forza
La parola nell'uso della Vita Nuova e di alcune Rime ha riferimento ad Amore e al suo " potere ", secondo la convenzione ideale e linguistica della lirica cortese: Vn XII 7 parole per rima, ne le quali tu comprendi la forza che io legno sopra te; XIV 5 Allora fuoro sì distrutti li miei spiriti per la forza che Amore prese; Rime L 6 d'altra part'è con la forza d'Amore; CIII 26 com'io di dire altrui chi ti dà forza? Qui pure Fiore CCXV 5 e che sua [d'Amore] forza è molto infiebolita; e XCII 8 co la forza ch'i' ho, i' sì 'l confondo (pur con spirito molto diverso, trattandosi della f. di Falsembiante, che è " potere " di frode e di menzogna).
Circa gli altri significati, il vocabolo comporta costantemente l'idea di violenza fisica e morale. In If VII 27 voltando pesi per forza di poppa, f. sta per " violento sforzo "; in XX 16 Forse per forza già di parlasia, e XXIV 113 per forza di demon ch'a terra il tira, / o d'altra oppilazion, f. è " violento accesso " di un male o di una forza demoniaca. Isolatamente f. è " forza fisica ", in Cv III III 7 sopra la terra disteso o per sua volontà o per forza d'Ercule, forza e vigore interamente... in lui [Anteo] resurgea (cfr. Fiore CCXIV 3 l'un l'altro abbatte per forza di braccia); è " forze di soldati " in Cv IV XXVII 18 non dite a voi dubitose le forze che ha quest'isola... forze non ci menomano, dove f. traduce vires e robora del testo latino (Ovid Met. VII 508 e 510). In Fiore CX 8 gente umane / di cui forza e santade ha gran paura, f. sta per " forze vitali ".
In una serie di occorrenze f. è dato in alternativa con termini contrapposti. In Cv IV IV 8 potrebbe alcuno gavillare... che... la romana potenzia non per ragione... fu acquistata, ma per forza, che a la ragione pare esser contraria, f. si contrappone a ‛ ragione ' (cioè " giustizia "), a proposito dell'Impero romano, che non fu effetto di violenza, ma di diritto avente il suo fondamento nella volontà divina: Onde non da forza fu principalmente preso per la romana gente, ma da divina provedenza (§ 11; v. allo stesso proposito § 12 [2 volte]). Nell'ambito morale f. può avere come termini alternativi e corrispondenti al concetto di ‛ ingiuria ' (v.) ‛ frode ', ‛ menzogna ', ‛ sofismi ', coi sensi rispettivi di " aperta violenza " e " occulta malizia ", " inganni ": IV XI 11 E quale buono uomo mai per forza o per fraude procaccerà?; If XI 24 o con forza o con frode altrui contrista (in questo canto tre volte [v. 29, 32 e 46] la locuzione verbale ‛ far f. ' per " esercitare violenza "); Pg XX 64 Lì cominciò con forza e con menzogna; Pd XI 6 regnar per forza o per sofismi. L'opposizione può essere tra ‛ violenza ' e ‛ libertà ' e concerne un contrasto di volontà, una sopraffattrice e l'altra succuba. Questa idea tocca gli esempi che riguardano le anime mancanti al voto e il rapporto tra la loro volontà e quella dei loro soverchiatori: Pd IV 80 Per che, s'ella [la volontà] si piega assai o poco, / segue la forza; v. 107 voglio che tu pense / che la forza al voler si mischia. In questo stesso canto il poeta, in relazione al medesimo tema, adopera tre volte (v. 20, 73 e 78) il termine ‛ violenza ' come equivalente di f. (dandone anche la definizione), e il verbo ‛ sforzare ' (v. 74) per " usare violenza ". Due casi ai limiti opposti di questa nozione etica della ‛ forza ' sono rappresentati da If VI 69 con la forza di tal che testé piaggia, dove f. è " potere prevaricatore ", quello del papa Bonifacio VIII, e da Pg XVI 79 A maggior forza e a miglior natura / liberi soggiacete, dove la ‛ maggior f. ' di cui si parla è Dio, ‛ suprema possanza ', cui le creature sono liberamente sottomesse. In alcune occorrenze f. è " causa determinante " del verificarsi di un fatto. Questo senso è presente in Rime CIV 77 nella distinzione tra giudizio e forza di destino, dove il primo termine indica il giudizio di Dio, causa prima da cui tutto dipende, il secondo un principio più fortuito (cause seconde) degli eventi umani. In Pg V 91 E io a lui: " Qual forza o qual ventura / ti traviò...? ", l'alternativa è posta tra una causa determinante (violenza di nemici, vicende del combattimento) e un accidente casuale della dispersione del corpo di Buonconte. Andrà qui segnalata la variante (ma scadente) forza in luogo di forte in Pg XXI 126 (cfr. Petrocchi, ad l.), e dunque nel significato di " potenza d'ispirazione " più che semplice " occasione ".
