FORZONI ACCOLTI, Pier Andrea
Nacque a Firenze il 1° marzo 1639, da Francesco, discendente della famiglia Accolti, e da Francesca di Zanobi.
Studiò presso i barnabiti e i gesuiti, sempre seguito dal padre O. Boldoni, barnabita milanese, maestro del granduca Cosimo III di Toscana e poi vescovo di Teano. Nel 1658 entrò al servizio del granduca Ferdinando II de' Medici, che seguì in importanti missioni, svolgendo un ruolo di primaria importanza, in particolare in Lombardia. Dopo la morte del granduca, avvenuta nel 1670, si mise a disposizione del principe Francesco Maria de' Medici, poi cardinale. Nel 1672 si addottorò a Pisa "nell'una e nell'altra legge". Accompagnò il cardinale de' Medici a Roma, e ne divenne segretario particolare oltre che confidente e amico: gli fu accanto nei tre conclavi dai quali furono eletti pontefici Alessandro VIII, Innocenzo XII e Clemente XI. Divenne consultore del S. Uffizio e segretario della Pubblica Sanità.
Ebbe una discreta fama presso i contemporanei come poeta, dilettandosi tanto con la musa volgare quanto con quella latina. Fu amico di F. Redi e conobbe A. Segni, che diede spazio a due suoi componimenti nelle Memorie delle nozze di Ferdinando gran principe di Toscana colla principessa Violante Beatrice di Baviera (Firenze 1688, pp. 137 s.). Nelle Poesie toscane dell'abate Fr.-S. Regnier-Desmarais (Parigi 1708) figurano quattro sonetti sulla traduzione di Anacreonte da parte dell'abate. Nella raccolta di Rime toscane, curata da A. Gobbi e stampata a Bologna nel 1711, si leggono sedici suoi sonetti (pp. 184 ss.).
Molto giovane il F. era entrato a far parte dell'Accademia degli Apatisti, divenendone segretario e cerimoniere perpetuo. L'Inghirami ricorda i suoi viaggi in Inghilterra, in Fiandra, in Olanda, in Germania, sottolineando che fu procustode delle Campagne fiorentine. Nel 1708 fu eletto console dell'Accademia fiorentina; aggregato alla Crusca col nome di Sincero, fu tra i collaboratori del Vocabolario; fece parte dell'Accademia dei Gelati di Bologna e di quelle degli Innominati di Bra e dei Filopoli di Faenza.
Morì a Firenze il 6 dic. 1719 e fu sepolto nel chiostro della chiesa di S. Spirito degli agostiniani.
Il 22 febbr. 1720 il Salvini, al quale aveva espresso, come consultore, parere favorevole per la pubblicazione dei Discorsi accademici, ne lesse l'orazione funebre nell'Accademia degli Apatisti. Da essa sappiamo che il F. ebbe tre mogli, ma abbiamo notizie solo della prima, Maria Angela della Verde, una nobile perugina da cui il F. ebbe un figlio, Francesco.
Fonti e Bibl.: S. Salvini, Fasti consolari dell'Accademia fiorentina, Firenze 1717, pp. XXXI, 676; A.M. Salvini, Orazione funerale (1720), poi in Discorsi accademici, III, Firenze 1733, ad Ind.; [A. Coltellini], Notizie istoriche degli arcadi morti, II, Roma 1721, pp. 224-227; G.M. Crescimbeni, Comentarij della volgar poesia, II, 1, Venezia 1730, pp. 233, 276; D. Moreni, Bibliogr. storico-ragionata della Toscana, Firenze 1805, I, p. 392; II, pp. 300, 303; F. Inghirami, Storia della Toscana. Biografie, II, Fiesole 1844, pp. 75 s.; I. Carini, L'Arcadia dal 1690 al 1890. Mem. storiche, Roma 1891, p. 418.