frana
Quando si stacca un pezzo di montagna
Con il termine frana viene indicato ogni percettibile movimento di materiale, prevalentemente rocce o terreni. Una frana può essere provocata da diversi processi, naturali e non, e si muove sotto l'azione della forza di gravità come se fosse una massa unica. Un elemento tipico delle frane è la cosiddetta nicchia di distacco, che individua l'area sorgente
Le frane sono il risultato di una serie di processi che provocano il distacco di rocce o terreni, che cadono a opera della forza di gravità. La zona in cui inizia la frana si chiama nicchia di distacco. Le frane si distinguono in due grandi categorie: crollo, quando la massa cade prevalentemente nel vuoto, e scivolamento, quando la massa si muove lungo una superficie. Le frane generalmente interessano aree montuose, ma possono verificarsi anche a quote basse, per lo più come conseguenza di opere di escavazione e dell'attività di miniere.
Un versante, una scarpata o una parete rocciosa sono stabili finché alla forza di gravità si oppone la resistenza interna del materiale stesso, dovuta alla sua coesione. Diversi fattori, naturali e non, possono alterare questo equilibrio di forze e originare una frana.
Tra i fattori naturali di disequilibrio i più importanti sono la natura della roccia che costituisce il versante, la pendenza e la presenza di acqua. La stabilità di un versante è compromessa se il materiale è per propria natura incoerente (cioè i diversi elementi non sono cementati tra loro, ma semplicemente a contatto) o disgregato dall'azione degli agenti atmosferici (pioggia, neve, ghiaccio). In queste condizioni la roccia può resistere all'azione della forza di gravità se la pendenza del versante non supera i 30°÷35°. Una roccia o un terreno compatti possono invece formare pendii di qualsiasi inclinazione.
La stabilità dei versanti dipende anche dalla presenza di fessurazioni o dalla stratificazione stessa della roccia. Strati inclinati nello stesso senso del pendio favoriscono il distacco di blocchi di roccia e infatti sono detti a franapoggio, mentre strati inclinati in senso opposto al profilo del pendio sono più stabili e per questo sono detti a reggipoggio.
In seguito a piogge abbondanti il materiale che costituisce un versante può diventare saturo ‒ cioè completamente imbevuto ‒ di acqua. In questo caso la resistenza interna dei granuli che costituiscono la roccia o il terreno si riduce fortemente, tanto che la saturazione di acqua è considerata la causa primaria delle frane. L'Italia è un paese geologicamente giovane, con abbondanti rocce incoerenti e precipitazioni intense concentrate in brevi periodi. Questo espone il nostro territorio a eventi franosi, tanto più pericolosi quanto più è popolata l'area colpita. In Italia meridionale, nel maggio 1998, le piogge abbondanti smossero grandi quantità di materiale vulcanico incoerente, che scesero a valle travolgendo la cittadina di Sarno e altri centri abitati e provocando la morte di oltre cento persone.
Le frane più disastrose sono quelle innescate dai terremoti e dalle eruzioni vulcaniche, perché durante tali eventi viene liberata una quantità di energia enorme che può mettere in movimento gigantesche masse di roccia e terra. Il fortissimo terremoto che colpì l'Alaska nel 1964 provocò un elevato numero di frane.
Le frane provocate dall'attività vulcanica possono essere anche più devastanti. Il 18 maggio 1980 l'eruzione del Mount Saint Helens, nello Stato di Washington (USA), provocò la più grande frana mai osservata finora. Inoltre, quando erutta un vulcano coperto di ghiaccio o neve, il magma e i gas emessi ad altissima temperatura ne provocano lo scioglimento istantaneo e si formano colate di fango (lahars) che scendono lungo i fianchi del vulcano a grandissima velocità, anche di 40 m/s, superando ostacoli e devastando tutto quello che incontrano lungo il percorso. Ne è un tragico esempio la colata di fango provocata nel 1985 dall'eruzione del vulcano colombiano Nevado del Ruiz, che in pochi istanti cancellò dalla faccia della Terra il paese di Armero e i suoi 22.000 abitanti.
Le cause non naturali delle frane sono dovute all'intervento dell'uomo ‒ spesso poco attento ‒ sull'ambiente. Ricordiamo, per citarne solo alcune, il disboscamento, lo scavo di miniere, la sottrazione di acqua dalle falde idriche per l'irrigazione, la produzione di vibrazioni artificiali, la costruzione di dighe.