ACQUAVIVA D'ARAGONA, Francesco
Nacque a Napoli nel 1665 da Giosia, quattordicesimo duca d'Atri, e da Francesca Giuseppa Caracciolo della Torella. Da Innocenzo XI, di cui era cameriere d'onore, fu nominato vicelegato a Ferrara e, nel 1690, inquisitore a Malta. Innocenzo XII, che lo ebbe chierico di camera, gli conferì nel 1697 il vescovato (in partibus) di Larissa e nel 1700, dopo che l'A. non aveva ricoperto la nunziatura di Svizzera, a cui era stato precedentemente destinato, quella di Spagna, tenuta da lui sino all'agosto 1706. Fedelissimo a Filippo V, vendé la propria argenteria per aiutarlo a sostenere le spese della lunga guerra di successione e, in un momento critico di questa, trasse anche in salvo la prima moglie di quel sovrano, Luisa Maria Gabriella di Savoia. Dal 17 maggio 1706 cardinale prete di S. Bartolomeo all'Isola, cangiò poi, il 28 genn. 1709, questo titolo nell'altro di S. Cecilia: chiesa rovinata da lui con un rifacimento sciagurato, magnificato a torto in un iscrizione del 1724, nel quale anno, il 12 giugno, Benedetto XIII lo promosse cardinale vescovo di Sabina. Per intanto, privato nel 1708, a causa della conquista austriaca del Regno di Napoli, dei molti e pingui benefici ecclesiastici che vi godeva, fu in qualche modo compensato da Filippo V con la nomina a rappresentante diplomatico della corte cattolica presso la Santa Sede, nonché a cardinal protettore delle Spagne. Deus ex machina,nel 1714, del secondo matrimonio di Filippo con Elisabetta Farnese, nel 1718 il negato conferimento dell'arcivescovato di Siviglia al cardinale Giulio Alberoni costrinse l'A. a comunicare al papa Clemente XI la rottura dei rapporti diplomatici tra la Spagna e la corte pontificia e a ordinare a tutti gli Spagnoli dimoranti in Roma d'allontanarsi dalla città. Tuttavia, si dovette principalmente a lui se questa e altre vertenze fra le due corti vennero composte nel 1721: anno in cui ebbe, nel conclave che portò al pontificato Innocenzo XIII, parte non men notevole di quella rappresentata da lui nell'altro conclave del 1724, che farà posare la tiara sul capo del cardinale Vincenzo Maria Orsini (Benedetto XIII). Morì a Roma l'8 genn. 1725 e fu sepolto nella summentovata chiesa di S. Cecilia.
Nel 1721, nel presentare a Clemente XI un dono di Filippo, pronunciò un'allocuzione, che, col titolo Verba quibus signum bellicum de Mauris, septensi obsidione soluta, anno 1721, ereptum, nomine regis catholici papae [egli, A.] obtulit, si serba manoscritta nella Casanatense di Roma. I suoi dispacci madrileni alla corte di Roma sono nella serie Nunziature dell'Archivio Vaticano; quelli romani alla corte cattolica nell'Archivo general di Simancas; gli altri alla corte napoletana andarono bruciati durante gli avvenimenti bellici del 1943 insieme con i cimeli più preziosi dell'Archivio di Stato di Napoli.
Fonti e Bibl.: P. Litta, Fam. cel. ital., Acquaviva, tav. VI; B. Storace, Istoria della famiglia Acquaviva reale d'Aragona, Roma 1738, pp. 86 e 94-99; L. Cardella, Memorie storiche de' cardinali, VIII, Roma 1794, pp. 84-85; L. Karttunen, Les nonciatures apostoliques permanentes de 1650 à 1800, Genéve 1912, pp. 83 e 231; F. Nicolini, Uomini di spada, di chiesa, di toga, di studio ai tempi di Giambanista Vico, Milano 1942, pp. 33-34, 44, 48, 50, 81, 86, 246, 252, 264, 429; L. v. Pastor, Storia dei Papi, XV, Roma 1945, passim (che però nell'Indice riferisce all'A. alcuni dati riguardanti il nipote cardinale Troiano A. d'A. anch'egli ministro di Spagna a Roma); R. Ritzler - P. Sefrin, Hierarchia catholica..., V, Patavii 1952, pp. 24 e 237; G. Moroni, Diz. d'erudizione stor.-ecclesiastica, I, p. 73; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., I, coll. 358-359; Encicl. Catt., I, col. 224.