AIROLDI, Francesco
Nacque a Ponte Capriasca (Lugano) l'8 sett. 1775 da Carlo ed Elisabetta Alberti. Giovanissimo, combatté l'assolutismo dei landfogti e dei loro seguaci. All'arrivo del Bonaparte in Italia, il 22 Ott. 1796 si arruolò volontario nella coorte bolognese della Repubblica Cispadana, per passare successivamente nelle file della Cisalpina.
Durante l'invasione austro-russa, trovandosi al deposito di Modena, non poté raggiungere il corpo, divenuto IV legione, assediato in Mantova, che si arrese il 30 luglio 1799 al generale austriaco Kray. Fu aggiunto così al I reggimento di linea di stanza in Toscana, fece la campagna dei monti liguri, prese parte alla battaglia di Novi e fu poi incorporato come sottufficiale nella III brigata, allora sulle Alpi Marittime. Rientrato in Italia dopo Marengo, promosso tenente nel settembre 1803, partecipò tra le file della Guardia reale alle battaglie di Ulma ed Austerlitz, alle campagne di Dalmazia e d'Albania (1806-1808) ed a quella d'Austria combattendo a Wagram. Pochi giorni dopo (21 luglio 1809) fu promosso capitano e decorato della corona ferrea. Prese infine parte alla campagna di Russia. Ritornato nell'Alto Ticino alla caduta del Regno italico, ebbe una parte notevole nelle lotte per la modifica della costituzione cantonale.
Il 22 ag. 1814 fu eletto rappresentante del circolo di Sala Capiiasca al congresso di Giubiasco, convocato dai vari circoli per studiare il modo di opporsi alla costituzione del 10-29 luglio, imposta dagli alleati, e creare un governo provvisorio. Eletto presidente dell'assemblea, il 27 fu chiamato a far parte della Reggenza provvisoria di governo, installata a Bellinzona con l'incarico di rimpiazzare il Grande e Piccolo Consiglio cantonale e di presentare al popolo la nuova costituzione, che fu accettata l'11 settembre con 155 voti contro 10. Arrestato il giorno successivo con gli altri due membri della Reggenza (A. M. de Stoppani e Rusconi) per ordine del commissario colonnello Sonnenberg, inviato dalla Dieta e dalle potenze, fu liberato il 14 a furore di popolo; e il 20 dello stesso mese, con una colonna di cittadini armati, tentò di occupare Lugano per imporre al Consiglio una costituzione democratica. Dopo alcuni scontri, il contingente federale si ritirò a Mendrisio (21 settembre) e l'A. occupò la città, fino all'arrivo del nuovo commissario della Dieta, De Salis-Sils (23 settembre). Il 24 l'A. emanò un proclama, invitando i cittadini in armi a rientrare nelle proprie case ed eleggere i deputati che a Bellinzona dovevano elaborare la nuova costituzione. In seguito all'occupazione militare del paese ed ai processi davanti alla corte marziale di Lugano a carico dei rivoltosi, l'A. fu condannato in contumacia al taglio della testa (1 luglio 1815). Riuscito a fuggire in Lombardia, visse esule in Italia, a San Secondo Parmense, dove si dedicò all'agricoltura. Nel 1821 presentò al Gran Consiglio una domanda di grazia, che gli fu accordata nel 1824. Continuò però a vivere a San Secondo, ricoprendo la carica di sindaco, e ivi morì il 13 ag. 1834.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Milano, Matricola ufficiali fanteria di linea; A. Cattaneo, I Leponti, II, Lugano 1874, pp. 295-306; A. Baroffio, Storia del Canton Ticino, Lugano 1882, pp. 348-370; E. Pometta, Saggi di storia ticinese, I, Bellinzona 1930, pp. 180-21s; N. E. Greppi, La vita e l'opera dell'avv. Angelo Maria de Stoppani, Bellinzona 1932, pp. 65-76; A. Galli, Notizie sul Canton Ticino, Bellinzona 1937, pp. 550-560; R. Caddeo, I primi anni del Risorgimento Ticinese nella cronaca ined. di Antonio Maria Laghi, Modena 1938, pp. 110-165.