FRANCAVILLA MARITTIMA
Ripetute campagne di scavo condotte negli ultimi anni, hanno messo in luce, ai piedi delle colline che limitavano a N-O la piana di Sibari, resti di una cultura "indigena" protostorica, rappresentata soprattutto da corredi tombali, e resti di un insediamento greco arcaico.
Nessuno degli innumerevoli oggetti raccolti sull'acropoli e nella necropoli, aiuta a risolvere il problema dell'identificazione della città, per la quale alcuni studiosi hanno proposto il nome di Lagaria.
La necropoli, che si estende in località Macchiabate, è costituita per l'età più arcaica di tombe a tumulo, a pianta circolare o ellittica (diametro di 2 o 3 m di base; in qualche caso fino a 4,5 m), costruite con ciottoloni assai grossi verso il fondo e degradanti verso l'alto. Mentre finora le tombe più antiche appartengono allo scorcio del IX sec. a. C., le più recenti scendono sino alla metà del VI, con kölikes ioniche, vasi corinzî importati e d'imitazione, lèkythoi samie, ecc. I vasi greci più antichi appartengono all'VIII sec. a. C. (circa 740-730) e sono una grande pyxis sferica e una kotöle del Geometrico corinzio.
A giudicare dall'estensione della necropoli, l'abitato precedente l'impianto della necropoli dovette avere una certa importanza. L'acropoli è sul soprastante Timpone della Motta. Frammenti di terrecotte architettoniche lasciavano già presupporre l'esistenza di edifici templari. Gli scavi hanno messo successivamente in luce due edifici affiancati, rettangolari, allineati in lunghezza e costruiti con grossi ciottoli, nonché un terzo più alto sulla cima, forse appunto identificabili con templi. In una delle costruzioni, eretta dopo il 500 a. C., venne rinvenuta una tavoletta di bronzo del principio del VI sec. a. C. con dedica ad Atena di un olimpionico del luogo, in alfabeto rosso, consueto nelle colonie achee di Magna Grecia.
In una stipe si rinvennero migliaia di idrie locali di tipo cicladico, molte miniaturistiche spesso montate su di una comune base anulare, cava; inoltre terrecotte di età diverse rappresentanti Atena, ceramica varia e piccoli bronzi arcaici, che testimoniano la continuità della vita nel santuario greco sulla cima del Timpone almeno dal VII al IV sec. a. C.
Bibl.: T. De Santis, La scoperta di Lagaria, Corigliano Cal. 1964; A. Maiuri, in Atti I Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 1962, p. 21; G. Foti, Scavi e scoperte in Calabria, in Klearchos, V, 1963, p. 155 ss.; id., in Atti III Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 1964, p. 177 ss.; id., in Atti IV Convegno, ecc., 1965, p. 147; P. Zancani Montuoro, ibid., p. 211 ss.; G. Foti-P. Zancani Montuoro, in Atti e Memorie Società Magna Grecia, N. S., VI-VII, 1965-66, pp. 7 ss.; P. Zancani Montuoro, Coppe dell'età del ferro in Calabria, in Klearchos, VIII, 1966, pp. 197 ss.; id., Un peso di bronzo e l'argento di Sibari, in Annali Ist. Ital. di Numismatica, 12-14, 1965-67, pp. 21 ss. Per l'iscrizione arcaica: M. W. Stoop, in Atti e Memorie Società Magna Grecia, n. S., VI-VII, 1965-1966, pp. 14 ss.; G. Pugliese Carratelli, ibid., pp. 17 ss.; 209 ss.; M. Guarducci, Sulla tabella bronzea iscritta di Francavilla Marittima, in Rend. Lincei, 20, 1965, pp. 392-395; id., Epigrafia Greca, I, Roma 1967, p. 110, fig. 14.