In tutte le altre occorrenze la parola va riguardata nella congiuntura e funzione delle singole locuzioni: tra le locuzioni avverbiali: ‛ per f. di ' (già vista in molti altri casi, con un più accentuato valore concreto di " forza fisica ") vale " a causa di ", " per effetto di ": Lasso! per forza di molti sospiri / ... li occhi son vinti (Vn XXXIX 8 1, ripreso al § 6); per forza di lei / m'era la mente già ben tutta tolta (Rime LXVII 19): Cv I XI 6 dirizzano sì l'animo loro a quello per forza de la necessitate; similmente anche Pd XX 83 mi pinse con la forza del suo peso.
Comune nell'uso la locuzione ‛ per f. ' col senso di " violentemente ", " per atto di violenza fisica ", in espressioni come per forza conven che morto sia (Rime dubbie X 7); Morte per forza e ferute dogliose (If XI 34); Noi fummo tutti già per forza morti (Pg V 52). Anche per If IV 3 come persona ch'è per forza desta, il senso è " in modo violento " per significare un risveglio brusco e improvviso. Senso più attenuato ha la stessa locuzione in Pg XXXII 7 quando per forza mi fu vòlto il viso (ripresa al v. 15 onde a forza mi rimossi), che qui sembra voler dire " contro voglia ", " riluttante ". In Rime LXXVII 4 ch'a forza ti convien torre l'altrui, occorre invece postulare un valore diverso da quello già visto perché ‛ a f. ' non può voler qui dire " contro voglia ", ma piuttosto " di necessità ".
Variazione più energica di ‛ per f. ' è ‛ per viva f. ', in Pg XVI 111 per viva forza mal convien che vada, e vale " necessariamente ". Con lo stesso senso e ancora congiunto al verbo ‛ convenire ', v. Fiore CXXI 8.
Delle restanti locuzioni, sono identiche nel senso If XIV 59 e me saetti con tutta sua forza, e Pg XXXII 115 e ferì 'l carro di tutta sua forza; in If XIV 61 Allora il duca mio parlò di forza, l'espressione vale " con voce forte e risentita ". Isolata la locuzione verbale ‛ dar f. ' per " dare vigore ", in Pg XV 136 ma dimandai per darti forza al piede. Per Pg XXI 126 v. FORTE (sost.).
In alcuni esempi del Fiore f. è termine del linguaggio di guerra usato in senso più o meno metaforico: XII 6 che dentro a forza non vi fosse 'ntrato; XXIX 4 di renderlo [il castello] per forza ned a patto (ripetuto in CCVI 11); LXVI 13 a dir che forza fu e tradigione; CCXXII 4 sì che per forza le n'andrà cacciando. Usata più volte la locuzione ‛ non fare f. ', che ripete il francese ne pas faire force, col senso di " non preoccuparsi ", " non curarsi " (LXXXVI 3, CLIII 10, CXCII 4). In Detto 51 e 52 la stessa espressione senza negazione (e di colu' fa forza / che 'n compiacer fa forza) rende il senso di " tenere in conto " (Parodi).