SPIRA, Fortunio (nome umanistico di Sebastiano Spira)
– Nonostante nel testamento si dicesse «nobile viterbese» e come viterbese fosse noto a Venezia, Spira era nato a Bomarzo da ser Giovanni di ser Nicolò e da Susanna di ser Anselmo sul finire del Quattrocento. Della famiglia sono noti i fratelli Latino e Anselmo e la sorella Coridonia.
Non si hanno notizie sulla sua formazione, che dovette essere di buon livello dal momento che negli anni Trenta lo troviamo a Venezia, dove era arrivato da Roma (Sansovino, Del secretario, 1580, c. 98rv), con fama di orientalista e poeta. A Venezia fu sempre in rapporti stretti con autorevoli esponenti del patriziato cittadino e dei circoli culturali più in vista. Segretario dell’arcivescovo di Nicosia Livio Podocataro e poi del fratello Cesare, prossimo ai Venier e ascritto all’Accademia Veniera, nel 1535 con Tiziano e Sebastiano Serlio venne chiamato a sottoscrivere il memoriale con cui il filosofo francescano Francesco Zorzi sosteneva il progetto sansoviniano per la costruzione della chiesa di S. Francesco della Vigna.
Amico e corrispondente di Pietro Aretino (che tra il 1538 e il 1550 nei primi quattro libri delle sue lettere ne comprese otto dirette a Spira e che lo elogiò nelle commedie Marescalco e Talanta), in passato (Emmanuele Antonio Cicogna, Alessandro Luzio, Enrico Sicardi) è stato considerato autore dell’anonima Vita di Pietro Aretino del Berna (1538), un pamphlet ferocemente antiaretiniano ora ritenuto opera di Giovanni Alberto Albicante (v. Introduzione ad Albicante, 1999).
Con Spira polemizzò con asprezza Niccolò Franco, che nel 1540 (in una lettera senza indicazione di destinatario ma nella quale è ravvisabile il viterbese) lo accusò di doppiezza nei confronti di Aretino, di vanità ed eccessiva cura della persona, di millantare una dottrina non comprovata dalle opere. Alla proposta di riconciliazione, avanzata qualche anno dopo dallo stesso Franco nelle Rime contro l’Aretino (con il sonetto Fortunio, dal mio canto io son contento), non seguì tuttavia alcuna risposta.
Le sue celebrate competenze di filosofo e di cultore di lingue orientali non sono documentate. Fedele infatti al proposito di non voler «scriver nulla per non esser ripreso» (Sansovino, Le osservationi..., 1562, c. 247v; Bernardo Tasso gli rimproverava la «negligentia» nello scrivere, Lettere, 1559, c. 143v), non diede alle stampe opere a suo nome.
Di un testo intitolato Notti amorose, ma non altrimenti noto, dà notizia Claudio Tolomei in una lettera a Spira del luglio del 1543 (Tolomei, 1547, c. 50r). Ci rimangono di lui 26 componimenti in versi (25 sonetti e una ballata) compresi in due delle raccolte di rime più importanti della stagione (Rime diverse di molti eccellentiss. auttori. Libro primo, 1545; Libro terzo delle rime di diversi nobilissimi et eccellentissimi autori, 1550). Si tratta per lo più di rime amorose, ma non mancano sonetti di circostanza (in morte di Pietro Bembo) e di corrispondenza (con Bernardo Cappello, Ludovico Dolce, Benedetto Varchi e Sperone Speroni). Nota la sua prossimità a Gaspara Stampa. Ortensio Lando gli attribuì alcuni detti sentenziosi e li propose nella silloge degli Oracoli de’ moderni ingegni (1550). Girolamo Parabosco lo introdusse tra i componenti della brigata dei Diporti (1550) e musicò suoi versi (Madrigali a cinque, Venezia 1546).
Morì a Venezia il 20 marzo 1559 (Cicogna, 1830, p. 502).
Fonti e Bibl.: Materiali documentari per la ricostruzione biografica in Archivio di Stato di Viterbo, Notarile, Bomarzo, bb. 1 (cc. 12r, 19v, 23v, 26v, 97r); 2 (cc. 86rv, 87r); Archivio di Stato di Venezia, Notarile, Testamenti (notaio G. Figolin), 440, 363 (14 marzo 1559).
Tra le fonti letterarie che riguardano Spira o tramandano suoi testi: Rime diverse di molti eccellentiss. auttori nuovamente raccolte. Libro primo, Venezia, Giolito, 1545, pp. 194-200 (poi in Rime diverse di molti eccellentissimi autori (Giolito 1545), a cura di F. Tomasi - P. Zaja, Torino 2001, pp. 183-189, rime, e 445 s., scheda biografica); C. Tolomei, Lettere, Venezia, Giolito, 1547, c. 50r; O. Lando, Oracoli de’ moderni ingegni…, Venezia, Giolito, 1550, cc. 54v-55r; Libro terzo delle rime di diversi nobilissimi et eccellentissimi autori nuovamente raccolte, Venezia, Al segno del Pozzo, 1550, cc. 80r-82r; B. Tasso, Li tre libri delle lettere, Venezia, presso G. Giglio e compagni, 1559, cc. 74v-75r e 143v-144r; F. Sansovino, Le osservationi della lingua volgare di diversi huomini illustri..., Venezia 1562, c. 247v; N. Franco, Rime contro Pietro Aretino, a cura di E. Sicardi, Lanciano 1916, pp. 79 s.; P. Aretino, Lettere, I-IV, a cura di P. Procaccioli, Roma 1997-2000, ad indices; N. Franco, Epistolario (1540-1548): Ms. Vat. Lat. 5642, a cura di D. Falardo, Stony Brook (N.Y.) 2007, pp. 46-48; Nel sito lyra.unil.ch si hanno notizia e testi delle rime edite nelle raccolte poetiche cinquecentesche. Profili: Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Mss. It., X.118 (7194): A. Zilioli, Vite de’ poeti italiani, c. 52; Viterbo, Biblioteca degli Ardenti, Mss., II, C.4.20: F. Bussi, Degli uomini illustri viterbesi, p. 258; F. Sansovino, Del secretario, Venezia 1580, c. 98rv; E.A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, III, Venezia 1830, pp. 307-310, 502, IV, 1834, pp. 664 s.; E. Innocenzi Greggio, F. S., Appendice III, in Ead., In difesa di Gaspara Stampa, in Ateneo veneto, 1915, vol. 1, f. 1-2 (gennaio-aprile), pp. 118-124. Sui rapporti con Aretino: A. Luzio, La famiglia di Pietro Aretino, in Giornale storico della letteratura italiana, II (1884), 4, p. 363 n. 3; E. Sicardi, L’autore dell’antica “Vita di Pietro Aretino”, in Miscellanea nuziale Rossi-Teiss…, Bergamo 1897, pp. 295-314; G.A. Albicante, Occasioni aretiniane. Vita di Pietro Aretino del Berna, Abbattimento, Nuova contentione, testi proposti da P. Procaccioli, Manziana 1999, pp. 21-26, 148-150, lettera di Niccolò Franco, 154 s., scheda di Alessandro Zilioli. Altri riferimenti: A. Foscari - M. Tafuri, L’armonia e i conflitti. La chiesa di San Francesco della Vigna nella Venezia del ’500, Torino 1983, pp. 59 s., 115 s.; E. Parlato, Memorie romane del cardinale cipriota Ludovico Podocataro, in Cyprus and the Renaissance (1450-1650), a cura di B. Arbel - E. Chayes - H. Hendrix, Turnhout 2012, pp. 77 s.