MESSI, Francesco Antonio
MESSI (Messa, de Messi), Francesco Antonio. – Nacque intorno al 1680 probabilmente a Milano, come si evince dai frontespizi dei libretti dei suoi oratori stampati a Roma. Nulla si conosce circa la sua formazione musicale.
Nel 1703, insieme con altri compositori, mise in musica l’oratorio La morte delusa, eseguito a Milano nella basilica di S. Francesco.
Tra il 1705 e il 1709 fu probabilmente a Roma, dove furono eseguiti diversi suoi oratori. Il 28 febbr. 1705 firmò infatti la dedica al cardinale Pietro Ottoboni del libretto dell’oratorio Giuditta, da lui posto in musica.
Sempre a Roma furono eseguite altre sue composizioni di cui sono pervenuti soltanto i libretti: gli oratori Thamar vindicata (1706), Balthasaris epulum et interitus (1708) e Isach immolatus (1708, replicato nel 1709) presso l’Arciconfraternita del Ss. Crocifisso; Il trionfo del divino Amore (1708), cantata su testo di Giacomo Bonaccorsi ed eseguita nel palazzo apostolico per la notte di Natale. Nel 1709 fu di nuovo rappresentato in casa di Lottario Griffoni l’oratorio Giuditta.
Dal 1714 è documentata la sua presenza a Milano, dove partecipò, insieme con Giovanni Antonio Costa e Francesco Scarlatti (fratello del più celebre Alessandro), al concorso per il posto di maestro di cappella del duomo, dal quale uscì vincitore Carlo Baliani.
Nella domanda di ammissione (datata 24 maggio 1714) il M. non appose titoli al suo nome, né fece riferimento a precedenti incarichi presso altre istituzioni. La commissione giudicatrice era composta da tre musicisti milanesi: Dionisio Costa, Giacomo Cozzi e Bartolomeo Mantelli. Inoltre, le prove scritte furono giudicate da alcuni illustri periti esterni (i maestri modenesi Antonio Maria Pacchioni e Antonio Maria Bononcini, operista e figlio del più celebre Giovanni Maria; il bolognese Giacomo Antonio Perti e Francesco Barbieri di Reggio Emilia), i cui giudizi sono conservati presso l’Archivio della Veneranda Fabbrica del duomo, dove risultano invece irreperibili le composizioni dei candidati.
Nel 1714 il M. compose le musiche per le Poesie sacre da cantarsi per la novena di Natale nella chiesa di S. Maria della Rosa dei reverendi padri dell’Ordine dei predicatori. Dal frontespizio del libretto apprendiamo che il M. rivestiva la carica di maestro di cappella presso questa stessa chiesa, per la quale l’anno successivo compose gli Oratori per la novena del santissimo Natale (se ne conserva il libretto, stampato nel 1715). Dal 1714 il M. iniziò a fregiarsi del titolo di cavaliere.
Nel 1717 il M. mise in musica una serie di cantate da eseguirsi come intermezzo alla disputa generale della dottrina cristiana tenuta in S. Dalmazio, i cui testi furono stampati sotto il titolo de La Fama e l’Invidia. Dal frontespizio di quest’opera risulta che in quel momento il M. rivestiva la carica di maestro di cappella, oltre che in S. Maria della Rosa, anche nella collegiata di S. Maria Fulcorina. In quell’anno fu pure eseguito nella chiesa ducale di S. Maria delle Grazie il suo oratorio L’ombre svelate.
Negli anni successivi è possibile ipotizzare un soggiorno del M. a Neuburg, dove nel 1718 andò in scena, in onore dell’elettore palatino, il dramma per musica L’amicizia in terzo o Il Dionigio, di cui il M. mise in musica il primo atto, collaborando con altri compositori tedeschi. Nel 1725 fu eseguito a Milano nella basilica di S. Francesco l’oratorio-pasticcio La necessità socorsa dal glorioso santo di Padoa, che includeva musiche del Messi.
La presenza del M. a Milano torna a essere documentata con continuità dal dicembre del 1740, quando fu membro di due commissioni per altrettanti posti messi a concorso per la Cappella musicale del duomo.
Alla morte del primo organista Giovanni Maria De Marchi, il secondo organista Giovanni Corbelli ottenne la promozione al primo organo. Nello stesso periodo erano venuti a mancare anche due bassi, e il basso soprannumerario Carlo Francesco Landriani aveva chiesto e ottenuto, previo concorso, di poter entrare nell’organico regolare della cappella. Furono dunque banditi due concorsi, per il posto di secondo organista, al quale si presentarono Giovanni Cantù, Melchiorre Chiesa – che si sarebbe poi ritirato – e Michelangelo Caselli, e per quello di basso. La prova per la selezione dell’organista si svolse il 17 dic. 1740. La commissione era composta dal M., dal maestro di cappella C. Baliani, da G.B. Sammartini e dal frate Narciso da Milano, minore osservante, mentre la prova per la selezione dei cantori (20 dic. 1740) si tenne alla presenza degli stessi, a eccezione di frate Narciso.
Nel 1740 il M. era maestro di cappella presso diverse importanti chiese milanesi: dal frontespizio del libretto de L’ idolatria e la religione cristiana (Milano s.d.), opera composta da una serie di cantate scritte come intermezzo alla disputa generale della dottrina cristiana tenuta in S. Dalmazio il 7 febbr. 1740, risulta che il M. era maestro di cappella, fra l’altro, nella basilica collegiata di S. Stefano, nella chiesa di S. Maria della Rosa e in S. Damiano in Monforte. Non si conoscono sue composizioni successive al 1740.
