FABRAΤERIA ΝΟVA (ν. vol. III, p. 566)
Grazie a recenti studi che si sono avvalsi della ricerca aerofotogrammetrica è stato possibile acquisire alcuni elementi topografici e urbanistici di notevole interesse su Fabrateria.
L'osservazione iniziale dall'altura della Madonna della Guardia (m 380 s.l.m.) - ai cui piedi si estende la Civita - ha permesso di riconoscere una parte dell'impianto urbanistico della colonia, basato su una serie di assi che si incrociano ortogonalmente, distanziati secondo un'unità di misura che, in base a osservazioni preliminari, sembra corrispondere all'actus. Sono stati individuati con certezza tre assi stradali con orientamento N-S e tre assi ortogonali ai primi con orientamento E-O. Accanto a questi elementi viari possono ipotizzarsi, come sopravvivenze degli assi della città antica, i sentieri attualmente percorribili o quelli oggi scomparsi a seguito di mutamenti nell'assetto del territorio, ma ancora, segnalati nelle carte catastali. Anche questi tracciati secondari si presentano inseribili nel sistema ortogonale su cui pare basarsi l'impianto urbanistico. Un elemento chiave di questo reticolato stradale è costituito da un tratto basolato con andamento E-O, in selce basaltica, recentemente riportato alla luce e individuato per una lunghezza complessiva di c.a m 28, e del quale è conservato uno dei margini per una larghezza massima di m 4,15. In questa maglia, peraltro assai larga e che doveva essere indubbiamente dotata di maggiori elementi, si inseriscono le poche testimonianze archeologiche note, come p.es. l'anfiteatro (m 76,5 x 57,5), le cui fondazioni sono articolate su due anelli concentrici in opera incerta, uniti da setti murari posti a raggiera a distanza più o meno regolare, e probabilmente costituito da un unico ordine di gradinate, forse lignee. L'edificio, che si inserisce perfettamente nell'assetto urbanistico originario, dovrebbe perciò essere coevo alla fondazione della colonia nell'ultimo quarto del II sec. a.C. È opportuno sottolineare il particolare risalto che assume l'esistenza di un anfiteatro, soprattutto se si considera l'assenza totale di dati a esso relativi per quanto riguarda le fonti epigrafiche, peraltro piuttosto numerose per Fabrateria Nova. D'altra parte la presenza di un tale edificio di carattere monumentale appare tanto più sorprendente se si considera il suo inserimento in un tessuto urbano che per il momento risulta piuttosto avaro di altri dati monumentali. Inoltre il pieno inquadramento dell'anfiteatro nel contesto urbanistico che si va delineando sembra di particolare importanza in quanto rivela una precisa volontà di pianificazione anche in una zona evidentemente periferica della città.
Infine sono da ricordare alcune costruzioni in opus mixtum e un tratto di muratura inglobata nelle strutture di un casolare, i resti superficiali di un ambiente pavimentato a mosaico bianco e nero e con intonaci dipinti, i resti di un edificio colonnato, la cui presenza è indicata dal ritrovamento di un capitello e di una colonna, e alcuni ambienti, dei quali si conserva purtroppo solo una parte delle murature perimetrali, di esecuzione piuttosto rozza.
L'area urbana così delimitata occupa una superficie di c.a 25 ha, di gran lunga inferiore a quella racchiusa nel circuito delle mura delle quali il Cayro dà la precisa misura perimetrale di 1.239 canne napoletane, equivalenti a c.a m 3.200. Si può concludere che la città antica comprendeva settori evidentemente non ancora identificati, come del resto non ancora riconosciuto è il perimetro stesso delle mura.
Bibl.: G. Colasanti, Fregellae, storia e topografia, Roma 1906; A. Nicosia, Fabrateria Nova (Studi e Monografie del Gruppo Archeologico Pontecorvo, II), Pontecorvo 1977; M. A. De Lucia Brolli, Prospettive su Fabrateria Nova, in Archeologia Laziale V (QuadAEI, 7), Roma 1983, pp. 104-111; L. Crescenzi, L'anfiteatro di San Giovanni Incarico, in Archeologia Laziale VII (QuadAEI, Il), Roma 1985, pp. 109-111.