Archibugi, Francesca
Regista cinematografica, nata a Roma il 16 maggio 1960. Dietro l'ispirazione tradizionale del suo cinema c'è sempre l'urgenza di indagare l'universo nascosto di bambini e adolescenti alle prese con avversità e crisi emotive, così come un forte legame e dialogo con la cultura degli anni Settanta (il pensiero femminista, la rilettura della psichiatria tradizionale, la disillusione della politica). Nei suoi film, sia in quelli di genere drammatico sia nelle commedie, basati su impianti narrativi solidi (il romanzo di formazione, l'esplorazione del confronto generazionale, l'apologia degli esseri più indifesi), affiora una profonda sensibilità e leggerezza di autrice. Tra le personalità più interessanti nel panorama del cinema italiano degli ultimi anni, la A. ha vinto due premi David di Donatello nel 1989 con Mignon è partita (1988) e poi nel 1993 con Il grande cocomero, per il quale, nello stesso anno, ha ricevuto anche una menzione speciale al Festival di Cannes.Diventata attrice giovanissima per il teatro e per la televisione, dal 1980 ha frequentato il Centro sperimentale di cinematografia. Dopo il diploma, si è iscritta alla scuola di Bassano del Grappa (diretta da Ermanno Olmi), e dal 1982 al 1988 ha realizzato sei cortometraggi, tra cui La guerra appena finita (1983) che anticipa quello sguardo sull'infanzia che sarà caratteristico dei suoi film. Nel 1986 ha vinto il premio Solinas con la sceneggiatura Sott'acqua, scritta con Gloria Malatesta e Claudia Sbarigia, insieme alle quali ha continuato la collaborazione di scrittura per i suoi primi film e anche per L'estate sta finendo (1987) di Bruno Cortini e La cintura (1989) di Giuliana Gamba. Nel 1988, l'esordio alla regia con Mignon è partita l'ha segnalata all'attenzione della critica e le ha procurato un primo, lusinghiero riconoscimento di pubblico. Dopo il film Verso sera (1990), ha ritrovato il successo con l'intenso e delicato Il grande cocomero. Nel 1994 ha affrontato, per il film Con gli occhi chiusi, la riduzione, solo in parte riuscita, del romanzo omonimo di F. Tozzi, ambientato alla fine dell'Ottocento; in seguito è tornata ad ambientazioni contemporanee con due resoconti toccanti e non convenzionali della tossicodipendenza (L'albero delle pere, 1998, per il quale ha ottenuto due premi minori alla Mostra di Venezia) e delle conseguenze del terremoto in un piccolo centro italiano (Domani, 2001), confermando così il percorso e la crescita di una filmografia non occasionale.
Francesca Archibugi, a cura di G. Volpi, Trevignano 1993; Francesca Archibugi, a cura di C. Proto, Roma 1994.