frammentazione
Processo produttivo nel quale, in linea teorica, le varie fasi possono essere svolte in un solo territorio, anche se, in genere, si svolgono in aree geografiche distinte e spesso in Paesi diversi.
La f. dei processi produttivi può essere vista come un’evoluzione dei processi di delocalizzazione (➔), dove i Paesi non si specializzano più nella produzione di un bene, ma di una singola fase produttiva. I Paesi caratterizzati da un basso costo del lavoro si concentrano nelle fasi più labour intensive (➔ progresso tecnico p), mentre quelli più avanzati si impegnano nelle fasi che necessitano di contenuti tecnologicamente più complessi. Inoltre, non si esternalizzano solamente le produzioni, ma anche i servizi. Per es., sono sempre più numerose le imprese europee e statunitensi che trasferiscono fasi di lavoro in Cina, nell’Europa dell’Est o in Messico, e che spostano in India le attività legate ai call center (➔) e i servizi di contabilità.
Il processo di f. si è accentuato nei decenni a cavallo del 20° e 21° sec. per diverse ragioni. Principalmente, perché sono diminuiti i costi di trasporto, poi perché l’evolvere dell’Information Communication Technology (➔ ICT) ha reso molto più semplice e meno costosa la gestione di processi produttivi decentrati. La f. può rimanere all’interno dell’impresa o essere esternalizzata. Le aziende, cioè, possono scegliere se mantenere il controllo del lavoro all’estero o delegarlo a un’impresa terza. Più l’attività è centrale più si tende a mantenerne il controllo, meno l’attività è importante più si tende a delegare.
La f. produttiva non ha solo effetti sul costo dei beni, ma cambia anche quello dei fattori produttivi. Essa, infatti, mette in diretta concorrenza, per es., gli operai dei Paesi in via di sviluppo con quelli dei Paesi sviluppati, che vedranno, quindi, i loro salari sotto pressione.