ALBERTINI, Francesco
Erudito fiorentino, visse a lungo a Roma e vi morì nel 1520. Dal 1493 fu cappellano della chiesa di S. Lorenzo a Firenze, e nel 1499 ne divenne canonico. Conobbe eminenti personalità artistiche del suo tempo ed affermò di essere stato alunno di Domenico Ghirlandaio e del Poliziano. A suo dire, compì un progetto per la facciata di S. Maria del Fiore e disegnò una porta per il Palazzo Vaticano. Nel 1510, scrisse e dedicò a Baccio di Montelupo un Memoriale di molte statue e picture di Florentia, del quale furono curate edizioni dallo Horne nel 1863 e nel 1909. Il suo Opusculum de Mirabilibus novae et veteris urbis Romae, dedicato a Giulio II nel 1510, fu più volte ripubblicato nel '500. A. Schmarsow ne diede un'edizione critica, con traduzione, nel 1896. Altro opuscolo dell'A. è intitolato Septem Mirabilia orbis et urbis Romae et Florentiae.
Fu suo merito l'essere stato uno dei primi a raccogliere ed illustrare sistematicamente i monumenti antichi e le iscrizioni: da lui derivano infatti le iscrizioni pubblicate dal Mazochi nel 1521, ed il Gori stesso lo cita fra i primi raccoglitori di iscrizioni antiche: i suoi scritti sono ancora utili per il formarsi e il mutarsi della topografia e per la storia dell'arte sotto i papi della Rinascenza. Tuttavia, nonostante che l'A. si fosse formato sulla lettura di Vitruvio, egli è spesso affrettato nella descrizione dei monumenti antichi, e nelle conclusioni non sa prescindere dalla farraginosa erudizione; usa uno stile ampolloso e le sue partigianerie per Firenze e per tutto ciò che riguarda la Chiesa sono evidenti. Scrisse anche numerosi opuscoli di carattere erudito-religioso.
Bibl: D. Moreni, Delle tre suntuose Cappelle Medicee, Firenze 1813; id., Continuazione delle Memorie istoriche della Basilica di S. Lorenzo, Firenze 1816; A. Schmarsow, op. cit., prefazione; Schlosser-Magnino, La Letteratura Artistica, Firenze 1935.