ALBERGATI CAPACELLI, Francesco
Nato a Bologna il 19 aprile 1728 dal marchese Luigi, succedette al padre nella dignità senatoria e fu più volte gonfaloniere di giustizia di quella città. Ebbe dal re di Polonia il titolo di ciambellano e quello di suo generale aiutante di campo. Innamoratosi per tempo della poesia e dell'arte drammatica, cominciò col tradurre dal francese tragedie e commedie, che poi recitava con altri nel teatro della sua villa di Zola. Una Scelta delle prime pubblicò tra il 1764 e il 1768 con Agostino Paradisi. Poi si diede egli stesso a comporre commedie, per le quali occupa un posto ragguardevole nella storia del teatro italiano del sec. XVIII, quantunque alla sua fama abbia contribuito maggiormente l'amicizia del Goldoni e del Voltaire che non il merito delle sue opere. Fu altresì amico dell'Alfieri, che nel 1783 lo visitò a Zola. La prima sua commedia, L'amor finto e l'amor vero, dedicò al Goldoni, che ne scrisse cinque pel teatro di lui, tra le quali Il cavalier di spirito, che è, dice l'autore, "le portrait du ieune Sénateur qui jouoit lui-même à ravir le rôle principal de la Piece" (Mém., II, 45). Altra commedia di lui, Il prigioniero, arieggia i drammi lagrimosi e fu premiata al concorso drammatico di Parma nel 1773; ma di essa e d'altre ancora sono migliori le seguenti: Pregiudizî del falso onore, Il saggio amico, Il pomo, La notte, Oh che bel caso!, Le convulsioni, acuta satira, quest'ultima, dei nobili d'allora. Piacque sopra tutte ai suoi giorni, e fu considerata il suo capolavoro, quella intitolata Il ciarlatore maldicente. Col Voltaire, del quale tradusse alcune tragedie, tenne amichevole carteggio e mise in corrispondenza il Goldoni, di cui ammirò e favorì la riforma. Non ne fu tuttavia sempre fedele seguace, essendosi perfino in una commedia, Il sofà, accostato alle Fiabe di Carlo Gozzi, col quale e col Baretti, l'uno e l'altro fieri avversarî del Goldoni, aveva stretto amicizia. A Venezia, ove dimorò a lungo, conobbe la poetessa Elisabetta Caminer, con la quale aveva fatto per lettera all'amore: tutto finì in una reciproca amicizia. Non hanno gran pregio le Novelle, che pubblicò insieme con altre di Francesco Altanesi, e l'hanno anche minore le Lettere che, coi titoli di Capricciose, di Piacevoli e di Varie, scrisse con altri. Egli stesso raccolse le sue opere in 12 volumi, Venezia 1783-85. Nella vita coniugale ebbe sfortuna, specialmente con la seconda delle sue tre mogli, la quale si uccise in un impeto d'ira, onde maligni sospetti gravarono su di lui, che, nel processo intentatogli, fu dichiarato innocente. Nel 1800, al tempo della Repubblica Cisalpina, fu nominato revisore delle stampe e dei libri, e l'anno dopo ispettore degli spettacoli. Morì il 16 marzo 1804.
Bibl.: E. Masi, La vita, i tempi e gli amici di Francesco Albergati Capacelli commediografo del secolo XVIII, Bologna 1878. Per le tragedie che l'Albergati tradusse dal francese, v. L. Ferrari, Le traduzioni del teatro tragico francese nei secoli XVII e XVIII (Saggio bibliografico), Parigi 1925.