AGDOLLO (Agdol), Francesco
Nacque a Venezia il 31 luglio 1756 dal marchese Gregorio, mercante e residente dell'elettore di Sassonia presso la Serenissima. Nel 1775 questi nominava l'A. consigliere di legazione con un assegno annuo di 200 talleri. Anche dopo che tale compenso fu sospeso e la carica gli venne tolta, l'A. continuò, sino al 1801, ad inviare relazioni e dispacci alla corte di Sassonia. Oltre a questi suoi carteggi, è pure rimasto presso l'archivio di Dresda un suo manoscritto su La costituzione della repubblica di Venezia.
Nel 1792 lo troviamo a Verona quale confidente degli Inquisitori di stato veneziani, col precipuo compito di sorvegliare il conte di Lilla e gli emigrati francesi: le sue riferte, che contengono anche interessanti informazioni sul movimento giacobino e sull'attività dei gruppi massonici, vanno dal 30 ott. 1792 sino all'11 marzo 1797; ma dopo il 20 ott. 1796 presentano carattere privato, avendo gli Inquisitori rimosso l'A. dall incarico.
Aspramente avverso alle idee rivoluzionarie, egli offerse al governo veneto di raccogliere un corpo di volontari per soccorrere Mantova, assediata dall'esercito francese. Dopo la caduta della Repubblica, e durante il breve periodo democratico, riparò a Trieste e a Livorno. Il suo nome èprincipalmente legato alla Relazione sommaria della perdita della veneta aristocratica repubblica, Italia 1798 (comparsa anonima), in cui, muovendo dalla tesi, tipica del pensiero conservatore in quegli anni, dell'origine massonica della Rivoluzione, muove gravi accuse ai magistrati veneti di terraferma, rei, a suo avviso, di connivenza con i Francesi.
Particolari rimproveri vengono mossi al conte Rocco Sanfermo, già rappresentante veneto a Basilea nel 1793-94, che, inviato a Verona presso i Provveditori generali in terraferma, avrebbe facilitato il ritiro dei soldati schiavoni dalla città e la consegna dei forti ai Francesi, nell'aprile del 1797, all'indomani dell'insurrezione di Pasqua. Il Sanfermo rispose, respingendo ogni accusa, col volume Condotta ministeriale del conte Rocco Sanfermo Carioni Pezzi, Londra, novembre 1797 (ma Verona, Ramanzini, febbraio 1799). La replica dell'A., sempre celato dall'anonimo, non si fece attendere e nel giugno 1799 con la data di Switz (ma, con ogni probabilità, Venezia) egli pubblicava Il Riscontro, con supplemento di documenti, a quelli pubblicati dal conte Rocco Sanfermo Carioni Pezzi... Il pur primordiale tentativo di ricostruzione storica, presente nella Relazione, èqui abbandonato e per 226 pagine si snoda un violentissimo atto d'accusa contro il Sanfermo, seguace degli "empi filosofi" e dei "banditori dell'ateismo", diretto responsabile della caduta della repubblica; pur vivace in alcune sue pagine, lo scritto dell'A. non appare però convincente e non costituisce un'attendibile fonte per gli eventi veneti del 1797.
Fonti e Bibl.: Per la nomina a consigliere e lo scritto su Venezia, Staatsarchiv Dresden, loc. 589; per la corrispondenza diplomatica (1789-1801), ibid., loc. 2816. Le riferte da Verona in Arch. di Stato di Venezia, Inquisitori di Stato, busta 543; esse sono state utilizzate da M. Kovalevski, La fin d'un e aristocratie, Turin 1900, e da R. Fasanari, Gli albori del Risorgimento a Verona, Verona 1950.
Per l'attribuzione all'A. dei due scritti, cfr. G. B. Passano, Diz. di opere anonime e pseudonime, Ancona 1887, p. 285, che usa, per altro, l'errata forma Agdol; quest'attribuzione è resa sicura dalla concordanza tra gli elementi offerti dalle pp. 178-193 del Riscontro e le riferte.