Frammenti storici
Sono così chiamati vari materiali storici che comprendono sia semplici rassegne di eventi, sia narrazioni più argomentate. Le prime pubblicazioni si trovano nell’edizione Cambiagi (1782, t. 2, pp. 1-80) e in molte altre successive stampe, tra cui l’edizione Le Monnier del 1843 e l’edizione Passerini, Milanesi (2° vol., 1874, pp. 77-281), che è più curata. Questi testi, piuttosto eterogenei, non sono tutti da attribuire a M., ma appartengono comunque al suo ambiente risultando scritti da Marcello Virgilio Adriani e da altri della cancelleria.
Abbiamo anzitutto i Frammenti storici, così chiamati dagli editori ottocenteschi (ed. Passerini, Milanesi, cit., pp. 77-127). Provengono dall’Apografo Ricci (BNCF, E.B. 15 10), ove Giuliano de’ Ricci, nipote di M., afferma di aver copiato «giornali e memorie appartenenti a historie estratti da fogli o quadernucci di sua [di M.] mano». Per la numerazione e la valutazione di questi frammenti ci riferiamo d’ora in poi all’edizione Montevecchi, Varotti (Appendice, Nota introduttiva, in Opere storiche, a cura di A. Montevecchi, C. Varotti, t. 2, pp. 907-14, i testi sono a pp. 915-52). Alcuni si trovano anche nell’edizione Chiappelli, Marchand (1° vol., 1971, pp. 547-84). Il primo frammento reca, di mano di M., «di Bernardo Rucellai», ed è un estratto del De bello italico di Bernardo Rucellai, con eventi accaduti nel 1494, come l’usurpazione del ducato di Milano attuata da Ludovico il Moro e le conseguenti tensioni fra le potenze italiane, che indussero il Moro a chiamare in Italia il re di Francia. L’ultimo fatto esposto è l’abdicazione del re di Napoli Alfonso II il 23 gennaio 1495. Segue (frammento 2) una lettera da Roma non di M., e siamo sempre nel 1494 o nei primi mesi del 1495: si accenna alla partenza di Carlo VIII da Roma per il Regno di Napoli e all’entrata del re a Napoli il 22 febbraio 1495, dopo l’abdicazione e la fuga di Alfonso II. Il frammento 3 contiene le Cose di Montepulciano (1494), i frammenti 4-7 concernono fatti dal 1495 al 1498, disposti per anni: si tratta soprattutto della guerra di Pisa (gesta di Antonio Giacomini Tebalducci), della morte di Piero Capponi il 25 settembre 1496, con un giudizio su di lui simile a quello delle Nature, dei tentativi di Piero de’ Medici di tornare al potere, o di vicende esterne, come la successione di Luigi XII a Carlo VIII.
Si trovano poi materiali ancora più eterogenei, dal titolo editoriale di Estratto di lettere ai Dieci di balia (ed. Passerini, Milanesi, cit., pp. 129-281). In parte questi materiali, anche se conservati nelle Carte Machiavelli della BNCF e tradizionalmente collocati nell’Estratto, sono redatti dalle mani dei coadiutori di cancelleria Agostino Vespucci e Biagio Buonaccorsi e di conseguenza vanno espunti dalle opere di M. (nell’ed. Passerini, Milanesi sono alle pp. 129-56 e 166-213). I testi di M. risultanti da questa selezione sono perciò:
a) Spogli dal 1464 al 1501 (ed. Montevecchi, Varotti, pp. 953-1009), che sono nell’Apografo Ricci, ricopiati da Giuliano (ed. Montevecchi, Varotti, cit., Nota introduttiva, p. 912). In parte sono anche autografi che si trovano nel codice Riccardiano 3627. Ritenuto interamente autografo dal suo scopritore (Carli 1907), esso in realtà contiene anche testi scritti da Marcello Virgilio Adriani (Gerber 1912-1913, pp. 19-21) sembra con l’intenzione di elaborare le mere notizie di cancelleria in una forma storica. Gli Spogli attribuibili a M. contengono le vicende di Firenze dopo la morte di Cosimo il Vecchio e in buona parte, particolarmente per i fatti di Piero di Cosimo de’ Medici, sono una schedatura dei libri II e III del De temporibus suis di Giovanni di Carlo, fonte per il VII libro delle Istorie fiorentine (Hatfield 1972, pp. 317-33; Anselmi 1979, pp. 143-50; Pieraccioni 1988, pp. 635-64).
b) tre Frammenti autografi (ed. Montevecchi, Varotti, cit., pp. 1010-23), che sono nella BNCF (C M I 72), legati con altri testi di Biagio Buonaccorsi e Agostino Vespucci: si riferiscono rispettivamente ai periodi novembre-dicembre 1494, giugno-dicembre 1495, 24 ottobre-15 dicembre 1503.
Un esame dello stile mostra in genere, per i frammenti 3-7, un sensibile lavoro di elaborazione, con lo stabilimento di nessi causali e il collegamento tra vicende diverse (più concisi gli appunti sul 1498). Più stringati sono gli Spogli e i tre Frammenti autografi.
