Fosforo
Il fosforo è un elemento chimico (simbolo P) scoperto, nel 1669, dall'alchimista tedesco H. Brand per distillazione del residuo dell'evaporazione dell'urina. Il nome, dal greco ϕωσϕόρος, "portatore di luce", gli venne attribuito per la proprietà di emettere radiazioni luminose per chemioluminescenza. Data la sua tendenza a reagire con l'ossigeno, in natura non si trova libero ma allo stato di composto in numerosi minerali (fosfati). È un elemento essenziale per la vita, presente in tutti gli organismi. Il fosforo totale contenuto nell'organismo umano corrisponde all'1% del peso corporeo.
Il fosforo si trova nel corpo umano sotto diverse forme: come fosfato inorganico solubile disciolto nei liquidi organici, in cui funziona come sistema tampone, concorrendo a mantenere l'equilibrio acido-base dell'organismo; come fosfato di calcio insolubile, nei denti e nelle ossa, delle quali è componente essenziale (in rapporto 1:2 con il calcio); in numerosi composti organici, quali le fosfoproteine, i fosfolipidi, gli acidi nucleici, vari fosfoderivati dei carboidrati e altre sostanze indispensabili per i processi vitali, come il creatinfosfato, l'adenosintrifosfato (ATP) e il guanosintrifosfato (GTP). L'80-85% della quantità totale di fosforo è presente nello scheletro, il 10% si trova nel tessuto muscolare, l'1% è presente nel cervello, il rimanente nel sangue e in altri tessuti. Oltre a svolgere una funzione strutturale nelle ossa, il fosforo ha un ruolo essenziale in tutte le reazioni di attivazione metabolica di molecole e in quelle di trasduzione dell'energia chimica dei substrati energetici in energia biologicamente utilizzabile (ATP). È inoltre coinvolto nell'attivazione e nel controllo di svariate attività enzimatiche.
Il fosforo si trova in quasi tutti gli alimenti, ma le sue fonti principali sono rappresentate da quelli ricchi di proteine. Lo forniscono in maggiore quantità i semi di cereali, i legumi, le uova, la carne, i cereali, il latte. Nella carne il contenuto di fosforo supera quello di calcio di 15-20 volte, nelle uova, nei semi di cereali e nei legumi è il doppio, mentre il latte e i suoi derivati contengono più calcio che fosforo. Il fosforo è, inoltre, molto abbondante negli alimenti trattati tecnologicamente, in genere sotto forma di polifosfati (esametafosfato di sodio), usati come additivi, e si trova anche, come acido fosforico, in alcune bibite analcoliche. L'assorbimento è molto efficiente. I lattanti assumono il 65-70% del fosforo che è contenuto nel latte vaccino e l'85-90% di quello presente nel latte materno. Normalmente bambini e adulti assimilano dal 50 al 70% del fosforo contenuto negli alimenti, ma quando l'introito è basso l'efficienza dell'assorbimento aumenta, arrivando fino al 90%. Anche i polifosfati vengono bene assimilati dopo essere stati idrolizzati nell'intestino a ortofosfato. L'assorbimento avviene con diversi meccanismi, di cui almeno uno è stimolato dal calcitriolo, la forma attiva dell'ormone-vitamina D. Poiché il fosforo è contenuto in un numero molto grande di alimenti e la capacità renale di trattenere i fosfati è elevata, una dieta equilibrata copre generalmente il fabbisogno di fosforo nelle varie fasce di popolazione, sicché raramente si verificano situazioni di carenza. Manifestazioni carenziali si manifestano, tuttavia, dopo prolungate somministrazioni, come antiacido, di idrossido di alluminio, che lega il fosforo impedendone l'assorbimento. L'ipofosfatemia, con riduzione intracellulare di fosfato, è associata a debolezza muscolare e a valori di tensione di ossigeno alterati, probabilmente come conseguenza di una scarsa sintesi di ATP e di acido 2,3-difosfoglicerico. Una ipofosfatemia prolungata, anche se di modesta entità, può provocare osteomalacia, ovvero a forma adulta del rachitismo.
Non si conosce l'esatto fabbisogno fisiologico per il fosforo. I LARN (Livelli di assunzione raccomandati di energia e nutrienti per la popolazione italiana) indicano per esso le stesse quantità in peso previste per il calcio (v.), cioè 800 mg al giorno per gli adulti (30-60 anni) dei due sessi. Le raccomandazioni nutrizionali europee (RDA, Recommended dietary allowances) sostengono che l'assunzione di fosforo e di calcio deve essere uguagliata in base alla loro rispettiva concentrazione molare (mol/l) e non al peso: per il fosforo suggeriscono perciò valori di 550 mg al giorno, contro i 700 mg stabiliti per il calcio. Le RDA statunitensi specificano invece che, quando l'introito di calcio è adeguato, il rapporto con cui questi due minerali sono presenti nella dieta è privo di importanza, con l'eccezione dei lattanti per i quali raccomandano un rapporto calcio/fosforo leggermente più elevato. In molte specie animali si è rilevato che un introito sbilanciato di fosforo rispetto al calcio abbassa la calcemia e induce, quindi, una stimolazione continua delle paratiroidi, con conseguente riassorbimento delle ossa e perdita di tessuto osseo. Nei soggetti umani è stato osservato solo l'effetto clinico sul calcio ematico, ma non quello sulle ossa.
LARN: Livelli di assunzione raccomandati di energia e nutrienti per la popolazione italiana, Revisione 1996, a cura della Società italiana di nutrizione umana, Roma 1997.
Nutrient and energy intakes for the European Community, Reports of the Scientific Committee for Food, Luxembourg, Office for official publications of the European Communities, 1993.
Recommended dietary allowances (RDA), Washington, National Academy Press, 198910.