FOSSALTA
Nella battaglia della Fossalta, avvenuta il 26 maggio 1249 fra il fiume Panaro e la Via Emilia, in territorio modenese, si fronteggiarono le truppe imperiali di Enzo di Svevia, re di Torres e di Gallura, figlio di Federico II, e le milizie della città di Bologna (v.), che avevano attaccato Modena (v.), alleata dell'Impero. Lo scontro si risolse con la sconfitta dell'esercito imperiale e la cattura del figlio dell'imperatore, condotto a Bologna dove rimase prigioniero fino alla morte, avvenuta nel 1272.
Essa rappresentò un episodio significativo della lotta fra Federico e le città della seconda Lega lombarda, e più specificamente dello scontro fra Bologna, schierata con la Lega, e Modena, filoimperiale.
Come è noto, rivalità di ordine territoriale e confinario opponevano da tempo le due città: le terre del monastero di Nonantola e la giurisdizione sul Frignano costituivano il teatro privilegiato degli scontri, che a partire dal sec. XII si susseguirono con alterni risultati, interrompendosi solo in occasione del conflitto fra l'Impero e la prima Lega lombarda ‒ quando Modena e Bologna fecero fronte comune contro Federico I Barbarossa ‒, per poi riprendere con nuovo vigore all'inizio del Duecento.
Al momento del rinnovo della Lega, nel 1226, il fronte filoimperiale guidato da Cremona comprendeva Modena, Parma, Reggio Emilia, Pavia e Bergamo; all'antimperiale facevano capo, intorno a Milano, le città di Bologna, Piacenza, Brescia, Treviso, Verona e Padova. Il contrasto fra Modena e Bologna assunse, dunque, un respiro più ampio, proiettando su uno scenario internazionale tensioni fino a quel momento rimaste in ambito locale: il territorio modenese divenne uno dei settori nevralgici delle operazioni belliche condotte dalla Lega contro l'imperatore, nel timore di perdere l'autonomia sancita dalla pace di Costanza del 1183.
Gli anni Trenta e Quaranta del sec. XIII furono scanditi da una serie incalzante di aggressioni, assedi, scontri, che videro l'imperatore e le città a lui fedeli opporsi ai comuni della Lega, fiancheggiati in modo sempre più significativo dal papato.
La vittoria ottenuta dall'imperatore a Cortenuova (v.) nel 1237, dopo una serie di successi militari, aveva costituito il culmine della sua politica di affermazione nell'Italia centrosettentrionale, ma nel 1243 l'elezione al soglio pontificio di Innocenzo IV apriva un nuovo fronte di operazioni, interno alle città padane. Il papa, infatti, seppe approfittare delle tensioni interne ai comuni riuscendo a sgretolare le alleanze filoimperiali. Anche Modena, come già Parma (v.) e Cremona (v.), conobbe una spaccatura interna: ai ghibellini Grasolfi si opposero i guelfi Aigoni, espulsi dalla città dopo il 1248 e accolti a Bologna, per conto della quale occuparono Nonantola e Savignano sul Panaro, in territorio modenese.
In un simile contesto, caratterizzato da una notevole instabilità interna ai comuni e da un'analoga mutevolezza nell'assetto delle alleanze e degli schieramenti intercittadini, la distruzione di Vittoria (v.) e la perdita di Parma nel 1248 influirono in maniera decisiva sulle sorti del conflitto, che volsero a favore della Lega e del papato: la sconfitta della Fossalta occorse, dunque, quando il disegno politico-militare di Federico per l'Italia centro-settentrionale era già ampiamente compromesso.
Il pomeriggio del 26 maggio 1249 Enzo di Svevia partì da Cremona, dove era acquartierato in veste di vicario imperiale, per prestare aiuto a Modena, attaccata dalle milizie bolognesi guidate dal podestà, il bresciano Filippo degli Ugoni, e rafforzate dalle schiere pontificie del cardinale Ottaviano Ubaldini (v.), legato papale, e dalle ferraresi del marchese Azzo d'Este; l'esercito bolognese si era fermato presso il fiume Panaro, per costruire un ponte al fine di permettere un passaggio più agevole ai carri.
La battaglia si sviluppò lungo una direttrice, sovrapponibile all'incirca alla Via Emilia, che partiva dal ponte di S. Ambrogio, attraversava in località Fossalta il torrente Tiepido e giungeva sino a S. Lazzaro, a un chilometro e mezzo a est dell'omonima porta della città di Modena.
