BARTOLI, Francesco
Nacque a Reggio Emilia; fu scenografo, omatista, disegnatore e incisore. Questa sua attività di incisore, peraltro scarsamente documentata, generò confusione con l'altro Francesco Bartoli, vissuto anch'egli, ma a Roma, nel sec. XVIII.
Secondo quanto riferisce il Tiraboschi, il B. fu discepolo di Pellegrino Spaggiari, decoratore barocco di limitato interesse, che lo avviò all'arte della scenografia, suggerendogli, all'inizio almeno, i disegni delle scene teatrali che solo in un secondo tempo il B. ideò e realizzò in maniera del tutto autonoma. Tale educazione scenografica, sempre presente pur nella varietà della sua produzione, è avvertibile soprattutto in quella facciata prospettica di S. Benedetto in Polirone, che costituisce la sua opera più impegnativa e testimonia insieme un'inclinazione palese verso spericolati virtuosismi e trovate illusive di gusto ancora barocco. Come decoratore lavorò in diverse chiese e palazzi di Reggio, sotto la direzione di Giovanni Paglia, del Bazzani, di G. B. Fassetti e del cavalier F. Fontanesi.
Non fu questa tuttavia l'attività preminente nella vita artistica del B., il quale, con assiduità particolare, si impegnò nel campo dell'allestimento scenico e a Modena lasciò le prove più convincenti di tale operosità. Presso i diversi teatri, ma specialmente presso il Teatro Ducale, abbiamo ripetutamente notizia della sua presenza, negli anni che vanno dal 1764 al 1778. Qui realizzò la scena stabile per un'opera buffa, Il Nuovo Orlando di N. Piccinni (1764), e quella per Madama l'umorista di vari autori (1765); con la collaborazione di F. Forti per La Clemenza di Tito di M. Valentini (26 dic. 1768, inaugurazione del Nuovo Teatro Ducale), ricevendo il comp enso giornaliero di 15 lire modenesi; insieme con Giovanni Menabue mise in scena l'Alessandro nelle Indie di G. Paisiello (1773), con L. Bosellini l'Armida di M. Mortellari (1775) e con il Menabue ancora il Quinto Fabio di D. Bortnjanskij (1778). Dalla collezione dei libretti della Bibl. Marucelliana di Firenze si ricava una documentazione più dettagliata della sua attività teatrale.
Un'ultima notizia può aiutare a collocare il B. in un quadro cronologico appena meno vago: il suo matrimonio con Anna Fontanesi e la nascita nel 1747 di un figlio, Riccardo, che seguì in parte la strada patema, divenendo anch'egli pittore di una certa risonanza.
Morì a Reggio Emilia nel febbraio 1779.
Fonti e Bibl.: G. Tiraboschi, Biblioteca Modenese,Modena 1786, VI, V. 314; P. Zani, Encicl. metodica critico-ragionata delle Belle Arti, Parma 1820, 1, 3, p. 100; F. De Boni, Biogr. degli artisti ovvero Diz. della vita e delle opere dei pittori, degli scultori, degli intagliatori, dei tipografi e dei musici di ogni nazione...,Venezia 1840, p. 68; A. Gandini, Cronistoria dei teatri di Modena dal 1539 al 1871, Modena 1873, 1, p. III; II, pp. 30, 36, 4~, 49; E. Manzini, Memorie storiche dei Reggiani più illustri,Reggio Emilia 1878, p. 14; Id., I Teatri reggiani e i loro artisti, Reggio Emilia 1878, p. 12; U. Thieme-F. Becker, KùnstlerLexikon, II, p. 555; Encicl. dello Spettacolo, 1,col. 1604.