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FRADMONE

di Carlo Albizzati - Enciclopedia Italiana (1932)
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FRADMONE (Φράδμων, Phradmon)

Carlo Albizzati

Scultore d'Argo, attivo, secondo Plinio (Nat. Hist., XXXIV, 49), verso il 420 a. C. Si ricordano di lui statue in bronzo: una delle famose Amazzoni di Efeso e l'olimpionico Amerta di Elide, che riportò il premio nella lotta dei fanciulli, non si sa quando. Un epigramma in dialetto dorico (Anthol. Palat., IX, 43) sembra la dedica di dodici giovenche dedicate nel tempio d'Atena a Itone in Tessaglia, come bottino di guerra preso in Illiria. Presso i Romani F. fu considerato tra gli artisti più famosi della Grecia. Gli studiosi moderni hanno discusso la cronologia indicata da Plinio, ma le ipotesi formulate per sostituirla sono molto opinabili, e ancora di più la pertinenza di qualche scultura che si cercò di attribuire al maestro. Un archeologo volle che F. fosse vissuto dopo Prassitele, e cercò le sue opere tra quelle che sembrano composte con eclettismo policleteo-prassitelico. Da ultimo si ritenne persino possibile che egli sia stato l'autore dell'Amazzone creduta dai più lavoro di Policleto.

Bibl.: W. Klein, Geschichte d. griech. Kunst, II, Lipsia 1905, p. 337 segg.; C. Anti, in Mon. Lincei, XXVI, col. 611, 622; P. Wolters, presso A. Springer, Handbuch d. Kunstgesch., I, Lipsia 1923, p. 298; G. M. Richter, Sculpture and sculptors of the Greeks, New Haven 1929, p. 172.

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