Enzo giunse al fiume nel pomeriggio "e cominciò ad attaccare i guastatori bolognesi intenti a far legna per la costruzione del ponte. Le grida di costoro spinsero i Bolognesi ad attraversare in massa e precipitosamente il fiume, mentre i loro squadroni di cavalleria, con ampio movimento avvolgente, sorprendevano ai fianchi l'esercito imperiale disorganizzato. Enzo ordinò la ritirata, ma rimase a proteggere la retroguardia con i suoi cavalieri tedeschi. Un rallentamento della ritirata avvenne alla Fossalta a causa di un torrente ingrossato dalle acque: da qui verso Modena la ritirata si trasformò in rotta disastrosa. Lo stesso Enzo, giunto in località S. Lazzaro, alle porte di Modena, fu rovesciato e venne ben presto catturato" (Pini, 1993, p. 4) insieme a milleduecento fanti e quattrocento cavalieri, fra cui numerosi nobili ghibellini, quali Buoso da Dovara, capo delle milizie cremonesi, Marino da Eboli, podestà di Reggio, e Corrado di Solimburgo. Modena fu posta d'assedio fino all'ottobre dello stesso anno e costretta a firmare la pace nel mese di dicembre.
Numerosi prigionieri furono liberati dietro il pagamento di un riscatto, ma Enzo, incarcerato per un breve periodo nei castelli bolognesi di Castelfranco e Anzola, fu poi condotto a Bologna e rinchiuso nel palazzo che tuttora porta il suo nome. Come è noto, egli non ottenne mai la libertà da parte del comune, che non volle in alcun modo cedere la prova vivente della sua superiorità sull'imperatore: Federico moriva l'anno seguente senza avere rinnovato i tentativi iniziali di ottenere la liberazione del figlio.
La sconfitta della Fossalta e la cattura di Enzo assunsero ben presto in ambito cittadino una valenza simbolica di notevole rilievo, che amplificò il reale peso della battaglia nel contesto della lotta fra la Lega e l'Impero: le sorti del conflitto già volgevano comunque a favore delle forze guelfe, papali e cittadine, anche se lo schieramento imperiale non fu annientato dalla perdita subìta. Certamente, però, aumentarono l'orgoglio e il prestigio dei bolognesi, come attestano le cronache cittadine contemporanee, anche le filoghibelline, che riportarono l'episodio con dovizia di particolari, anteponendo l'orgoglio municipale alla fedeltà alle parti impegnate nel conflitto. La cronachistica non bolognese, invece, ne registrò un'eco assai limitata, a testimoniare la valenza principalmente locale dell'episodio (Lazzari, 2001, pp. 213-215).
Fonti e Bibl.: L. Doglioni, Chronicon Bononiense, in Nuova raccolta d'opuscoli scientifici e filologici, a cura di A. Calogerà, IV, Venezia 1758, pp. 121-141, in partic. pp. 128-129; Pietro Cantinello, Chronicon(aa. 1228-1306), in R.I.S.2, XXVIII, 2, a cura di F. Torraca, 1902, p. 6; Matteo Griffoni, Memoriale historicum de rebus Bononiensium (aa. 4448 a.C.-1472 d.C.), ibid., XVIII, 2, a cura di L. Frati-A. Sorbelli, 1902, p. 12; Pietro da Villola, Cronica, in Corpus Chronicorum Bononiensium, ibid., XVIII, 1, a cura di A. Sorbelli, I-IV, 1910-1940: II, p. 126. L. Frati, La prigionia del re Enzo a Bologna, Bologna 1902, pp. 6 ss.; T. Casini, Dalla Fossalta a Zappolino, in Miscellanea Tassoniana di studi storici e letterari pubblicati nella festa della Fossalta, Bologna-Modena 1908, pp. 3-8; A. Sorbelli, Dove si combatté la battaglia della Fossalta, ibid., pp. 9-16; G. Fasoli, Re Enzo trastoria e leggenda, in Ead., Scritti di storia medievale, a cura di F. Bocchi-A. Carile-A.I. Pini, Bologna 1974, pp. 917-932; A. Hessel, Storia della città di Bologna 1116-1280, a cura di G. Fasoli, ivi 1975, pp. 125-129; A.I. Pini, Enzo (Enzio, Enrico) diSvevia, re di Sardegna, in Dizionario Biografico degli Italiani, XLIII, Roma 1993, pp. 1-8; A. Vasina, Bologna e la II Lega Lombarda, in Federico II e Bologna, Bologna 1996, pp. 183-201; A.L. Trombetti Budriesi, La figura di re Enzo, ibid., pp. 203-240, in partic. pp. 233-234; G. Ortalli, Alle origini della cronachistica bolognese, il Chronicon Bononiense (o Cronaca Lolliniana), Roma 1999, pp. 41-57, in partic. pp. 53-54; V. Braidi, Modena: la nemica, in Bologna, re Enzo e il suo mito. Atti della giornata di studio, Bologna, 11 giugno 2000, a cura di A.I. Pini-A.L. Trombetti Budriesi, Bologna 2001, pp. 157-199; T. Lazzari, Re Enzo nelle cronache bolognesi e romagnole: una proposta di confronto, ibid., pp. 213-229; V. Braidi, La battaglia della Fossalta, in A.L. Trombetti Budriesi-V. Braidi-R. Pini-F. Roversi Monaco, Bologna, Re Enzo e il suo mito, ivi 2002, pp. 37-53.