fortunato
Aggettivo ricorrente solo nella Commedia. È variamente spiegato in rapporto a luoghi famosi per qualche ragione storica: la fortunata terra / di Puglia (If XXVIII 8), " famosa " per la battaglia di Canne (ma cfr. l'Ottimo: " Qui comprende tutto quello che di sotto particularmente scrive; e dice ‛ fortunata ', però che più a caso che per ragione è stata menata "; o Benvenuto: " quae fuit fortunata victoribus... vel... quia in ea [Apulia] facti sunt tot terribiles conflictus bellorum... "; così anche il Buti, il Castelvetro e altri); la fortunata valle / che fece Scipïon di gloria reda (XXXI 115), la valle del fiume Bagrada " illustre " per le gesta del gigante Anteo e poi per la vittoria di Annibale su Scipione (" quae vallis fuit fortunata genti Corneliae ", Benvenuto, e così Landino, Vellutello, ecc.).
Non mancano proposte di spiegazioni diverse: " fertile ", " ferace " la Puglia, e sarebbe ricordo di appellativi classici (" altrix Apulia ", Orazio [Odi III IV 10]; " felix Campania ", Plinio [III 50]); così il Torraca, che tuttavia, rifacendosi agli antichi, propende a credere che D. " alluda ai grandi mutamenti... che... si sogliono attribuire alla Fortuna " (e analogamente intendono altri moderni). L'aggettivo verrebbe dunque a significare " di triste fortune " (Tommaseo), " fortunoso " (Chimenz, Mattalia), " agitato da eventi tempestosi ", senso proposto da qualche interprete anche per il secondo esempio, ma meno opportuno che per il primo. Nessuna ambiguità possibile per Pd XII 52 la fortunata Calaroga, " famosa " e " fortunata " insieme per aver dato i natali a s. Domenico e per la potente protezione dei re di Castiglia.
Riferito alle anime del Purgatorio, fortunate tutte quante (Pg II 74), mandra fortunata (III 86), l'aggettivo trova la sua giustificazione più evidente nella condizione degli spiriti del secondo regno morti in grazia di Dio e già eletti alla beatitudine: O ben finiti, o già spiriti eletti (III 73).
Anche la sorte delle donne fiorentine dei tempi di Cacciaguida è detta f.: Oh fortunate! ciascuna era certa / de la sua sepultura (Pd XV 118), nella serena e sicura vita domestica e cittadina del buon tempo antico evocato dal poeta.