Marion, Frances
Sceneggiatrice statunitense, nata a San Francisco il 18 novembre 1888 e morta a Los Angeles il 12 maggio 1973. Figura centrale tra gli scrittori del cinema classico hollywoodiano, fu una delle poche sceneggiatrici del muto a compiere con successo la transizione al sonoro. Nel corso della sua carriera scrisse più di 150 film tra cui numerosi western, dimostrando preziose doti nella visualizzazione del racconto e nel mettere a fuoco personaggi adatti a divi e divine. Nonostante, nei primi anni Trenta, ricevesse un altissimo stipendio settimanale, la M. partecipò alle attività sindacali degli sceneggiatori, ricoprendo la carica di vicepresidente della Screen Writers Guild. Infatti, pur manifestando grande efficienza nella scrittura e nello spirito di collaborazione, non mostrò alcuna traccia di accondiscendenza nei confronti delle gerarchie produttive. Conquistò il suo primo Oscar con The big house (1930; Carcere) di George W. Hill, cui seguì il secondo nel 1932 con The champ (1931; Il campione) di King Vidor. Di rilievo il fatto che nella sua filmografia non prevalgono i film sentimentali incentrati su personaggi femminili, e i suoi contributi più originali riguardano il cinema d'azione, come nel caso di The big house e The secret six (1931) di Hill, che si svolge tra i macelli e i saloon di Chicago.
Iniziò giovanissima a lavorare nel mondo della fotografia e dell'illustrazione pubblicitaria; nel 1914 esordì nel cinema, collaborando con la regista e scrittrice Lois Weber. Incontrata Mary Pickford, che la arruolò tra gli interpreti di A girl of yesterday (1915) di Allan Dwan, la M. scrisse per la giovane star film di successo quali The foundling (1916; La trovatella) di John O'Brien, Rebecca of sunnybrook farm (1917; Rebecca e l'ipoteca) di Marshall Neilan, dal romanzo di K.D. Wiggin e C. Thompson, e Pollyanna (1920) di Paul Powell, dal romanzo di E.H. Porter e dall'omonima commedia di C.C. Cushing. Durante la Grande guerra fu la prima donna corrispondente dal fronte; a Parigi incontrò Fred Thomson e lo sposò, spingendolo poi a interpretare una serie di film western (da lei scritti con lo pseudonimo di Frank M. Clifton) che lo resero molto popolare. Nel 1921 la M. si cimentò anche nella regia dirigendo The love light (Segnale d'amore), interpretato da Mary Pickford, una storia di guerra ambientata in Italia, e Just around the corner, tratto da un racconto di F. Hurst.La M. lavorò in pratica per tutte le star dell'epoca: per Douglas Fairbanks scrisse He comes up smiling (1918; Sette giorni di gioia) di Dwan; per Norma Talmadge, The lady (1925) di Frank Borzage; per Rodolfo Valentino, Son of the sheik (1926; Il figlio dello sceicco) di George Fitzmaurice; per Greta Garbo confezionò tre film-chiave: Love (1927; Anna Karenina) di Edmund Goulding, storia dell'eroina tolstojana a lieto fine; Anna Christie (1930) di Clarence Brown, il famoso film in cui "Garbo talks!", e Camille (1937; Margherita Gautier) di George Cukor; offrì a Lillian Gish due grandi occasioni interpretative in The scarlet letter (1926; La lettera rossa) e The wind (1928; Il vento), due film di intenso realismo diretti da Victor Sjöström. Per il regista Borzage scrisse inoltre i delicati film sentimentali Humoresque (1920) e Lazybones (1925). Nel 1926 la Metro Goldwyn Mayer l'assunse a contratto, e la scrittrice potè risollevare momentaneamente la carriera in declino di Marion Davies e rilanciare quelle di Marie Dressler e Wallace Beery. Nel 1930 scrisse uno dei primi prison film, The big house, interpretato da Wallace Beery; sempre per Beery e per la regia di Hill (che nel 1930 divenne il suo secondo marito e dal quale ben presto divorziò; il regista morì poi nel 1934 suicida) la M. sceneggiò un altro successo di quell'anno, Min and Bill (Castigo), con Marie Dressler. Nel 1933, dopo The champ, basato su un suo soggetto originale, scrisse con Herman J. Mankiewicz Dinner at eight (Pranzo alle otto) di Cukor, adattamento di una pièce di G.S. Kaufman ed E. Ferber, e The prizefighter and the lady (L'idolo delle donne) di W.S. Van Dyke, ancora da un suo soggetto originale (nomination all'Oscar), sceneggiato da John Lee Mahin.
A metà degli anni Trenta la sua carriera subì un rallentamento, fino a fermarsi negli anni Quaranta per via delle radicali trasformazioni introdotte dallo studio system, che prevedevano un modo di lavorare sempre più parcellizzato e organizzato, con l'obbligo di scrivere in ufficio e timbrare il cartellino; la M. si ritirò gradualmente dalla scena, quando capì di non poter più controllare ciò che scriveva.
Nel 1937 aveva pubblicato un manuale di sceneggiatura How to write and sell film stories, mentre nel 1972 uscì l'autobiografia Off with their heads.
De W. Bodeen, Frances Marion, in "Films in review", February 1969, 2; C. Beauchamp, Without lying down. Frances Marion and the powerful women of early Hollywood, New York 1997; G. Muscio, Girls, ladies, stars. Dive e sceneggiatrici nell'America anni Venti, in "Cinegrafie", 2000, 13.