In tutti i testi sono abbastanza frequenti i riferimenti a lettere e documenti da acquisire e le annotazioni che rinviano a un attento lavoro di documentazione storica in atto, ad esempio: «leggi i capitoli nella scatola» (in ed. Montevecchi, Varotti, cit., p. 925), «come io ho notato in un quadernuccio nelle mie scatole» (p. 943), «domandane a Giovanni di Dino» (p. 996), «Qui si dica le pratiche tenute con Francia» (p. 997), «intendi la cosa da messer Bolognino» (p. 1005), «Recordati di dire» (p. 1021). Che il lavoro sia ancora in una fase grezza è provato dagli spazi lasciati bianchi per dati mancanti, o dai frequenti riferimenti ai fiorentini in seconda persona plurale, come in «con voi […] le terre vostre» (p. 925), «il capitano vostro» (p. 981) eccetera. Alcune definizioni sono molto vivaci, come i giudizi negativi (anche in latino) sui mercenari, o l’accusa a Lorenzo il Magnifico di essersi valso «del pubblico» per non fallire (p. 957), che diverrà più edulcorata nelle Istorie fiorentine VIII xxxvi 5; poco tenere sono anche le asserzioni su Girolamo Savonarola, come quella che i forestieri dileggiano i fiorentini perché «usciti delle mani de’ Medici e entrati in quelle del frate» (p. 983).
Volendo ora chiedersi quale utilizzazione M. abbia fatto o volesse fare di questi materiali, la risposta a prima vista più facile è che gli servissero per proseguire le Istorie fiorentine. Questa tesi, che non è peraltro sostenuta da fondamenti concreti, fu avanzata già da antichi editori, per uno dei quali M. era «determinato» di continuare le Istorie con materiali come i Frammenti storici e le Nature di uomini fiorentini (Opere..., t. 4, 1811, pp. IV-V). Pasquale Villari opinava che i frammenti allora pubblicati nell’edizione Passerini, Milanesi (di mano di M.) fossero stati «destinati a formar parte dei libri seguenti» delle Istorie (Villari 1882, pp. 284-89). Si deve osservare in proposito che lo stile dei Frammenti storici e degli Spogli indica un rapporto con le vicende piuttosto immediato e le informazioni sono sovrabbondanti o troppo ridotte, cioè presentano una forma ben diversa da quella delle Istorie. Non si può respingere a priori l’idea che M. pensasse di utilizzare questi testi, anche inconditi, come materiali per proseguire le Istorie, poiché egli manifestò questa intenzione, tuttavia sembra più logico pensare che si tratti di progetti storiografici maturati all’epoca dell’attività in cancelleria, secondo la nota allusione di Agostino Vespucci nella lettera che precede la sua edizione del primo Decennale (1506), a un lavoro che «più largamente e con magior sudore tutta via si batte nella sua fabrica» (Tommasini, 1883-1911, 1° vol., p. 675). Può essere utile tener presente che, pur in un contesto scherzoso, M. scrisse a Francesco Vettori che se non avesse perduto le sue «bazzicature» avrebbe «inserta infra le memorie delle moderne cose» una scena divertente narratagli dall’amico (lettera del 4 febbr. 1514). Infine, che gli autografi siano uniti a testi di Adriani e di altri colleghi della cancelleria può far supporre che questi li abbiano ceduti a M. (Ridolfi 1954, 1978, p. 472), ma non è neppure da escludere che tutti collaborassero a un progetto ufficiale di storia della città, affidato alla cancelleria.
Bibliografia: Fonti ed edizioni: N. Machiavelli, Opere, a spese di G. Cambiagi, 6 voll., Firenze 1782-1783; N. Machiavelli, Opere di Niccolò Machiavelli cittadino e segretario fiorentino, t. 4, Venezia 1811; N. Machiavelli, Le Istorie fiorentine diligentemente riscontrate sulle migliori edizioni, Firenze 1843; N. Machiavelli, Le Istorie fiorentine ridotte alla vera lezione su codici e stampe antiche, a cura di L. Passerini, G. Milanesi, 2° vol., Firenze 1874; N. Machiavelli, Legazioni. Commissarie. Scritti di governo, a cura di F. Chiappelli, J.-J. Marchand, 1° vol., Bari 1971.
Per gli studi critici si vedano: P. Villari, Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, 3° vol., Firenze 1882; O. Tommasini, La vita e gli scritti di Niccolò Machiavelli nella loro relazione col machiavellismo, 2 voll., Torino-Roma 1883-1911; P. Carli, Un autografo poco noto del Machiavelli, «Giornale storico della letteratura italiana», 1907, pp. 354-68; A. Gerber, Niccolò Machiavelli: die Hand schriften, Ausgaben und Übersetzungen seiner Werke im 16. und 17. Jahrhundert, Gotha 1912-1913, rist. anast. Torino 1962; R. Ridolfi, Vita di Niccolò Machiavelli, Roma 1954, Firenze 19787; R. Hatfield, A source for Machiavelli’s account of the regime of Piero de’ Medici, in Studies on Machiavelli, ed. M.P. Gilmore, Firenze 1972; G.M. Anselmi, Ricerche sul Machiavelli storico, Pisa 1979; G. Pieraccioni, Note su Machiavelli storico, I. Machiavelli e Giovanni di Carlo, «Archivio storico italiano», 1988, 146, pp. 635-64.