Nel 1741 fu nuovamente chiamato a far parte, insieme con Sammartini e Baliani, della commissione di un concorso, che si tenne il 22 giugno, per un posto di contralto soprannumerario presso il duomo milanese. Nel 1742 il M. fece parte, insieme con Sammartini, M.A. Caselli e Corbelli, di una commissione costituita per valutare Pietro Paolo Valle, aspirante al posto di maestro di cappella, allora occupato da Baliani, che aveva chiesto la giubilazione per ragioni di salute.
Nel 1747 il M. si candidò di nuovo, questa volta insieme con Caselli, Giuseppe Palladino e Carlo Borroni, al posto di maestro di cappella del duomo, partecipando alla selezione da cui sarebbe uscito vincitore Giovanni Andrea Fioroni. Nella domanda di ammissione il M. si qualifica come maestro di cappella presso diverse chiese milanesi, senza però specificarle. In quell’occasione compose, come di prassi, una messa solenne, inni e salmi per la natività di Maria Vergine, ma anche in questo caso le sue prove scritte non ci sono pervenute.
Della commissione giudicatrice facevano parte i musicisti milanesi Antonio Piantanida, Stefano Simonetta e Giuseppe Pestalozzi. Le prove scritte dei candidati furono inoltre vagliate da alcuni illustri esperti esterni (G. Chiti e G. Carpani a Roma, G.A. Perti, G.M. Carretti e G. Martini a Bologna).
Nel 1748 il M., insieme con Fioroni e Chiesa, fu membro della commissione di un concorso per un posto di soprano in duomo. Nel 1753 fu nuovamente invitato a far parte di due commissioni, entrambe composte da lui e da Fioroni: la prima in occasione di un concorso per l’elezione di un contralto (2 aprile), la seconda in occasione di un concorso per un posto di soprano (2 giugno).
Dopo il giugno 1753 non si hanno più notizie del Messi.
Il libretto della cantata Scherzi musicali, messa in musica dal M. ed eseguita «in occasione della solita distribuzione de premii a’ scuolari dell’Umanità Minore nelle scuole dei padri barnabiti della città di Casale da farsi sotto gli auspici del marchese abbate Gioanni Battista Gozani» (non datato, ma posteriore al 1714, essendo il M. qualificato con il titolo di cavaliere nel frontespizio), lascia supporre un possibile soggiorno del M. in questa città.
Oltre alle composizioni citate (di cui ci sono giunti soltanto i libretti), del M. si conservano manoscritte: una messa breve in mi minore a quattro voci e organo, detta La Messina (Vigevano, Archivio del duomo); Responsorii [da morto] a tre all’ambrosiana, per due tenori, basso e basso continuo (Milano, Biblioteca Ambrosiana, Sussidio, M. 9); Stabat Mater in fa maggiore, per due tenori, basso, basso continuo, in collaborazione con C. Monza (ibid., M. 6/2); Sonate di cembalo (Ibid., Biblioteca privata Gioxe De Micheli, Mss. musicali, 51).
Fonti e Bibl.: Milano, Archivio della Veneranda Fabbrica del duomo, Archivio storico, cart. 405, f. 124, nn. 3, 6-11; 404 bis, XXVII/II b, f. 33, n. 5; 421, XXVII/V, f. 21, n. 1; 414, XXVII/IV, f. 244, n. 2; 431, XXVIII, f. 6, n. 18; 405, f. 26, nn. 1, 2, 7-13; 421, f. 22, n. 2; 417, f. 357, n. 4; 417, f. 315, n. 2; F. Mompellio, La Cappella del duomo di Milano dal 1714 ai primi decenni del ’900, in Storia di Milano, XVI, Milano 1962, pp. 553-555; G. Barblan, Contributo alla biografia di G.B. Sammartini alla luce dei documenti, in Festschrift für Erich Schenk, a cura di O. Wessely, Graz-Wien 1962, pp. 21 s.; G. De Florentiis, Storia della Cappella musicale del duomo dalle origini al 1714, in Sei secoli di musica nel duomo di Milano, a cura di G. De Florentiis - G.N. Vessia, Milano 1986, pp. 92-104; G.N. Vessia, Storia della Cappella musicale del duomo dal 1714 a oggi, ibid., pp. 129-131; M. Rossi, Organi e organisti in duomo dal 1562 ai giorni nostri, ibid., pp. 205-223; F.E. Ravizza, G.B. Sammartini. La produzione per strumento a tastiera, in G.B. Sammartini and his musical environment, a cura di A. Cattoretti, Turnhout 2004, p. 286; A. Cattoretti, G.B. Sammartini. Cronologia della vita. Testimonianze e giudizi dei suoi contemporanei, ibid., pp. 576, 578; M. Toffetti, Sammartini in commissione d’esame presso il duomo di Milano (1733-1773), ibid., pp. 422-432, 456-458; Id., Prassi contrappuntistica e sensibilità musicale a metà Settecento. L’esperimento di P.P. Valle presso il duomo di Milano, in Barocco padano 4. Atti del XII Convegno internazionale sulla musica italiana nei secoli XVII-XVIII, Brescia… 2003, a cura di A. Colzani - A. Luppi - M. Padoan, Como 2006, p. 478; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, V, p. 59; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Indici, I, p. 417.
M. Toffetti