ANZANI, Francesco
Patriota italiano nato ad Alzate presso Cantù l'11 novembre 1809; rimasto orfano d'entrambi i genitori, fu educato a cura di uno zio prete. Mentre studiava matematica all'università di Pavia, emigrò a Parigi attratto da un romantico entusiasmo per la libertà dei popoli che si vuole lo avesse già condotto diciottenne a battersi fra i filelleni. Arruolatosi fra i volontarî di Oporto nell'esercito costituzionale portoghese (1833), fu ferito al capo in uno scontro con le truppe di don Miguel; passato in Spagna nella legione straniera comandata dal generale Gaetano Borso di Carminati, che costituiva un corpo ausiliare dell'esercito fedele alla causa della regina Cristina, fu di nuovo ferito al petto in un fatto d'arme coi carlisti presso Valenza e la sua salute ne rimase per sempre compromessa. Rimpatriato nel 1838, appena sbarcato a Genova fu arrestato dalla polizia sarda e consegnato all'austriaca. L'anno seguente ottenne un passaporto per l'America del Sud; e, sebbene si consacrasse al commercio, mise ripetutamente la sua esperienza militare al servizio dei coloni, che lottavano contro gl'Indiani, e degli abitanti di Rio Grande del Sud, insorti contro l'imperatore del Brasile. Quando Garibaldi con le truppe repubblicane si ritirava per la Sierra, incontrò l'Anzani a San Gabriele e gli affidò un comando. Più tardi era sul punto di riunirsi a Garibaldi nella famosa guerriglia navale degli Uruguayani contro l'ammiraglio argentino Brown, agli ordini del dittatore Rosas, quando Garibaldi incendiò le sue navi per evitare che cadessero nelle mani del nemico e si ritirò su Corrientes. L'A. s'incontrò con lui al Salto e vi rimase commerciando col bresciano Rini. Nel luglio del 1843, quando il Rosas strinse d'assedio Montevideo Garibaldi, che aveva contribuito validamente a difenderla con la sua legione italiana vestita delle camicie scarlatte dei gauchos, ricorse all'A. per reggere la legione mentr'egli era impegnato nella guerra navale. L'A. capitanò valorosamente i suoi nei fatti d'arme delle Tre Croci e del Cerro, al passaggio della Boyada, alla presa di Colonia del Sacramento, allo sbarco di Martín García, all'assalto di Hervidero, e specialmente nell'eroica difesa del Salto, al principio di febbraio del 1846, con cui coprì la ritirata di Garibaldi da Sant'Antonio. La fama delle sue gesta si diause nel mondo e una medaglia d'onore gli fu offerta con una sottoscrizione fra Italiani, alla quale parteciparono, fra gli altri, C. Balbo, il generale Laugier e Goffredo Mameli. Poiché la mediazione del governo francese aveva quasi sospeso le ostilità fra Rosas e l'Uruguay, i legionarî ormai pensavano di trasferirsi in Italia. Il 12 ottobre 1847 l'A. sottoscrisse con Garibaldi una lettera a Pio IX, in cui entrambi gli offrivano la loro spada per la redenzione della patria, e il 15 aprile 1848 essi salpavano con altri 70 compagni da Montevideo, sbarcando a Nizza il 21 giugno. L'A., ripreso dal male di petto, fu trasportato il 28 a Genova in casa del pittore Gallino e vi fu raggiunto dal fratello Giuseppe e da Medici, ma colà si spegneva, non senza avere prima vaticinato la gloriosa carriera del suo compagno d'armi. Il 14 luglio la sua salma giunse a Milano e il Mazzini la salutò con un vibrante elogio nell'Italia del Popolo, giornale che pubblicò frammenti postumi dell'Anzani. A lui Garibaldi intitolò il battaglione di cui prese il comando nella campagna del 1848.
Bibl.: G. Scotti, Il colonnello Francesco A. di Alzate, Como 1877; E. Brambilla, Francesco A., eroe dei due mondi, in Garibaldi e i garibaldini, I (1910); id., Documenti anzaniani, ibidem, fasc. 2; M. Menghini, F. Anzani e alcune sue lettere inedite, in Rivista di Roma, XI (1907), pp. 386-393.