BASILI (Basilj, Basily), Francesco
Figlio del maestro Andrea, nacque a Loreto il 31 genn. 1767, secondo il Tebaldini, o il 3 febbraio, secondo quanto è scritto in una lettera del B. a Johann Simon Mayr riprodotta dal Radiciotti. Iniziò giovanissimo lo studio della musica con il padre e a sette anni già componeva una Messa e suonava l'organo in un concerto pubblico. Fu allievo anche di Giovanni Borghi e, dopo la morte del padre, si trasferì a Roma, dove si perfezionò alla scuola di Giuseppe Jannacconi e superò l'esame di maestro di cappella presso la Congregazione di Santa Cecilia, nella quale fu ammesso il 16 ott. 1783. Verso il 1786 fu maestro di cappella per tre anni alla cattedrale di Foligno e poi a Macerata fino al 1803, quando sposò, a quel che egli scrive nella citata lettera al Mayr, "una donna delle primarie famiglie", Maria Filippucci, e interruppe l'esercizio professionistico della musica. Aveva frattanto iniziato la sua attività di compositore teatrale, che continuò in seguito con successo. Il 26 maggio 1805 fu chiamato come maestro di cappella alla Santa Casa di Loreto: vi entrò il 1º settembre successivo per rimanervi smo al 31 ott. 1827, data in cui fu nominato censore del conservatorio di Milano. Lasciata definitivamente Loreto il 30 apr. 1828, nel giugno dello stesso anno il B., ormai a Milano, rinunciò al magistero della cappella di Santa Maria Maggiore in Roma, cui era stato chiamato. Il suo incarico milanese è rimasto collegato alla polemica per l'episodio della mancata accettazione di Giuseppe Verdi come allievo del conservatorio, episodio in cui fu attribuita al B. una responsabilità maggiore di quella realmente avuta. Dal febbraio 1837 in poi fu maestro della Cappella Giulia a San Pietro in Vaticano. Il B. fu anche accademico delle Filarmoniche di Roma, Bologna (8 luglio 1825), Modena, ecc., e membro onorario della R. Accadernia di Belle Arti di Berlino. Morì a Roma il 25 marzo 1850.
La abbondante produzione del B. comprende opere teatrali, musica sacra, composizioni sinfoniche e da camera. Suo primo lavoro in campo teatrale fu, a detta del Fétis, la cantata Arianna e Teseo, ma non è certo. Seguirono numerose opere, fra le quali sempre il Fétis cita: La bella incognita (Roma, Teatro Valle, carn. 1788), La locandiera (Roma, Teatro Capranica, carn. 1789), Achille all'assedio di Troia (Firenze, Teatro in via della Pergola, 27 dic. 1797), Il ritorno di Ulisse (ivi, 1º sett. 1799), Antigona (libretto di G. Rossi, Venezia, Teatro La Fenice, 5 dic. 1799), una delle sue migliori opere, Conviene adattarsi (Venezia, Teatro S. Moisè, autunno 1801), L'unione mal pensata (Venezia, Teatro S. Benedetto, 27 dic. 1801), Lo stravagante e il dissipatore (libretto di G. Foppa, Venezia, Teatro La Fenice, primavera 1805), L'ira di Achille (libretto di P. Pola, ivi, 30 genn. 1817), L'orfana egiziana (ivi, genn. 1818), Gli Illinesi (libretto di F. Romani, Milano, Teatro alla Scala, 26 genn. 1819), Il califfo e la schiava (libr. di F. Romani, ivi, 21 ag. 1819 e replicata a Rio de Janeiro, Teatro S. João, luglio 1828), Isaura e Ricciardo (libretto di C. Sterbini, Roma, Teatro Valle, 20 genn. 1820), Sansone in Tamnata (oratorio drammatico, libretto di A. L. Tottola, Napoli, Teatro S. Carlo, quaresima 1824) e La sconfitta degli Assiri, oratorio. Le composizioni sacre, numerosissime, edite da Ricordi e da altri o conservate manoscritte negli Archivi musicali della Cappella Giulia in Vaticano (in gran parte autografe), della Cappella Lauretana, della Cappella del SS. Sacramento di Urbirio e nelle Biblioteche del Liceo musicale di Bologna, del conservatorio di Milano e dell'abate Fortunato Santini (Münster, Santini-Bibliothek im Bistumsarchiv), includono lavori per voci a cappella o con strumenti, fra cui messe, graduali, sequenze, offertori, mottetti, vespri, salmi, magnificat, miserere, inni, litanie, antifone, introiti, versetti elaborati secondo lo stile del tempo e alcuni assai estesi. I più notevoli sono un Miserere a quattro voci corali, che nel primo trentennio del secolo presente si eseguiva ancora con successo, una Messa di requiem composta ed eseguita nell'agosto 1802 nella chiesa dei barnabiti in Macerata per le onoranze funebri del cardinale Giacinto Sigismondo Gerdil e un'altra Messa di requiem scritta per le esequie di G. Jannacconi ed eseguita il 23 marzo 1816 nella chiesa dei SS. Apostoli in Roma. Fra le composizioni strumentali del B., che fu anche un eccellente pianista, figurano alcune sinfonie alla maniera di Haydn, quartetti, sonate per pianoforte, un concerto per pianoforte e orchestra. Sue lettere sono nella Biblioteca del Liceo musicale di Bologna.
Bibl.: Catalogo dei maestri compositori, dei professori di musica e dei socii di onore della Congregazione ed Accademia di Santa Cecilia di Roma..., Roma 1845, p. 39; G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, I Bologna 1890, p. 151; II, ibid. 1892, pp. 36, 175, 377; III, ibid. 1893, p. 8; IV, ibid. 1905, p. 4; J. Killing, Kirchenmusikalische Schätze der Bibliothek des Abbate Fortunato Santini, Düsseldorf [1910], pp. 569, 476; G. Tebaldini, L'Archivio musicale della Cappella Lauretana, Loreto 1921, pp. 138, 142-150, 154-156, 167 s.; G. Radiciotti, Aggiunte e correzioni ai dizionari biografici dei musicisti, in La critica musicale, V, Firenze 1922, pp. 138 s.; Id., Gioacchino Rossini: vita documentata, opera e influenza su l'arte, I, Tivoli 1928, p. 183 n.; III, ibid. 1929, pp. 49, 68; Carteggi verdiani, a cura di A. Luzio, IV, Roma 1947, pp. 118-125, 281, 283; F. Abbiati, Giuseppe Verdi, I, Milano 1959, pp. 95, 98, 103 s., 181, 208, 231, 289; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, pp. 87 s.; F. J. Fétis, Biogr. univ. des Musiciens, I, Paris 1860, pp. 262-265; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, pp. 361-363; X, p. 402; C. Schmidl, Diz. univ. dei Musicisti, I, pp. 123 s.; Encicl. dello Spett., I, col. 161.