BARONE, Francesco
Nato a Torino il 16 giugno 1813, compì gli studi all'Accademia Solariana, addottorandosi in teologia nel 1835, e fu ordinato sacerdote il 2 apr. 1836; due anni dopo, il 26 apr. 1838, discuteva le tesi di aggregazione alla facoltà teologica, divenendo teologo collegiato e ripetitore di sacre discipline all'università di Torino. Aveva intanto acquistato una buona conoscenza dell'inglese e del tedesco, e ciò gli permetteva di essere molto aggiornato sulla produzione storiografica e teologica d'oltralpe e di leggere direttamente le opere che segnavano, in Germania, la rinascita della teologia storica e positiva. Dopo aver esercitato per qualche tempo la fimzione di precettore privato ed essere stato docente e prefetto al Regio Collegio delle provincie per gli iscritti al corso teologico, e poi anche direttore spirituale, venne nominato nel 1848 professore di storia ecclesiastica all'università di Torino. Nel 1855 tenne una solenne orazione funebre per la morte di A. Rosmini, la cui dottrina aveva avuto larga parte nella sua formazione, anche se più tardi il B. avrebbe dichiarato di non condividerne in tutto le idee di riforma ecclesiastica. Intorno al 1850 egli aveva anche subito l'influsso delle teorie mistico-palingenetiche di A. Towianski, che si recò a visitare a Zurigo nel 1852 e che difese strenuamente prima e durante il processo canonico istituito contro di lui, in Piemonte, dall'autorità ecclesiastica. Venne tuttavia convinto, come pare, dell'eterodossia di quelle dottrine e se ne distaccò. Nel 1857 fu incaricato dall'università di pronunciare l'orazione inaugurale dell'anno accademico, che pubblicò col titolo Dell'influenza del Cristianesimo sulla civiltà.
L'orazione, sul cui contenuto volle essere preliminarmente informato il ministro dell'Istruzione Lanza, preoccupato che un ecclesiastico potesse sostenere tesi non gradite al governo liberale, valse al suo autore una certa fama e la croce di cavaliere dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro. Il B. vi affrontava il problema dei rapporti tra la rivelazione cristiana e il progresso della società, contrapponendo la funzione di redenzione morale degli individui, esercitata dal cristianesimo, al rinnovamento collettivistico del socialismo; benché seguisse alquanto pedissequamente le considerazionì e le tesi ch'erano state proprie del romanticismo cattolico, dimostrava anche una conoscenza notevole della problematica di alcuni filosofi e teologi della storia stranieri, specialmente tedeschi. Sicché accanto a Rosmini, a Gioberti, a Balbo, si trovano citati largamente, sia pure con l'intento di confutarli, Lessing e Herder, Hegel e Schelling, Strauss e Droysen, Voigt e Ranke.
Dopo l'abolizione delle facoltà di teologia nelle università statali, avvenuta nel 1873, il B. continuò il proprio insegnamento di storia ecclesiastica nella facoltà teologica del seminario arcivescovile, inaugurata il 17 maggio 1874, proseguendolo sino alla morte. Svolgeva contemporaneamente un'intensa attività didattica e amministrativa nell'ambito di diversi istituti ecclesiastici: già membro della Pia Associazione per i fanciulli abbandonati, entrò a far parte della direzione del Collegio degli artigianew, per fanciulli orfani, divenendone anche vicedirettore, e prestò la propria opera all'Istituto di educazione femminile e al collegio di Valsalice per giovani di famiglie agiate.
Legato da rapporti di amicizia all'arcivescovo di Torino, mons. L. Gastaldi, fervente rosminiano, il B. prese viva parte alla polemica riesplosa, intorno al 1880, sulle dottrine del roveretano, pur senza entrare direttamente in campo, ma deprecando le falsificazioni e le esagerazioni cui il pensiero rosminiano veniva sottoposto dai suoi avversari, e il danno che il cieco antirosminianesimo faceva anche ad egregie e valide iniziative culturali, come nel caso degli impedimenti opposti all'apertura di un'Accademia torinese di San Tonunaso, progettata da G. Buroni. In questo quadro va vista la collaborazione del B., nel 1879, alla rivista rosminiana La Sapienza, incominciata ad uscire in quello stesso anno a Torino. Il B. fu anche uno dei fondatori dell'Accademia di storia ecclesiastica subalpina, patrocinata dal Gastaldi, e membro dell'Accademia di sacra oratoria.
Morì a Torino il 30 luglio 1882.
Fonti e Bibl.: Torino, Arch. della Curia arcivescovile, Fondo Gastaldi; A.Berta, Nelle solenni esequie celebrate il dì 6 sett.1882.... in suffragio del compianto sac. prof. F. B.,Torino 1882,T. Chiuso, La Chiesa in Piemonte dal 1797 ai nostri giorni, IV, Torino. 1892, pp. 117 s.; N. Tommaseo-G. Capponi, Carteggio inedito,a cura dì I. Del Lungo e P. Prunas, IV, 1, Bologna 1923, p. 154, nota; Bibliografia degli scritti su A. Rosmini,a cura di D. Morando, in Ediz. naz. delle opere, I, Roma 1934, p. 25; M Canonico], Testimonianze di italiani su A. Towianski, Roma 1903, pp. 105, 119-136, 179-190; O. Premoli, Andrea Towianski (1799-1878), in La scuola cattolica,XLI (1913), pp. 428-32; L. Portier, Fogazzaro et Towianski,in Revue des études italiennes, 11 (1937), pp. 29-30.