblioteca del Senato, in Nuova Antologia, luglio-settembre 1992, n. 2183, pp. 109-113; L. Marrocu, F. P., 1877-1960, in I Cagliaritani illustri, I, Cagliari 1993, pp. 199-207; 1925-1995. La Treccani compie 70 anni. Mostra storico-documentaria, Roma 1995; G. Turi, Giovanni Gentile. Una biografia, Firenze 1995, ad ind.; M. Verga, «Il Dizionario si farà». Note per una storia del Dizionario biografico degli Italiani, in Religione cultura e politica nell’Europa moderna. Studi offerti a M. Rosa dagli amici, a cura di C. Ossola - M. Verga - M.A. Visceglia, Firenze 2003; Id., «Il Dizionario è morto. Viva i dizionari!». Note per una storia dei dizionari biografici nazionali in Europa, in Storica, XIV (2008), 40, pp. 7-32.