Goodrich, Frances
Commediografa, attrice teatrale e sceneggiatrice statunitense, nata a Belleville (New Jersey) il 21 dicembre 1891 e morta a New York il 29 gennaio 1984. Insieme al marito Albert Hackett, la G. firmò (sempre accreditata per prima) numerose sceneggiature di ottimo livello per oltre un quarto di secolo, trascorso quasi interamente sotto contratto con la Metro Goldwyn Mayer. La sensibilità acquisita grazie alla precedente esperienza di attori di teatro guidò la G. e Hackett nell'elaborazione delle parti scritte per altri interpreti, e costituì uno dei fattori del loro successo, raggiunto grazie anche al senso dell'umorismo e a prezzo di un duro e costante lavoro di rifinitura. Pur non avendo mai vinto un Oscar, ma ottenuto solo varie nominations, la G. e Hackett nel 1955 ricevettero il Laurel Award alla carriera. Insieme ad altri autori della MGM (Dorothy Parker, Lillian Hellman e A.J. Perlman, anche se in periodi diversi) furono instancabili attivisti liberali impegnati a fondo nella battaglia per organizzare il sindacato degli sceneggiatori, lo Screen Writers Guild.
La G. studiò al Vassar College e iniziò la carriera di attrice teatrale nel 1916 con Ruth Chatterton in Come out of the kitchen di A.E. Thomas. Dopo due matrimoni ‒ con l'attore Robert Ames e con lo storico H.W. Van Loon ‒ sposò in terze nozze Hackett. Entrambi aspiranti commediografi, debuttarono a Broadway nel 1930 con Up pops the devil, una commedia su un gruppo di artisti del Greenwich Village ispirata in parte alla loro biografia e a quella dei loro amici del mondo dello spettacolo. Con i suoi dialoghi brillanti e le battute argute, che sarebbero divenuti una caratteristica distintiva di numerosi film della coppia, la commedia si rivelò un grande successo e l'anno seguente ne fu tratto il film dal titolo omonimo, diretto da A. Edward Sutherland. Dopo aver ottenuto una nuova affermazione anche con la loro seconda commedia (The bridal wise), nel 1933 la G. e Hackett firmarono un contratto con la MGM come sceneggiatori e da allora, per vent'anni, costituirono due figure cardine dello studio. Il loro primo film fu il melodramma sentimentale The secret of madame Blanche (1933; Il figlio dell'amore) di Charles J. Brabin, ma la loro carriera decollò con The thin man (1934; L'uomo ombra) di W.S. Van Dyke, un classico della commedia brillante giallo-rosa. Il film, tratto dal romanzo di D. Hammett e interpretato da William Powell e Myrna Loy, valse alla coppia la prima nomination all'Oscar; il secondo film della serie, After the thin man (1936; Dopo l'uomo ombra), sempre diretto da Van Dyke, fu anch'esso candidato all'Oscar per la sceneggiatura. Nel corso degli anni Trenta la G. e Hackett lavorarono principalmente per i registi sotto contratto alla MGM, Van Dyke e Clarence Brown. Oltre al terzo film della serie Thin man (The thin man goes home, 1944, L'uomo ombra torna a casa, di Richard Thorpe), scrissero Naughty Marietta (1935; Terra senza donne) e Rose Marie (1936), entrambi con Jeannette MacDonald e Nelson Eddy e diretti da Van Dyke, nonché Ah, wilderness! (1935) di Brown, tratto dall'omonimo lavoro di E. O'Neill.Dopo un breve periodo trascorso a New York (1939) durante il quale la G. scrisse con il marito un'altra commedia, The great big doorstep, i coniugi tornarono a Hollywood, dove trascorsero gran parte degli anni della guerra lavorando per la Writers' War Board. Nel 1944 uscì Lady in the dark (1944; Schiave della città) di Mitchell Leisen, ambiziosa commedia musicale in chiave psicologica tratta dallo spettacolo teatrale di Moss Hart musicato da Kurt Weill e Ira Gershwin. Dopo The Hitler gang (1944) di John Farrow, ricostruzione romanzata del nazismo, fu la volta di The Virginian (1946; Il virginiano) di Stuart Gilmore, l'unico, trascurabile western firmato dalla coppia di sceneggiatori. Sempre nel 1946, però, vide la luce It's a wonderful life (La vita è meravigliosa), basato sul racconto di P. Van Doren Stern The greatest gift e destinato a divenire un classico del cinema, storia della redenzione di una piccola città scritta per il regista Frank Capra (verso il quale la G. e il marito nutrirono una profonda antipatia). Tra gli sceneggiatori del film figuravano Dalton Trumbo, Clifford Odets, Marc Connelly, Michael Wilson e Dorothy Parker, ma dopo un arbitrato dello Screen Writers Guild vennero accreditati soltanto, nell'ordine, Capra (nella tradizionale posizione sopra il titolo), Jo Swerling (per le additional scenes), la G. e Hackett.
The pirate (1948; Il pirata) diretto da Vincente Minnelli, fu il primo dei travolgenti musical firmati dalla coppia, seguito dal remake di Ah, wilderness!, Summer holiday (1948) di Rouben Mamoulian, Easter parade (1948; Ti amavo senza saperlo) di Charles Walters, basato su un loro soggetto, e In the good old summertime (1949; Fidanzati sconosciuti) diretto da Robert Z. Leonard. Con Minnelli la G. e Hackett collaborarono anche per Father of the bride (1950; Il padre della sposa), con Spencer Tracy nel ruolo del burbero padre della sposa interpretata da Elizabeth Taylor. Il film, che ebbe una nomination all'Oscar per la sceneggiatura, si rivelò un enorme successo ed ebbe un seguito altrettanto felice, Father's little dividend (1951; Papà diventa nonno), sempre per la regia di Minnelli. La sceneggiatura del western musicale Seven brides for seven brothers (1954; Sette spose per sette fratelli), scritta in collaborazione con Dorothy Kingsley per il regista Stanley Donen, valse alla G. e a Hackett la quarta nomination all'Oscar. Al deludente The long, long trailer (1954; 12 metri d'amore) diretto da Minnelli e interpretato da Lucille Ball e Desi Arnaz, fece seguito l'eccellente A certain smile (1958; Un certo sorriso), film sentimentale ambientato sulla Riviera francese, tratto da un romanzo di F. Sagan e diretto da Jean Negulesco.
Quando la G. e Hackett lasciarono Hollywood, L. Hellman li raccomandò al produttore di Broadway, Kermit Bloomgarden, che affidò loro l'adattamento teatrale di The diary of Anne Frank, il commovente diario dell'adolescente ebrea morta ad Auschwitz. L'opera, cui avevano lavorato emotivamente coinvolti, andò in scena nel 1955 e vinse il premio del Critics' Circle, nonché il Pulitzer di quella stagione. Quattro anni dopo ne fu tratto il film omonimo (Il diario di Anna Frank) diretto da George Stevens, notevole adattamento cinematografico la cui sceneggiatura fu scritta proprio dalla G. e da Hackett. La brillante carriera dei due sceneggiatori terminò con Five finger exercise (1962; Signora di lusso), di Daniel Mann e basato sull'omonima commedia inglese di P. Shaffer, anche se ambientato in California.
M. Rowland, Frances Goodrich and Albert Hackett: perfectionists, in Backstory: interviews with screenwriters of Hollywood's golden age, Berkeley (CA) 1986, pp. 196-211.